Una premessa storica che parte dagli anni Venti con Ivo Pannaggi e il neoplasticismo, per arrivare al 2015 di Antonino Cardillo e la sua ‘House of Dust’ romana che mette in scena un ambiente metafisico. Passando per ‘Casa a Milano’ di Ettore Sottsass (1955). Da sottolineare gli anni 80 di Gaetano Pesce e della sua ‘Casa Hubin’ a Parigi e di Italo Rota con ‘Casa in rue de Varenne 61’, sempre a Parigi, omaggio alla ‘Casa di Vetro’ di Pierre Chareau. Infine, ‘Fuga_Officina dell’architettura’ (2015) che affronta il tema attuale della casa flessibile, con configurazioni variabili.
Così si apre la mostra, curata da Beppe Finessi, ‘Stanze. Altre filosofie dell’abitare‘ di scena in Triennale e che propone 11 progetti di stanze ideati da altrettanti architetti. “In un momento storico nel quale l’attenzione quotidiana per le discipline della progettazione è aumentata, in un doppio binario di interesse tra architettura e design – spiega Finessi -, continua a mancare, non solo in Italia, un programmatico riconoscimento critico verso la disciplina che più di altre è sempre stata praticata anche dai più giovani, perché da sempre l’architettura degli interni rimane il primo territorio di pratica professionale nel quale ogni progettista trova il primo ascolto, e le prime occasioni di lavoro. Da qui, la necessità di realizzare una grande mostra che facesse il punto sullo stato dell’arte, mostrando al meglio l’opera di un gruppo selezionato di autori”. Dopo una breve premessa storica, vengono esposte le opere dei progettisti che in anni più recenti hanno mostrato la propria visione del mondo attraverso l’architettura degli interni. “Una sorta di enciclopedia tridimensionale fatta di fotografie, modelli e disegni – prosegue Finessi – che raccontano la storia dell’architettura d’interni del Novecento”. Successivamente si attraversa una sequenza di 11 ambienti, ognuno progettato, secondo la propria filosofia dell’abitare, da un autore diverso: Andrea Anastasio, Manolo De Giorgi, Duilio Forte, Marta Laudani e Marco Romanelli, Lazzarini Pickering Architetti, Francesco Librizzi, Alessandro Mendini, Fabio Novembre, Carlo Ratti Associati, Umberto Riva, Elisabetta Terragni. Infine, il filosofo Francesco M. Cataluccio, ha individuato per ogni progetto testi letterari o filosofici di riferimento legati all’ultimo ventennio, motivo di riflessione e dibattito. “Tutti abitiamo dentro alle case, e la nostra vita si svolge per buona parte dentro quegli spazi – conclude il curatore -. L’architettura degli interni, dunque, ha questo compito speciale: pensare e definire gli spazi e gli ambienti con le forme, i colori, i dettagli che ospiteranno i corpi di quelle persone prendendosi cura di quelle diverse umanità”.
Tra gli allestimenti più suggestivi, rientrano sicuramente ‘Ursus’, l’ambiente zoomorfo di Duilio Forte, l’ambientazione ‘vertiginosa’ di Alessandro Mendini, l’antropologia in scena con Fabio Novembre e i giochi di prospettive di Elisabetta Terragni.