Il brand di luxury interior vale oltre 42 milioni di euro. L’AD aggiunto Andrea Gentilini: “Cresciamo all’estero, America Latina e Stati Uniti i prossimi obiettivi”.
Conti in crescita e team manageriale rafforzato per Visionnaire. Il marchio di luxury design creato da Ipe, società fondata nel 1959 dalla famiglia bolognese Cavalli e da due anni nell’orbita del fondo Ergon Capital Partners, prevede di chiudere il 2016 oltre i 42 milioni di ricavi contro i 37 dell’esercizio precedente. A inizio settembre, inoltre, è entrato in carica con il ruolo di CEO aggiunto Andrea Gentilini, manager che si è formato nell’ambito medicale per poi arrivare a posizioni di vertice in Technogym e Bialetti. Gentilini affianca Leopold Cavalli, confermato alla guida di Visionnaire, con l’obiettivo di completare il gruppo dirigenziale che dovrà raccogliere i risultati alla portata del brand. Lo abbiamo incontrato nel flagship di Bologna, in pieno Cersaie, pochi giorni dopo l’ingresso in azienda. “Ho la fortuna di entrare in un progetto nel quale sarò supportato da tutti coloro che lo hanno costruito. Questo mi aiuterà molto nel perseguire gli obiettivi che ci siamo posti”.
Ce li può descrivere?
Parto da una definizione di Leopold, che ho fatto mia. “Tutto ciò che Visionnaire realizza dev’essere nettamente superiore a quanto ha promesso”. È questa la mission dell’azienda, che va declinata in tutti i suoi ambiti operativi: retail, progetto e monomarca. Possiamo differenziare la nostra proposta allargandola, nel retail, a un cluster più ampio, forti di oltre 2.000 referenze dichiarate che in realtà, se analizziamo tutte le possibili personalizzazioni, sono ben di più, arrivando a sfiorare il custom-made. Con questo non voglio dire che abbandoneremo il posizionamento luxury, anzi: nel contract, che vale oltre 10 milioni di euro, punteremo ancora più in alto.
Qual è l’identità del brand?
Visionnaire è lifestyle con posizionamento ultra high. Ricerca, competenza e volontà di creare prodotti perfetti sono alla base del concept. Credo che l’azienda non abbia ancora comunicato abbastanza il suo essere 100% made in Italy, con una produzione affidata a una rete di fornitori che operano quasi esclusivamente per noi, utilizzando solo materiali eccellenti, e si trovano tutti nel raggio di 700 chilometri dalla sede di Bologna.
Obiettivi commerciali?
Vogliamo entrare in nuovi mercati e consolidarci in quelli affermati, dove siamo già a contatto con una seconda generazione di consumatori, sfruttando uno dei punti di forza di Visionnaire: il rinnovamento dello stile, costantemente in evoluzione, con importanti novità per la prossima edizione del Salone del Mobile. L’export vale l’85% del fatturato con Europa, Russia, Cina e Medio Oriente quali principali destinazioni. Tra i nuovi mercati spiccano per importanza i Paesi sudamericani e alcune zone dell’Africa, a cui spesso ci rivolgiamo attraverso rivenditori europei. Siamo appena rientrati dalla fiera di Shanghai, sicuramente un evento strategico per l’azienda che oggi in Cina realizza circa il 20% del turnover aziendale con trend di crescita costanti e progressivi. Visionnaire attualmente vanta 11 monobrand distribuiti sul territorio cinese, con in programma altre sette aperture di monomarca nel corso del 2017.
Il suo primo contributo?
Implementare e irrobustire il team per far fronte a grandi progetti internazionali.
di Andrea Guolo