Lo studio di architettura Piuarch ha firmato a Milano il progetto di riqualificazione urbana Ivory, realizzato e gestito da Coima, società specializzata nell’investimento, sviluppo e gestione di patrimoni immobiliari per conto di investitori istituzionali. Situato in Piazza Zavattari, nel cuore di una delle zone più sperimentali di Milano, tra San Siro e City Life, il building nasce dal recupero di un edificio degli anni Cinquanta, parte dello stabilimento della fabbrica automobilistica Isotta Fraschini. L’intervento a destinazione direzionale (di cui non sono ancora noti i tenant) ha visto un investimento di 50 milioni di euro e si svilupperà entro il 2025 su di una superficie di circa 14mila metri quadrati su 12 piani fuori terra, 1.400 metri quadrati di terrazze panoramiche, spazi funzionali e di retail.
“L’architettura degli spazi per uffici deve rispondere a un mondo del lavoro sempre più flessibile e ibrido attraverso soluzioni progettuali che mettano al centro le persone e la qualità della vita”, spiega Gino Garbellini, partner dello studio Piuarch, fondato nel 1996 insieme a Francesco Fresa, Germán Fuenmayor, e Monica Tricario. “Il progetto architettonico non è mai fine a sé stesso ma si integra nel contesto sociale, ambientale, aziendale e culturale, favorendo le relazioni tra le persone e diventando esso stesso elemento propulsore della socialità, in grado di stimolare connessioni”, precisa Garbellini. “La riqualificazione di questo edificio risponde alla strategia value-added del nostro Fondo Odissea, che mira alla rigenerazione di building per realizzare prodotti che garantiscano i più alti standard di sostenibilità e comfort”, aggiunge Matteo Ravà, Head of Fund and Asset Management di Coima.
A tal fine sono stati pensati un particolare sistema di ventilazione per migliorare l’area negli spazi e un impianto di condizionamento di ultima generazione. Anche a livello concettuale, il lavoro ha valorizzato la verticalità dell’edificio. “Abbiamo recuperato alcuni elementi architettonici della struttura originale – racconta l’architetto – che è stata mantenuta, alleggerita e ampliata grazie all’integrazione di una seconda maglia di pilastri. Abbiamo creato una ‘doppia pelle’ dall’estetica contemporanea, con ampie vetrate da cui filtra abbondante luce naturale, incastonate tra elementi metallici e linee verticali che slanciano l’intera struttura e donano movimento e dinamicità̀”.
L’intervento ha poi tenuto conto di un aspetto essenziale, ossia il luogo e la destinazione di origine del building. “Abbiamo scelto, insieme a Coima, di dare una nuova vita e identità a un edificio che porta con sé una storia e un impatto sociale e culturale nella comunità nel quale è inserito e nell’assetto urbanistico della città. A livello progettuale un intervento di riqualificazione è generalmente più complesso, perché presuppone l’interfacciarsi con ‘limiti’ strutturali che ne delineano in qualche modo la forma: il nostro approccio è stato quello di superarli entrando in sinergia con l’esistente e intervenendo con un segno architettonico pulito, leggero, non urlato”, conclude Garbellini.
Il termine dei lavori è stimato per la metà del prossimo anno e il progetto si inserisce in un più ampio piano di sviluppo per Coima. “La nostra strategia finalizzata al riuso edilizio, che negli ultimi 12 mesi ha portato al completamento di progetti per più di 50.000 metri quadrati con investimenti per oltre 400 milioni di euro, prevede ulteriori interventi per 140.000 metri quadrati e un valore complessivo di circa 1 miliardo di euro”, precisa Matteo Ravà. (Vittoria Giusti)