Non solo un male che vien per nuocere, ma grande occasione di business per alcuni settori. La pandemia ha fatto riscoprire alle persone l’importanza dello stare all’aria aperta. Ne giovano le aziende produttrici di arredo per esterni. Un focus sul mercato spagnolo.
Continua la crescita delle aziende outdoor, dopo l’impennata registrata durante i primi periodi della pandemia. Il desiderio di stare all’aria aperta, di vivere gli spazi esterni di abitazioni, uffici e luoghi pubblici resta vivo: segnale dato dalla continua e crescente domanda da parte di privati che contract, hotellerie e office design. Il mercato generato dalle aziende outdoor spagnole è interessante, nonostante la forte presenza di realtà italiane possibili concorrenti. Punti di forza sono artigianalità, legame con il territorio ed estetica che rimanda a linee e tradizioni della penisola iberica.
GANDIA BLASCO: DA VALENCIA A BANGKOK
Alvaro Gandia-Blasco Lloret, vicepresidente dell’azienda, ha visto crescere nel tempo il business di famiglia, partito nel 1941 come manifattura tessile. “Non riuscivamo a trovare arredi adatti ad un nostro progetto per una residenza a Ibiza, così li abbiamo progettati noi: oggi, dopo trent’anni da quel progetto, la produzione di arredi per l’outdoor rappresenta l’80% del nostro fatturato”. Produzione e uffici sono ancora a Valencia, città in cui l’azienda è stata fondata e dove ancora oggi lavora con famiglie che hanno iniziato a collaborare fin dalle prime generazioni, ma gli showroom sono in tutto il mondo. “Il nostro mercato migliore è quello statunitense – afferma – Siamo sul territorio con uno showroom a Soho, New York, e a Los Angeles”. La Spagna rappresenta ancora un mercato importante per l’azienda, e si posiziona al secondo posto, seguito subito dopo dall’Italia. “Sembra impossibile, e invece nel Paese del design per antonomasia abbiamo raggiunto una certa reputazione, collaboriamo molto spesso con aziende italiane per progetti d’arredo completi. E’ certamente strategico avere Patricia Urquiola come designer dei nostri prodotti, questo ci ha permesso di creare un ponte tra i due Paesi e di essere coinvolti in molti progetti firmati dal suo studio. Le relazioni lavorative sono ottime anche con Cassina e Molteni; condividiamo spesso gli stessi clienti, il rapporto di stima e collaborazione è cresciuto negli anni e ad oggi cerchiamo sempre, dove possibile, di cooperare al meglio”. Tra le aperture strategiche c’è l’ufficio di rappresentanza a Bangkok, che funge da centro nevralgico pe rla gestione di progetti e ordini su tutto il mercato asiatico. “La Thaiandia è per noi molto interessante anche perché vicina ad Australia, Cina e Giappone – confessa – Ora siamo al terzo anno dopo l’apertura, e posso confermare che sia stata una scelta azzeccata”. Con la Cina “chiusa” fino a fine anno, così come altri mercati asiatici, avere un headquarter di riferimento è molto utile per l’acquisizione di nuovi clienti, la gestione di progetti in loco e la possibilità di incontrare i partner che non verranno, per quest’anno, in Europa per le principali fiere del settore, a partire dal Salone del Mobile milanese. Tra i progetti più recenti c’è il nuovo brand della società, Diabla, che è stato pensato per raggiungere fette di mercato nuove. “E’ un outdoor informale, in cui i pezzi sono firmati da designer giovani ed emergenti – continua – Con questa collezione possiamo offrire un prodotto adatto a spazi più ristretti, come balconi e piccoli terrazzini, e di conseguenza proporci per progetti residenziali di città come Hong Kong o Tokyo, in cui gli spazi esterni disponibili sono molto più limitati rispetto ad altre città nel mondo. Il target a cui pensa Diabla ha anche una capacità economica inferiore rispetto a chi acquista Gandia Blasco, e preferisce colori più decisi, vivaci”.
ESPANSIONE AZIENDALE IN LINEA CON LA CRESCITA DELLA SEDE OPERATIVA
Altra azienda a conduzione familiare, Kettal è stata fondata nel 1966. Oggi hanno il loro head office a Barcellona e la sede produttiva a Bellvei, nella provincia di Terragona. Storicamente, la vecchia fabbrica è stata il riflesso della loro crescita come azienda; ampliato costantemente nel corso degli anni, cambiando per soddisfare le esigenze di ogni nuova epoca, il modesto edificio del 1967 di 1000 mq ha subìto una serie di modifiche che hanno portato la sede produttiva ai suoi 50mila mq attuali. Nel 2014, nel tentativo di rendere più efficiente la sua espansione e per far fronte ad una produzione dai ritmi più serrati, Kettal ha deciso di riprogettare completamente gli impianti di produzione, includendo al suo interno anche uffici e showroom. “Il fattore umano è molto importante – racconta Emiliano Marín, export Sales Director – I processi manuali hanno la priorità su quelli meccanici e l’85% dei prodotti Kettal sono fatti a mano. Ogni prodotto è trattato come un oggetto unico, il che significa che è possibile utilizzare determinate tecniche che non sarebbero possibili in un processo di produzione industriale”. Oltre al fattore umano legato alla manualità e alla produzione di ogni singolo prodotto, l’importanza delle persone che collaborano con l’azienda è di estrema rilevanza. “Kettal è un’azienda che si riconosce profondamente nelle sue radici; molti dei nostri collaboratori vengono da famiglie che lavorano per il brand da generazioni. La nostra sede produttiva riflette perfettamente l’identità delle persone che lavorano con noi, così come il brand stesso”. Anche Kettal conferma gli ottimi “rapporti di vicinato” con l’Italia, Paese con cui stringe da tempo accordi per progetti importanti. “La percezione del nostro brand in Italia è molto positiva – conclude – Abbiamo rapporti solidi con i migliori dealers di tutto il territorio”.