Coperture bioclimatiche e schermature solari amplificano gli spazi domestici, tagliano i consumi energetici e mitigano gli effetti del climate change. Con benefici apprezzabili in tutte le stagioni.
Protagoniste di una nuova architettura immersiva, verande e tende schermanti funzionano da ‘moltiplicatori’ di spazi che, soprattutto durante la sempre più lunga stagione calda, consentono di ampliare l’ambiente abitabile con non pochi benefici in termini di illuminazione, raffrescamento e risparmio energetico. L’idea di poter usufruire di una struttura coperta per terrazze e giardini, addossata all’abitazione o autoportante, in fondo traduce in realtà la visione di Glenn Murcutt, l’architetto australiano vincitore del Pritzker Price nel 2002, secondo il quale fra le prime necessità della residenza contemporanea ci sarebbe proprio quella di favorire una continuità visiva, spaziale e funzionale fra interni e outdoor: sia con l’aumento del numero e della dimensione delle finestre, che attraverso l’aggiunta di moduli esterni ‘leggeri’ ma non per questo meno vivibili e confortevoli.
Il mercato si è stabilizzato, ma l’innovazione produttiva non si ferma
Il settore ha vissuto in Italia un biennio effervescente subito dopo la pandemia, con una crescita sostenuta dalla spinta congiunta del desiderio di vita all’aria aperta e dei bonus: nel 2023, in uno scenario che ha sofferto per gli effetti dell’inflazione e del rialzo dei prezzi delle materie prime, ma anche per lo stop allo sconto in fattura per le detrazioni da Ecobonus e per gli incentivi fiscali collegati al bonus 110%, il mercato interno ha iniziato a frenare. Tuttavia, le aziende hanno continuato a mettere a punto soluzioni sempre più innovative per rispondere alle nuove esigenze della fruizione degli spazi open air, dell’impatto ambientale e della semplicità d’installazione: grazie alle pergole bioclimatiche, dotate di lamelle in alluminio orientabili in maniera automatizzata, si può infatti regolare la quantità di luce solare, migliorare la ventilazione o, all’occorrenza, usufruire di una copertura fissa, che protegga dalla pioggia; in più, l’aggiunta di tende a caduta verticale sostenute da guide laterali aiuta a schermare ulteriormente lo spazio, creando un microclima ottimale in ogni stagione. E, non ultimo, per la posa di questi sistemi in genere non è necessario ottenere alcun permesso o concessione (fatti salvi specifici vincoli paesaggistici o comunali da verificare di volta in volta), perché l’installazione non implica interventi murari invasivi e la struttura può essere facilmente rimossa.
In un’ottica di risparmio energetico cresce la domanda di tende solari
Fra i principali player internazionali nel panorama delle soluzioni ombreggianti e delle schermature solari, KE – brand del gruppo BAT con quartier generale a Noventa di Piave, a nord di Venezia – vede comunque con positività il futuro del settore: a fronte di un fatturato 2023 Business Unit KE (worldwide) di 77,01 milioni di euro (contro gli 83,14 milioni del 2022), “siamo moderatamente soddisfatti dei risultati, che tengono conto di una congiuntura non favorevole del nostro comparto specifico sia in Italia che all’estero”, commenta Simone Mazzon, amministratore delegato della società. “Siamo riusciti a contenere la perdita di fatturato meglio dei benchmark di mercato, e abbiamo consolidato le marginalità di bilancio. L’evoluzione dei nostri prodotti è costantemente rivolta a migliorare la vivibilità degli spazi esterni che andiamo a progettare con le nostre strutture oltre a curarne l’aspetto del design architettonico”. Se è vero che la voglia di outdoor letteralmente ‘esplosa’ nell’era Covid sta ancora esercitando un’azione di traino a livello economico, si tratta comunque di un fenomeno che “ha contribuito a creare una nuova consapevolezza e una diversa cultura della gestione e della vivibilità degli spazi esterni, una visione che rimarrà per il futuro”, prosegue Mazzon. Non si può tuttavia dimenticare che, a distanza di due-tre anni dalla fase più delicata del periodo pandemico, “il pubblico ha ricominciato a investire i propri risparmi nei viaggi, nel turismo e nella vita sociale al di fuori della casa”.
I primi mercati per KE, dopo l’Italia (35%), sono quello francese (20%), gli Usa (18%), il mercato di area tedesca (8%), quello spagnolo (5%) e a seguire altri Paesi esteri in maniera frazionata, principalmente Europa, Middle East e Nordics: “Riteniamo che il nostro mercato continuerà a svilupparsi nei prossimi anni per ciò che riguarda la schermatura solare dei fabbricati, che è sempre più necessaria per il miglioramento del benessere abitativo e per la sostenibilità ed efficienza energetica degli edifici, nelle residenze private come nell’hospitality”. Secondo una stima di Assotende, infatti, le schermature solari riescono a tagliare il consumo energetico per il condizionamento e la ventilazione fino al 25% durante i mesi più caldi, mentre per il riscaldamento la riduzione può arrivare al 10-15%.
La stagione del dehor adesso dura per tutto l’anno
In una ripristinata condizione di normalità, replicare nell’immediato le performance pre Covid appare decisamente complesso: “È necessario fare una sintesi obiettiva, tornando a confrontare i risultati di oggi con quelli più veritieri del periodo pre-pandemico”, fa notare Edi Orioli, amministratore delegato di Pratic, azienda udinese fondata nel 1960. “Abbiamo sempre creduto in una crescita graduale, e fino al 2019 questa si traduceva in un incremento annuo del fatturato di circa il 5-7%. Facendo quindi riferimento a quell’anno, il 2023 si è chiuso con un +10% che ci rende molto soddisfatti. A maggior ragione se consideriamo lo stallo economico che stanno vivendo mercati per noi centrali, come Germania, Svizzera e Austria, nei quali lo scorso anno abbiamo riscontrato una flessione di circa il 40%. Le nostre aree geografiche d’interesse sono rimaste invariate anche all’indomani dell’ingresso in StellaGroup e, visto che all’interno del gruppo industriale, Pratic è stata individuata come azienda leader per il settore outdoor, abbiamo avviato un’importante attività di cross-selling dei nostri principali prodotti verso Olanda, Germania, Austria e Nord Europa, territori da sempre punto di riferimento per il brand. Nel 2023 abbiamo ottenuto ottimi risultati anche da una nuova apertura negli Stati Uniti, dove s’intravvedono sviluppi importanti”.
Nell’ultimo biennio a livello globale si è assistito a un lieve calo della domanda, “ma la tendenza rimane positiva e il desiderio dei clienti continua a essere quello di poter vivere il dehor il più a lungo possibile, indipendentemente dalla stagione. Questo aspetto non può non influire sull’innovazione dei prodotti, per i quali dobbiamo comunque tenere conto anche di una certa territorialità: in Italia, per esempio, la pergola bioclimatica ha avuto un grandissimo successo, mentre in Germania si continua a preferire il giardino d’inverno con soffitti vetrati che favoriscono l’ingresso della luce solare, sempre più ricercata al Nord”.
Ormai l’esigenza legata all’outdoor non è più solamente quella di protezione solare, ma anche di schermatura contro le intemperie e le temperature più rigide: “Poco per volta le pergole si sono dotate di tende verticali e di vetrate di design, come anche della possibilità di integrare sistemi di riscaldamento custom: nuove implementazioni in questo senso sono certamente possibili, ma vanno bilanciate con l’accessibilità sotto il profilo economico. Ciò che crediamo invece essere centrale è uno sviluppo orientato alla flessibilità e alla personalizzazione, da realizzare con i prodotti e con un servizio di consulenza e assistenza completi in ogni fase di realizzazione del progetto”.
Sono in evoluzione anche per Pratic le richieste di tende da sole verticali: “Per primi abbiamo creato una gamma completa di schermature che uniscono l’eleganza del design made in Italy a concept avanzati: dalla prima pergola con telo in PCV ai modelli bioclimatici, fino alla struttura con pareti specchiate. Grazie a tessuti tecnici altamente performanti, questi modelli permettono di abbassare fino a 4-5 gradi la temperatura interna delle stanze, riducendo di riflesso anche l’impiego di sistemi di climatizzazione”.
L’alternativa Corten, acciaio “leggero” ma resistente con i colori della terra
Accanto ai modelli in alluminio, stanno conquistando terreno nelle scelte dei progettisti le pergole e le mini architetture da esterno in Corten, un particolare tipo di acciaio legato con rame, cromo, fosforo e nichel brevettato dalla United States Steel Corporation nel 1933. Si tratta di un materiale con particolare tenuta meccanica ed elevata resistenza alla corrosione, che in virtù della sua particolare ‘leggerezza’ consente di ridurre il peso delle costruzioni e, grazie al processo di ossidazione che si realizza nel tempo, assume sfumature uniche, che si trasformano in base alle condizioni climatiche: non a caso il Corten (il nome ha origine dalla crasi delle espressioni inglesi CORrosion resistance, resistenza alla corrosione, e TENsile strength, resistenza alla trazione) viene anche definito un metallo ‘vivo’ perché se la patina superficiale viene intaccata o scalfita, il processo di ossidazione riparte fino alla formazione di un nuovo film protettivo.
Il Giardino di Corten è il brand che nasce nel 2008 dagli oltre 150 anni di esperienza imprenditoriale della famiglia Schneider, che a Sauris, antico borgo nel cuore delle Alpi carniche, nel 1865 avvia la produzione di passerelle in metallo per acquedotti. Oggi l’azienda friulana è leader nel segmento outdoor di prodotti in Corten e firma mobili da esterno, fontane, contenitori, ombreggianti e da ultimo il modulo ‘La stanza che non c’è’: una struttura polifunzionale dalle linee essenziali, personalizzabile quanto a dimensioni, finiture e accessori, che di volta in volta può diventare sauna, zona relax, serra, studio o luogo di ospitalità.