Complice il grande afflusso di pubblico e l’entusiasmo degli spettatori, la Casa dei Tre Oci ha deciso di prorogare la durata dell’esposizione nelle Sale De Maria della mostra “Dedalo” fino al 5 settembre. La mostra, nata dalla collaborazione tra Veronica Gaido e i cantieri nautici Sanlorenzo, è curata da Enrico Mattei, racconta, attraverso l’occhio della fotografa, la sottile e delicata linea che collega i cantieri navali dell’azienda ligure a Venezia, città del mare, in perenne attesa e mutazione, proprio come le opere dell’artista. Il titolo, Dedalo, riconduce infatti a quel mitico labirinto che caratterizza i cantieri ma anche la città, una fra quelle che più attraggono l’immaginario della fotografa.
“Sono partita a ragionare per il mio nuovo progetto per Sanlorenzo da Dedalo mitico costruttore del labirinto di Creta – racconta Veronica Gaido -. Labirinto ma solo in senso figurato, movimento intrigato di strade e di passaggi ove sia facile perdere l’orientamento ma in senso astratto la capacità di costruire immagini cariche di significato legate alla vita delle cose, alla vita dei luoghi e alla vita degli umani. In ogni opera si riflette un punto di vista laterale. In questo caso ho usato il labirinto come matrice di pensiero: i luoghi del lavoro li ho guardati con angolazioni impossibili, ho scelto linee che mi riportavano all’interno della complessità della vita e le stesse mi hanno segnalato la via di uscita per arrivare ad esempio a fotografare questi grandi oggetti finiti. Ho usato le luci del Cantiere come il filo rosso di Arianna prima per entrare nel labirinto e poi per comprendere le vie di uscita. Ogni barca in costruzione mi ricorda La Sapienza antica di Maestri, conoscenze quasi magiche, con un’idea di viaggio e di mistero ed eccoci di nuovo ai labirinti: una volta liberate in mare somiglieranno sempre di più ad esseri umani liberati dalla nascita all’interno del labirinto della vita”.
“I percorsi tra i ponteggi, le sagome dei nostri stabilimenti, i pontili, le impalcature, le gru, tutto trasfigurato, anche grazie al sapiente uso dei droni, in questa onirica dimensione che sembra viaggiare su un inedito asse Z al posto dei canonici X e Y, ci raccontano al meglio la complessità del nostro cantiere – commenta la collaborazione Sergio Buttiglieri, style director di Sanlorenzo -. Una fotografia, quella di Veronica, che ben si rapporta con il nostro tempo densamente liquido, parafrasando il pensiero del filosofo e sociologo Zygmunt Bauman, celebre osservatore della postmodernità e delle sue fuggevoli mutazioni”.