Un luxury brand fortemente votato all’export e che scommette sulla customizzazione. Visionnaire, marchio dell’azienda bolognese Ipe srl, fondata nel 1959 dalla famiglia Cavalli e dal 2014 partecipata da Ergon Capital Partners III, guarda al retail come stimolo a un “soft contract” che è oggi uno dei driver di crescita in Cina, Emirati Arabi e Russia. L’azienda ha oggi 30 monomarca nel mondo (il retail genera il 60% dei ricavi) e una collezione di 2mila articoli capace di coprire tutte le aree abitative. “Il nostro contract – ha spiegato Leopoldo Cavalli, fondatore e azionista di Visionnarie, durante il terzo Design Summit di Pambianco – Elle Decor – vede il cliente affidarsi a noi come unico interlocutore, dall’arredo fino ai complementi e, talvolta, alle opere d’arte. Non partecipiamo ai grandi bandi per il contract perchè non saremmo competitivi in termini di prezzo. La nostra è un’offerta lusso”.
Ad oggi la quota export di Visionnaire è del 90%, mentre dai servizi di personalizzazione arriva oggi oltre il 40% del giro d’affari, che nel 2016 si è attestato sui 42 milioni di euro (dai quasi 37 milioni del 2015). “Il made in Italy è sicuramente un asset a nostro vantaggio nei confronti di un cliente che cerca un prodotto complesso, materiali pregiati e servizi evoluti”, ha continuato Cavalli, precisando come per l’azienda sia però ancora presto per pensare alla quotazione in Borsa. Il marchio bolognese non ha una sua fabbrica, ma si avvale di 67 piattaforme produttive: “Non può esserci una fabbrica – ha concluso Cavalli – che copra tutta la nostra offerta. Puntiamo sul networking tra eccellenze artigiane. Il vantaggio è l’assenza di limiti creativi, gli svantaggi sono invece legati alla logistica e al monitoraggio dei processi”.