Come la Primavera di Botticelli, il tappeto fiorito di Carlotta Fortuna per Amini

La bellezza della natura, mediata attraverso l’occhio dell’arte, un’allegoria della vita che ha arricchito di dettagli le opere dei più importanti artisti del Rinascimento e non solo. Ritratti, paesaggi da guardare da vicino, per scoprirne le minuzie, tra trame e colori. E da replicare, ma non in modo pedissequo, ma immaginando di nuovo quel magico universo che ha fatto dell’uomo il centro del mondo con uno sguardo fresco e contemporaneo. Anche se non si ha un pennello in mano. Ma un filo, o meglio nodi, per l’esattezza 160.000 al metro quadrato lavorati con maestria come solo una manifattura come Amini riesce a fare. Ed è così che l’arte della pittura e della tessitura si sono incontrate grazie alla delicata mano Carlotta Fortuna, designer con la passione per la bidimensionalità, in un tappeto, che rende omaggio proprio a una tela dipinta e precisamente una delle più fiorite, la Primavera di Sandro Botticelli  – che contiene ben 190 tipi di piante diverse, scelte tra quelle che fioriscono nelle campagne fiorentine tra marzo e maggio –  una delle tele con più selfie all’interno degli Uffizi.

Gambi, foglie e petali di fiore rappresentati sotto forma di piccoli tratti, come pennellate libere sulla tela di un pittore, dove anche la scelta dei colori per i soggetti e per lo sfondo scuro (il tappeto ha due colorazioni), trova la sua forza evocativa. La collezione Giardino di Amini, con il suo ricercato linguaggio estetico, rievoca tutto questo, un prato di campagna selvaggio e spontaneo, e uno spazio dell’arte a cui manca solo una Venere in abito rosso che cammina. Tra teatralità e decoro, come racconta la designer: “Ho sempre pensato al tappeto come uno spazio sacrale, uno spazio che separa dove ci si siede al centro per contemplarne il contenuto. Questo contenuto per me è sempre stato la Madre Terra in tutte le sue forme.” 



Editoriali di David Pambianco