Due anni, quelli appena trascorsi, irripetibili per il settore del legno arredo, che ha sempre messo a segno una crescita a doppia cifra, del 25,5% nel 2021 e del 12,7% nel 2022, arrivando a sfiorare i 57 miliardi di euro di valore della produzione. Un rimbalzo tecnico dopo l’anno del covid, ma non solo. Molti fattori hanno spinto al rialzo i numeri delle aziende: la voglia di riappropriarsi degli spazi domestici dei consumatori, i bonus che hanno spinto i consumi, il dinamismo immobiliare, l’inflazione stessa che ha richiesto di ritoccare i listini all’insù e la voglia di made in Italy mai sopita. Tutti hanno brindato a risultati eccezionali. Ma la sbornia è finita. Inevitabilmente. Dopo numeri che solo nel dopoguerra, con il ‘boom’ economico, si erano visti, ora si assiste a un rallentamento, ad un appiattimento della curva di crescita del mercato. Che non significa che non ci siano più margini di crescita. Esistono, ma non per tutti. Parafrasando una corsa ciclistica, fino ad oggi la gara è stata in pianura, tutti in gruppo. Ora inizia la salita e il gruppo si disgregherà. Avanzeranno i più forti, i più preparati, staccando gli altri. In sostanza si vedrà chi, nel comparto, avrà avuto in questi anni la capacità di mettere a fuoco gli obiettivi e darvi corso. Innovare, espandersi in nuovi mercati, sfruttare le tecnologie emergenti e offrire servizi di qualità ai propri clienti diventano fattori dirimenti. Assisteremo con tutta probabilità a diverse operazioni di fusione o aggregazione: le realtà più grandi inglobano le più piccole, irrobustendosi e garantendo al tempo stesso la sopravvivenza delle ultime. La tendenza alla creazione di gruppi industriali sarà ancora più marcata. Per facilitare il reperimento della liquidità necessaria a rafforzare la propria presenza all’estero, per agevolare economie di scala e saving dei costi, per investire in ricerca e innovazione. Il rischio alla porta potrebbe essere di cadere nell’omologazione del gusto, ma anche in questo caso, vincerà, proprio come in una gara ciclistica, chi saprà differenziarsi e staccarsi dal gruppo. Ma intanto c’è il Salone del Mobile, una vetrina che resta unica e irripetibile per raccontare al mondo la qualità è l’originalità della produzione italiana. Un primato che va conservato con cura.