“Le lampade a incandescenza hanno dato luce al XX secolo, quelle a Led illumineranno il XXI”, con questa breve spiegazione il premio Nobel per la fisica 2014 è stato assegnato a tre scienziati giapponesi (Isamu Akasaki e Hiroshi Amano della Nagoya University, e Shuji Nakamura dell’Università della California Santa Barbara) per le ricerche sui diodi semiconduttori, impiegati per i led a luce blu che hanno permesso la creazione della nuova generazione di lampadine Led a basso consumo. Che possono funzionare anche a bassa tensione con l’energia fornita da un pannello solare fotovoltaico: le lampade Led possono aumentare la qualità della vita di 1,5 miliardi di persone che non hanno accesso alla rete elettrica, viene citato nella motivazione.
I led (acronimo che deriva dall’inglese light-emitting diode) non vengono utilizzati solo per le lampadine ma trovano largo impiego in tutte le apparecchiature elettroniche mobili, per esempio i cellulari. Da trent’anni gli scienziati lavoravano sui diodi a luce rossa e verde, ma senza quelli a luce blu non si potevano creare le lampadine a luce bianca. Akasaki, Amano e Nakamura hanno identificato e separato la componente blu dai semiconduttori e, conclude la motivazione del Nobel, “lanciato una trasformazione fondamentale nella tecnologia dell’illuminazione”.