Rallentano le esportazioni della filiera legno-arredo nel secondo trimestre dell’anno. Stando ai dati Istat elaborati dal Centro Studi FederlegnoArredo, se nel primo trimestre si è visto un incremento del 21,3% dell’export rispetto ai primi tre mesi del 2021, nel secondo l’aumento è stato del 16%. Numeri positivi che indicano un certo affanno. La minore dinamicità dell’export è più evidente nel macro-sistema arredamento e illuminazione (che esporta per oltre il 50% della produzione), che nel primo semestre registra un incremento dei ricavi del 15,5%, positivo ma inferiore a quello della filiera nel suo complesso, con un andamento più dinamico per l’Italia (+18,3%) trascinato dai bonus edilizi, rispetto all’estero (+13,1%). Per il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin, diventa importante comprendere quanto i risultati “non nascondano in pancia gli aumenti di listino che le aziende sono state costrette ad applicare in questi mesi per i continui rincari di energia e materie prime. Basti pensare che l’indice Istat dei prezzi alla produzione dell’industria evidenzia chiaramente l’aumento dei prezzi per il legno, in particolare per i pannelli, è del 31% nei primi tre mesi del 2022 rispetto al 2019, e, anche se in misura meno marcata, per mobili (+11%) e illuminazione (+4%)”.
Ora, avverte Feltrin, “serve prudenza, anche alla luce dell’inflazione e della perdita di potere d’acquisto delle famiglie. Dobbiamo capire se i primi rallentamenti sono dovuti al calo di domanda, o a difficoltà di consegne stante la scarsità di materie prime o all’aumento dei prezzi, o molto probabilmente all’insieme di tutti questi fattori. Dopo un 2022 in cui il problema è stata la marginalità che gli aumenti di listino hanno eroso, compromettendo in alcuni casi anche gli investimenti, la preoccupazione adesso è come sarà il 2023. I cambi di scenario sono troppo repentini e il rischio di fermarsi in attesa di capire come si evolverà la situazione è reale”.
Intanto, a livello regionale, rallenta la Lombardia, (circa 1,7 miliardi di euro in valore) che nel primo semestre ha registrato un aumento del 18,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Analizzando i due trimestri si passa da una crescita gennaio-marzo del 24,1% sul 2021 al 14,3% di aprile-giugno, quindi con circa 10 punti percentuali persi. In controtendenza il Veneto, (1,6 miliardi di euro) che segna +15,5% nel semestre gennaio-giugno 2022, grazie a un secondo trimestre più dinamico (+16,2%), migliore rispetto al trimestre gennaio-marzo che aveva registrato un +14,8%. Treviso è la prima provincia a livello nazionale per valore esportato di mobile (1 miliardo di euro; +11,3% la crescita.
Segue il Friuli-Venezia Giulia con 1,1 miliardi di euro e una crescita del 27,2% nel semestre 2022, quando il primo trimestre registrava +28,5%, mentre il secondo trimestre scende a +26,1%, con una lieve flessione dell’1,4%. L’Emilia-Romagna (circa 442 milioni di euro) nel semestre gennaio-giugno 2022 ha registrato un incremento del 12%; nel primo trimestre segnava +14,5%, mentre nel secondo trimestre + 9,5% con un evidente rallentamento (-5%). Le Marche (circa 315 milioni di euro) nel primo semestre registrano un +7,6% sul 2021 – +10% nel primo trimestre 2022 e +5,5% di aprile-giugno 2022. La Toscana (circa 300 milioni di euro) passa da +25,4% del primo trimestre 2022 a un+19,8% del secondo semestre 2022, con una crescita del +15,2% . La Puglia (oltre 250 milioni di euro) nel primo semestre 2022 segna +26,8%, era +33,8% nel primo trimestre ed è cresciuta del +20,7% nel secondo.