Una design week davvero ricca per De Castelli

Un design coinvolgente, capace di far confluire passione e tensione poetica, artigianato e tecnologia, fantasia e ricerca, De Castelli è una fucina – è qui il gioco di parole non è certo metaforico – capace di sfornare idee e suggestioni che raccontano della storia dell’uomo e della sua abilità di affrontare la materia. Senza mai fermarsi, visto che quest’anno l’azienda di Crocetta del Montello in provincia di Treviso, ricomincia da quattro. Sì perché, per la famosa kermesse milanese, il brand ha scelto di coinvolgere il pubblico di appassionati in quattro location differenti.

L’azienda conferma la sua presenza istituzionale a Rho, dove per la prima volta si potrà scoprire la nuovissima finitura Glyphé, frutto della ricerca 2023, che ha portato l’azienda a sperimentare nuove lavorazioni complesse e sovrapposte che traggono ispirazione dalle tecniche tradizionali di forgiatura e che sostituiscono al ferro, l’ottone. L’effetto inedito, viene raggiunto attraverso fasi stratificate di battitura, ossidazione, lucidatura, spazzolatura e levigatura che danno vita a deformazioni materiche su lastre ad alto spessore. L’esito è un paesaggio primitivo e geologico, capace di tracciare una mappa visuale tutta da scoprire, fatta di orme, incisioni, impronte uniche e differenti, esaltate e scolpite dai diversi trattamenti, come quelle tracciate sul nuovo tavolino Xilo disegnato da Delineo design.

Il divisorio Monolite disegnato da TIPSTUDIO ha un corpo massiccio levigato da azioni erosive, evoca formazioni geologiche sulla sua superficie

Nello stand sono inoltre esposte le nuove collezioni, espressione della ricerca Biomorphic del 2022 che indaga il tema delle forme organiche: il cabinet Ripple di Marco Pisati, la consolle Sinestesia e il divisorio Monolite firmati Tipstudio, la libreria freestanding Airframe progettata da Pio e Tito Toso. Completano lo stand il tavolo Folio di Draw Studio e alcune collezioni già a catalogo come la madia Sculpt di Francesco Forcellini e i tavolini Between Nature di Stormo Studio, sempre parte della sperimentazione Biomorphic che valorizza e reinterpreta in chiave contemporanea le antiche tecniche di battitura e martellatura sul metallo. Glyphé è anche protagonista d’eccezione nello showroom – la prima presenza in città – dove un pannello a tutta altezza e un grande chandelier raccontano al meglio il nuovo alfabeto, tra segni grafici e effetti cromatici, insieme a una selezione di prodotti, patrimonio progettuale e l’esperienza tecnica di De Castelli.

Dallo sgabello/scultura Efesto di Martinelli Venezia alle lampade a parete Aare di Alexander Purcell, dal cabinet Ripple di Marco Pisati alle lampade a sospensione Luce Solida di Gumdesign tutto concorre a creare quell’alchemica armonia che solo il metallo riesce a creare. Per la mostra collettiva Inter Nos organizzata dalla galleria Dilmos – altra tappa meneghina – De Castelli con Alessandra Baldereschi presentano il tavolo Robin, in edizione limitata, realizzato con una lastra in ottone sinuosamente modellata e curvata grazie alla sapienza artigianale dell’azienda. Un episodio onirico e fiabesco, che racchiude tutto l’immaginario fantastico della designer e dell’azienda che l’ha realizzato. E per finire, c’è Doppia Firma – il progetto di Fondazione Cologni e Living Corriere della Sera presentato da Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship a Palazzo Litta – dove De Castelli e Giampiero Bodino, sfidano l’alta gioielleria con Para-Vimento un paravento che rielabora i decori dei pavimenti di Palazzo Litta attraverso intarsi e ossidazioni su acciaio, rame e ottone, in una sintesi perfetta. Tra uomo e materia.

 

Il tavolo Folio, disegnato da Draw Studio è un volume puro e preciso, caratterizzato da una composizione di piani ortogonali realizzati in lastre di ottone spazzolato.

 



Editoriali di David Pambianco