L’incremento del costo del legno da importazione del 30% e la rincorsa speculativa alle risorse ha una diretta ricaduta sulla filiera del mobile e in particolare del pannello. L’aumento generalizzato delle materie prime, cui stiamo assistendo a livello internazionale, colpisce anche il comparto del legno e come diretta conseguenza quello dei pannelli. Paolo Fantoni, vicepresidente di FederlegnoArredo e presidente di Assopannelli, pone l’accento su una “situazione molto omogenea e radicata in tutta Europa e che, da quanto siamo in grado di percepire, riguarda anche il Nord America e non, invece, il mercato dell’Estremo Oriente che ha una sua dinamica”. Il settore del pannello “ha iniziato a entrare in forte fibrillazione solamente a dicembre-gennaio”, quando sono avvenuti due fatti importanti: “da un lato, una incredibile oscillazione dei costi di determinate materie prime, soprattutto legate alla chimica e alla colla, come metanolo e melanina con rimbalzi che hanno sfiorato il 100%”, poi “in parallelo alla crescita del prezzo del petrolio al barile, l’incremento di energia e gas che nei nostri processi di trasformazione sono importanti per l’essiccazione del legno con valori che vanno dal +20 al +25%. Il legno è aumentato e ci aspettiamo che aumenti ancor di più nel prossimo futuro”. L’attesa è che l’incremento dei costi riferito al mondo del pannello sia nell’ordine del +15-20%.
Quel che è accaduto, chiarisce Fantoni, è che “da gennaio in poi, all’aumento dei costi delle materie prime si è aggiunta una rincorsa speculativa legata all’accaparramento delle risorse, che sta aggravando la situazione”. Una situazione che segnala una fragilità del settore del mobile che ha spesso attivato, e ancora accade, nel rapporto con i produttori di pannelli “una logica di pronta consegna a non di programmazione della produzione, di allocazione delle capacità produttive che in questo momento sta premiando le aziende più strutturate e organizzate e che già da tempo hanno instaurato con partner e fornitori un rapporto basato su una programmazione dei consumi e degli acquisti che non è certamente quella dell’improvvisazione e del brevissimo cabotaggio” chiosa Fantoni, che esprime anche la speranza che “da questa situazione, che certamente premia le aziende più strutturate, se ne esca con una maturità nel rapporto di fornitura che deve essere inquadrato con una maggiore qualità professionale e di programmazione”. E intanto anche il mondo produttivo guarda alla campagna vaccinale con grande attenzione, nella consapevolezza che ci traghetterà verso una nuova normalità. Nel frattempo, “la scala dei bisogni delle famiglie, che fino a un anno fa trovava nella identità personale un importante momento di sfogo, che si concretizzava in acquisto di abiti, viaggi, ristorazione, ora è focalizzata sugli aspetti della casa e della sicurezza”.
Ed effettivamente il settore del mobile è tra quelli che tutto sommato ha sofferto meno l’emergenza sanitaria prima ed economica poi. Vivere costretti entro le mura domestiche ha avuto come diretta conseguenza una rinnovata attenzione alla casa sulla quale si sono diretti gli acquisti che prima erano indirizzati ad altro: “sono lievitati bisogni che si sono trasformati in un acquisto di mobili, e pannelli a monte, più elevato. Riteniamo che per ancora 6-9 mesi il riflesso del condizionamento Covid possa avere questo effetto. L’auspicio resta che, anche attraverso l’istituzione del passaporto sanitari,o le persone possano recuperare via via quote di normalità”.