I dodici mesi si sono chiusi con un sostanziale consolidamento dei risultati. Il comparto guarda ora all’evento Eurocucina per avere una scossa, in vista di un secondo semestre ancora fermo.
La cucina è sempre al centro dei pensieri degli italiani. Una frase fatta, probabilmente, ma che trova riscontro anche in quelli che sono i dati del settore industriale italiano per il 2023. Che sono davvero molto interessanti innanzitutto perché, pur presentando un ‘piccolo’ segno negativo, da una parte confermano un consolidamento dell’importante trend di crescita economica del comparto e dall’altra vanno in controtendenza rispetto alla filiera completa del legno arredo che ha appunto chiuso lo scorso anno con segno meno ben più marcato. Dopo infatti avere sfiorato i tre miliardi di euro nel 2022, grazie a un ottimo andamento sia della produzione per il mercato nazionale (pari a 2 miliardi di euro di giro d’affari) sia delle esportazioni (del valore di 1 miliardo), nel 2023 le cucine si mantengono infatti sostanzialmente sugli stessi livelli. Sia dal punto di vista del fatturato alla produzione, che resta ancorato a un valore simile di 3 miliardi di euro, sia nel raffronto anno su anno per il quale si registra una contrazione davvero contenuta, pari al -2%, e determinata principalmente dalla flessione della produzione per l’Italia (-3%). Un dato davvero interessante soprattutto se confrontato quindi con quello globale della filiera che nel 2023 ha registrato un calo più marcato del -8,1%, corrispondente a un fatturato di 52,6 miliardi di euro, secondo i preconsuntivi elaborati dal Centro Studi FederlegnoArredo su dati Istat. Analizzando ancora nel suo complesso il mondo della cucina, secondo questo stesso report di settore, è proprio interessante notare come sia stato ‘positivo – stabile’ l’export: nel periodo gennaio-ottobre, i primi due mercati, Francia (165 milioni di euro) e Stati Uniti (119 milioni di euro), hanno fatto registrare rispettivamente un +0,1% e un +5,8%. Terzo mercato è invece la Svizzera (con 59 milioni di euro) che ha registrato un calo davvero contenuto di -1,5%. “In base a quanto ci hanno fatto sapere le aziende, il comparto auspica un recupero soprattutto nella seconda parte del 2024 – spiega a Pambianco Design Edi Snaidero, consigliere incaricato del Gruppo Cucine di FederlegnoArredo -, anche in previsione del boost al mercato che sicuramente svilupperà l’edizione biennale di Eurocucina. Per il post evento allora l’aspettativa è di una conferma di spinta sull’innovazione che sempre più sta vivendo il settore, soprattutto in tema di ottimizzazione, personalizzazione degli spazi e sostenibilità”.
Aspettando un 2024 migliore
Un comparto cucina che tiene ma che esprime anche delle realtà con outlook davvero interessanti nel raffronto tra anno 2022 e numeri 2023. Come ad esempio Veneta Cucine, che partendo da un fatturato di 340 milioni di euro di due anni fa cresce di un interessante +8% nel 2023 arrivando a un turnover preconsuntivo di 366 milioni. Crescita anche per il Gruppo Lube anche se con numeri più in linea con il trend di consolidamento del settore: dai 276 milioni di euro di giro d’affari del 2022 si è passati a un preconsuntivo 2023 pari a 280 milioni con un delta positivo del +1,5%.
L’azienda è infatti presente proprio all’evento Eurocucina per raccontare la sua espansione sul territorio nazionale ed internazionale, che è stata alla base dei positivi risultati, di cui fanno parte le aperture di store monomarca nel mondo, dalla Spagna all’India e alla Gran Bretagna. “L’obiettivo del gruppo – spiega il CEO di Lube, Fabio Giulianelli -, puntando su un prodotto di qualità realizzato con materiali sostenibili, è quello di raggiungere 800 store in Italia entro il 2025 e di consolidarsi anche nei mercati internazionali, grazie a investimenti come la costruzione di una nuova fabbrica focalizzata per l’appunto alla produzione estera”.
Di altro tenore invece la performance portata a casa dal gruppo WeDo, holding della quale oltre ai noti marchi di cucina fanno però parte un gruppo eterogeneo di brand: Arrital (cucine e living), Copat Life (cucine e progetti), Doimo Cucine (cucine), We Do Project (Interior Design e Design to Build), Rotaliana (illuminazione), Altamarea (arredo bagno), Busnelli e Diva Divani (imbottiti), DVO, Frezza, Emmegi, Sitland e Mis Medical (arredo ufficio e health-care). Il dato allora del 2023 vede un ricavo consolidato pari a 330 milioni di euro, in crescita addirittura del +46% rispetto ai 240 milioni di turnover 2022. “Una tale espansione – spiega a Pambianco Design il presidente di WeDo Andrea Olivi – non ha potuto prescindere dal consolidamento delle competenze specialistiche nelle aree tradizionali in cui opera il gruppo, per quanto concerne la casa (cucine ed imbottiti) e gli uffici (arredo-ufficio, soft seating, health-care). E ancora è stata determinante la ricerca di quei prodotti che non rientrano oggi nel novero di quelli realizzati nell’ambito del gruppo stesso, ma che completano un’offerta in grado di soddisfare le opportunità del mercato anche della prossima generazione. Inoltre, abbiamo ripensato ai tradizionali modelli di business e del made in Italy non per rinunciare al suo valore distintivo, bensì, al contrario, per accrescerne i potenziali d’uso, specie sui mercati internazionali. La conseguenza pratica di tale prospettiva è quella di sperimentare un nuovo approccio dei mercati esteri, specie degli Stati Uniti e del Far East, ponendosi l’obiettivo di sviluppare e vendere conoscenze, oltre ai prodotti che li incorporano”.
Pesano le incertezze economiche e politiche
Bisogna a questo punto proprio iniziare a impostare le strategie per il futuro, sapendo che si arriva da un dato di consolidamento degli ultimi dodici mesi ma anche da un trend di crescita molto ampia che era partita dal secondo semestre 2020 e che si era ampliata in entrambi i due anni successivi. “Uno dei motivi che ha portato il rallentamento dello scorso anno – aggiunge Edi Snaidero – è stato l’incremento inflattivo dei prezzi di vendita medi al cliente finale: quasi nessuno nel comparto è riuscito a mantenere le tariffe del 2021. Senza dimenticare naturalmente che c’è stato lo scorso anno un rallentamento forte di tutto il sistema casa, anche per il mercato dei mutui cresciuto al rialzo con conseguente calo nell’acquisto delle nuove abitazioni e negli investimenti immobiliari in generale. Due fattori che ovviamente hanno portato anche fisiologicamente a meno acquisti di arredamenti e cucine. Oggi è il momento di rimettere i piedi per terra e di studiare il mercato per capire quanto durerà questo rimbalzo negativo che è iniziato a settembre 2023 e continua ancora in questo primo semestre 2024”. Proprio il nuovo anno appena partito è un orizzonte importante allora per le aziende del settore, anche se non mancano le incognite, sia da un punto di vista socio politico internazionale che economico finanziario, che riguarda tassi di interesse, costo del denaro e prezzi dell’energia. Tutti elementi che toccano le imprese ma anche e soprattutto fanno breccia nel portafogli delle famiglie italiane. “Se Sparta piange Atene non ride ed è la situazione europea che rispecchia le tendenze italiane. I mercati di Francia e Germania sono andati anche peggio del nostro lo scorso anno con cali di mercato che hanno raggiunto anche il -20% contro il nostro -2%. Sulla ripresa di tutti pesa oggi pure l’incertezza generale con elezioni e guerre che non si sa come potranno andare e quindi quali risultati inanellare. Ad esempio non bisogna dimenticare che Cina e Russia sono mercati sui quali il nostro settore deve puntare mentre per il momento non riesce quasi a farlo. A mio avviso inoltre sarà importante realizzare pure un recupero sui costi che sono aumentati tanto causa inflazione e consumi energetici. Questa è forse oggi la preoccupazione maggiore delle aziende perché per dare al consumatore prezzi meno alti devono prima diminuire i costi industriali”.
Nel futuro protagonista ancora la tecnologia
In questa situazione ancora di incertezza, l’innovazione tecnologica gioca sicuramente un ruolo fondamentale per il comparto, sia in termini progettuali che soprattutto per andare alla ricerca di ottimizzazione sempre maggiore dei costi e dell’impatto sul mercato. Nato nel 2004, arriva così al suo ‘ventennale’ dentro Eurocucina l’evento collaterale Ftk (Technology For the Kitchen), che quest’anno raccoglie come sempre circa 50 espositori, ma soprattutto si propone come momento privilegiato di riflessione sulla tecnologia e appunto il futuro del settore. Attraverso la presentazione di prodotti innovativi, concept e visioni di quello che, più che il presente, sarà il futuro prossimo della cucina, l’evento si propone di indagare nella direzione innanzitutto dell’evoluzione industriale. Anche perché da sempre il mondo della cucina rappresenta una vera e propria cartina di tornasole del progresso tecnologico: più di ogni altro è in grado di restituire i risultati delle ricerche e degli avanzamenti nei campi dell’innovazione. Ad esempio i sistemi di domotica trovano da tempo vasta applicazione in questa industry, trasformando le cucine in ecosistemi vivi dove i dispositivi sono sempre più connessi e al servizio della persona, semplificando le abitudini e garantendo efficienza energetica.