Alla guida dello studio francese di progettazione Christian Liaigre, l’architetto Guillaume Rolland è un accanito velista e un riconosciuto interior designer per yacht e barche a vela, anche di grandi dimensioni. Dello studio Liaigre è il recente progetto degli interni del superyacht Sanlorenzo Alloy, 44,5 metri di lunghezza interamente in alluminio. Dalla sua dimora sul mare di Bretagna Rolland ci racconta il suo approccio al progetto nautico.
Quali sono i prossimi progetti in cantiere?
Lavoreremo per Sanlorenzo su una barca con scafo in vetroresina prodotta nel cantiere di Viareggio; è un 35 metri che sarà pronto dopo l’estate.
Da cosa è caratterizzato lo stile di Liaigre?
Ogni imbarcazione è disegnata da zero, ogni centimetro è fatto su misura. Non ce n’è una è uguale all’altra. Dopo i primi progetti, il nostro nome si è diffuso tra gli armatori per la cura dei dettagli e la conoscenza del settore. Sappiamo rispettare l’anima delle barche.
In cosa si differenzia dagli altri?
Negli ultimi trent’anni gli interni degli yacht sono stati un campo di gara per inserire un appartamento dentro una barca! Come si può fare entrare una dimora di lusso in un guscio che, se pur grande, ha sempre dei limiti? Siamo stati tra i primi a prendere ispirazione dalle piccole barche, di 6 o 10 metri, dove ogni elemento è ridotto all’essenziale, e ad adottare queste idee per risolvere le sfide di progetto delle barche più grandi. Abbiamo affrontato il problema in senso opposto, dal piccolo al grande, prendendo a prestito trucchi e astuzie per rendere il progetto più efficiente. Applicando questi miglioramenti il risultato è del 20% più gradevole. Ripensiamo ogni elemento in quest’ottica. È l’essenza dello stile dello studio. Apparentemente lo stile sembra dato dai legni, le pelli, i metalli: abbiamo una selezione distintiva dei materiali e dei colori, ma il vero lavoro di Liaigre è di non lasciare un centimetro che non sia stato migliorato, bilanciando le dimensioni e la forma nel modo più efficiente.
Ci fa qualche esempio di questa ricerca?
L’efficienza spazia dall’architettura navale (scafo, peso, linee) agli interni. Le porte, ad esempio, possono essere ridotte da 70 cm a 55 per ricavare spazio utile; le superfici devono avere un buon grado di aderenza per non far cadere gli oggetti. Cose normali nelle piccole barche, necessarie anche su quelle grandi. Lo stile minimalista, ad esempio, è positivo, ma non deve diventare un’ossessione: le linee curve sono indispensabili, se no ci si fa male con gli spigoli. In mare le condizioni climatiche posso cambiare all’improvviso, trasformando un paradiso in un’inferno.
Come ha maturato questa profonda conoscenza del mare?
Vado per mare da quando ho dieci anni. Ho imparato ad andare in barca a vela qui in Bretagna, mi sono appassionato subito e non ho più smesso. Il primo giorno è scattato un grande amore: al pomeriggio, quando sono tornato dalla scuola di vela, ho detto a mia nonna: “Andiamo in edicola”, e ho comprato tutte le riviste di nautica disponibili. Da allora – in quarant’anni – le ho sempre acquistate. Oltre a navigare, sempre.
Quando e come nasce il settore di interior design nautico nello studio Christian Liaigre?
Sono entrato nel 2002 come architetto e lo stesso Liaigre (mancato lo scorso settembre, ndr.) mi ha assegnato quasi subito il ruolo di capo progetto. Oggi sono principal dello studio, affiancato da Frauke Meyer, mia socia, nel ruolo di creative director. Nel 2005 abbiamo ricevuto da Rupert Murdoch l’incarico di progettare gli interni della Rosehearty, una barca a vela di Perini Navi di 56 metri, di cui mi sono occupato personalmente. Da allora abbiamo progettato almeno dieci barche a motore e a vela, alcune di grandi dimensioni e adatte alle navigazioni transoceaniche. Come la Cloudbreak di Abeking & Rasmussen, motonave di 73 m in grado di navigare anche tra gli iceberg, o la Vertigo di Alloy Yachts, un gigante a vela di 70 m che raggiunge i venti nodi.