Milano esporta a Shanghai il suo brand promozionale più prezioso. Il Salone del Mobile che si apre sabato 19 novembre nella Parigi d’Oriente costituisce lo strumento a supporto di una sfida ambiziosa e al tempo stesso possibile: rafforzare nell’ex Impero celeste la leadership italiana nell’arredo di design, che già nel 2015 ha portato nelle casse delle aziende italiane ricavi per 331 milioni di euro (+27,5% anno su anno), con la prospettiva di superare i 500 milioni entro il 2020. Siamo i primi esportatori di arredamento in Cina, con una quota del 15% contro il 12% della Germania e il 10% degli Stati Uniti.
Più del consolidato, a spingere oltre settanta brand per tre giorni allo Shanghai Exhibition Centre sono le potenzialità di un mercato immenso e ancora in larga parte inespresso, considerando che la Cina vale appena il 3% dell’export totale italiano e che per alcune specializzazioni, come cucine e mobili d’ufficio, il business è appena iniziato. I nostri produttori dovrebbero cavalcare l’onda dei maggiori consumi e dell’espansione di una middle class cinese, stimata lo scorso anno da Credit Suisse in 109 milioni di persone, per crescere economicamente e consolidare la posizione di leader nell’alto di gamma. A questo dovrebbe servire, nelle intenzioni degli organizzatori, l’appuntamento di Shanghai.
Nel frattempo, ci sono aziende per cui la Cina già rappresenta uno dei principali mercati di destinazione, come ad esempio Turri (25-30% del fatturato 2015, con crescita prevista del 50% a fine anno), il cui presidente Andrea Turri sostiene: “Dagli italiani, i cinesi si aspettano un livello altissimo di qualità e servizio. Non è un mercato facile, perché non siamo abituati a soddisfare esigenze così sofisticate. Posso assicurare che nessun altro cliente al mondo applica un controllo altrettanto approfondito e maniacale: grazie a loro siamo cresciuti qualitativamente”.
Per Visionnaire, la Cina è il secondo mercato per importanza dopo la Russia, con una quota di circa il 20% del turnover aziendale e con 11 negozi monomarca nel territorio, a cui si sommeranno le 7 nuove aperture previste nel 2017. “Il canale retail per mezzo di store monomarca è prevalente nella strategia dell’azienda in Cina – spiega l’art director Eleonore Cavalli – garantendo altresì una visibilità del brand e delle proposte di collezione sul territorio. La crescita sta avvenendo anche per mezzo di una costante e metodica attività di promozione e diffusione in studi di architettura ed interior designer, dove il mercato tende a canalizzare progetti residenziali di medie e grandi dimensioni”.
“Il valore del marchio Salone Milano – sottolinea Moreno Brambilla, presidente di Jumbo Collection, official licensee di Roberto Cavalli Home Interiors e Gianfranco Ferrè Home – ha creato una grande aspettativa circa la prima edizione a Shanghai. Abbiamo immediatamente accettato l’invito a partecipare coi marchi Jumbo Collection e Gianfranco Ferrè. Il gruppo Jumbo non avrebbe considerato nessun’altra manifestazione fieristica sul mercato. Questo sforzo di squadra è un’importante leva per valorizzare il made in Italy”. La Cina genera un quinto del fatturato di Jumbo, che ha chiuso il 2015 con 35 milioni di ricavi e punta a chiudere il 2016 con un incremento del 25 percento.