Dopo il lockdown che ha inevitabilmente frenato in parte il trend di crescita del gruppo Battistella, con ricavi a 104 milioni di euro nel 2019, è ora arrivato il momento della Fase2 che vede pronta e propositiva questa realtà che dagli anni Sessanta produce e commercializza arredamento giorno e notte a marchio “Novamobili”, nonché camerette e soluzioni per casa e ufficio con i brand “Nidi” e “Cinquanta3”.
“Per fronteggiare adeguatamente dal punto di vista organizzativo e sanitario questa emergenza – spiega il CEO di Battistella Company, Paolo Bianchin a Pambianco Design – abbiamo subito costituito un comitato Covid composto dal responsabile della sicurezza, dal responsabile del personale, dal direttore generale degli stabilimenti e da me. Già da metà aprile abbiamo avviato l’adattamento della fabbrica”. Il gruppo ha seguito le ordinanze emanate dallo Stato e dalla Regione Veneto stilando un documento di procedure per la ripresa dell’attività, sottoscritto anche dalle organizzazioni sindacali.
La produzione per Battistella Company è ripartita lo scorso lunedì 4 maggio con il 35-40% della forza lavoro, in attesa dell’autorizzazione per l’utilizzo delle mense, con l’intenzione di monitorare l’impatto di eventuali contagi e per gestire al meglio l’uso dei dispositivi di protezione quali mascherine e guanti. Al momento gli impiegati sono tutti presenti in azienda, tranne una minoranza in smartworking, mentre gli operai sono in cassa integrazione. “Eravamo pronti ad aprire già dal 20 di aprile, siamo rimasti vicini ai nostri clienti e non abbiamo ricevuto annullamenti di ordini, ma la decisione di conformare le stesse tempistiche di lockdown per tutte le regioni ci ha penalizzato – prosegue Bianchin – Quella che intravedo come una problematica per il settore nella Fase 2 è il posticipo al 18 maggio della riapertura dei negozi di arredamento. La notizia dell’impossibilità di aprire già dal 4 maggio ci è arrivata come una doccia fredda e fatichiamo a comprenderne le motivazioni poiché, come è noto, nei negozi di arredo di alta gamma non si formano flussi di clienti ma si può accedere su appuntamento. Non c’è il rischio di assembramenti”.
Intanto, Battistella, che in tempi non sospetti stava già implementando il suo approccio al digitale, sta ora spingendo ancora di più in questa direzione. “Abbiamo adibito una stanza allestendola con impianti per video-call e lavagne ad hoc per presentare i nostri prodotti a livello internazionale”, chiosa Bianchin.
La ripresa delle attività all’estero, soprattutto in Germania e Polonia, rappresenta un rischio a livello competitivo per le realtà italiane compresa Battistella in quanto le aziende straniere, forti del blocco protratto della produzione italiana, puntano ad accaparrarsi la clientela delle aziende made in Italy battendole sul tempo. “Dall’estero continuano ad arrivarci ordini in quantità tale da permetterci in breve tempo di riportare la produzione a regime – afferma il CEO – mentre l’Italia è ferma, in attesa della riapertura dei negozi”. Dalla riapertura l’azienda prevede circa tre settimane per tornare a regime con produzione e ordini, per questo motivo in questa Fase sono molto importanti le tempistiche e i ritardi rischiano di portare conseguenze negative. “L’anno era partito molto bene, dopo tre anni di investimenti la nostra azienda era rinnovata, ma questa frenata abbiamo calcolato implicherà una perdita di fatturato per fine 2020 di circa il 10%, quando nei primi due mesi dell’anno, al contrario, segnavamo un incremento del 10%. Speriamo in un ritorno al più presto al flusso costante – conclude Bianchin – e se servirà, in accordo con i nostri dipendenti e i sindacati, si lavorerà anche ad agosto”.
La speranza è che la presenza ora in Confindustria del presidente di FederlegnoArredo Emanuele Orsini, come vicepresidente con delega a Finanza, Credito e Fisco, possa dare maggior voce alle motivazioni delle aziende del settore e una spinta alla riapertura anticipata dei negozi.