Nella visione di Massimo Roj, founder e global CEO di Progetto CMR, il fattore umano deve sempre essere al centro del disegno progettuale. Una filosofia che si inserisce nella storia e nella tradizione del design italiano, ma che vuole delineare un nuovo approccio per il futuro della progettazione, dal masterplan all’arredamento di interni. “Imparare dal passato per disegnare il futuro” dichiara l’architetto in occasione dell’Italian Design Day: Sustainable Innovation through Cultural Influences, organizzato alla Rome Business School.
La storia dell’arte e dell’architettura italiana, come Roj ribadisce più volte nel corso del suo intervento dal titolo ‘The timeless marvel of Italian design’, è maestra nel raccontare l’abilità di grandi personaggi di far convergere bellezza e innovazione. Modellare il paesaggio significa, infatti, intervenire a plasmare una determinata atmosfera culturale, dal momento che ogni prodotto o progetto urbano non si esaurisce nella sua materialità ma trova il proprio valore e la propria forza nel contesto, sociale e intellettuale, che si genera intorno ad esso.
La visione olistica di Roj si inserisce in un trend di sostenibilità, ambientale e sociale, che intende puntare a un innovazione in grado non solo di preservare il territorio ma anche di promuovere le connessioni culturali attraverso nuovi modelli di valorizzazione urbana. In questo senso, per il CEO di Progetto CMR, l’uomo, prima di tutto, deve essere al centro di ogni processo creativo e progettuale. Il lavoro di chi disegna e organizza lo scheletro architettonico della città nasce sempre dall’osservazione dell’ambiente circostante e delle comunità che lo abitano. “Vedere oltre la realtà che ci circonda per trovare qualcosa di straordinario” afferma Roy.
Questo l’approccio utilizzato in molte delle iniziative, sviluppate a livello internazionale, presentate quest’oggi e firmate Progetto CMR. Tra le più emblematiche nel mostrare la centralità del fattore umano, International Specialized Hospital of Uganda, un complesso ospedaliero di nove edifici pensato e disegnato, sin dalla sua origine, per e intorno alla figura del paziente.