L’edizione del Salone del Mobile di quest’anno si è aperta con una netta virata verso il digitale. Maria Porro, presidente della manifestazione, l’aveva anticipato in occasione della presentazione della fiera, raccontando quella che sarebbe stata la missione del nuovo appuntamento: “Cogliere le nuove tendenze, l’evoluzione di un intero settore coinvolgendo e ascoltando le community vicine e lontane, identificando nuovi approcci, metodologie e tecnologie, dall’intelligenza artificiale all’extended reality e transizione digitale. In una sola espressione, ‘stare sulla frontiera’: questa l’ambizione ancora oggi del Salone del Mobile”. E così la Design week parlerà sempre di più la lingua dei big data, virerà sull’intelligenza artificiale e sulla creazione di dataset a partire da input provenienti dal mondo delle neuroscienze. La strategia comunicativa del Salone del Mobile improntata sulle novità digitali fa emergere al contempo il ritardo delle aziende del design italiano proprio nello stesso ambito, ovvero l’affermazione di una precisa e forte identità digitale. Un paradosso se si pensa che il design è da sempre un settore che ha fatto dell’innovazione uno dei suoi punti di forza. Ma quello che l’arredo è riuscito a raggiungere in termini di ricerca e di manifattura, non lo ha ottenuto per ora in termini di comunicazione del brand sui nuovi media. Si tratta di un gap da colmare qui e ora perché è proprio in questo ambito che si sta spostando la sfida delle aziende del settore: per mantenere la propria leadership mondiale il design italiano deve saper imbastire uno storytelling digitale. Non serve solo poter vantare su di una produzione riconosciuta e apprezzata a livello mondiale. Il design, inteso come rete capillare di aziende piccole, medie e grandi, deve investire sullo sviluppo del digitale per ritagliarsi un posto di primo piano sul web come sui social media, perché è lì che sta virando l’attenzione non solo del cliente finale, ma anche per i professionisti del settore, architetti e interior designer, interlocutori per eccellenza per il design italiano di qualità. Altri settori della manifattura italiana hanno già compiuto da tempo questo salto nella digitalizzazione. Un passaggio che si è rivelato necessario perché le nuove generazioni di consumatori sono abituate ad avere una relazione diretta con il brand, il che non ha escluso il network dei rivenditori multibrand ma li ha portati a diventare essi stessi dei marchi da comunicare. Il design può vantare su di un heritage altrettanto accattivante e su un pubblico di giovani che ogni anno si riversano a Milano per il Salone del Mobile ed è tempo, quindi, che questo settore riesca a mettere a frutto questa ricchezza.