Un momento positivo per il settore che punta a crescere nel 2021 oltre il 10%. Sul tappeto però restano alcuni temi da monitorare e affrontare. A partire dalla distribuzione su tutta la catena, dalla produzione all’installazione.
Angaisa, Associazione Nazionale Commercianti Articoli Idrosanitari, Climatizzazione, Pavimenti, Rivestimenti ed Arredobagno, è un punto di riferimento importante per tutti i distributori del settore, offrendo supporto e opportunità di confronto su temi di particolare attualità e importanza strategica per il futuro dell’idrotermosanitario. Tra le tematiche cruciali sollevate da Enrico Celin, presidente Angaisa: cambiamenti in atto dovuti all’incertezza del periodo, importanza della filiera commerciale, trasformazione e ruolo della distribuzione specializzata.
Le reazioni a catena scatenate dalle pressioni di domanda e offerta
“Ciò che stiamo vivendo – racconta Celin – è un continuo riposizionamento dei listini, dovuto anche alla scarsa reperibilità delle materie prime. Non siamo l’unico settore che patisce questo problema, contestualizzato alla ripresa mondiale dei consumi con la Cina che sta crescendo con livelli di Pil molto forti rispetto al resto del mondo, seguita dall’area oceanica e dall’America. A questo, si somma l’elemento di scarse possibilità di forecast sulle produzioni mondiali legate allo sviluppo della pandemia”. Si consideri anche che il nostro Paese, così come l’Europa in generale, sono luoghi di manifattura e non di produzione, che risentono delle dinamiche e pressioni di domanda e offerta. “Nella catena di produzione e nella manifattura – continua – viene poi fatta speculazione, che crea un vortice di aumento dei prezzi. Negli ultimi sei mesi molte nostre aziende hanno dovuto riposizionare i listini con aumenti dal 7 al 10% di media, valore molto alto rispetto ad una tipica variazione, generalmente di uno o due punti l’anno. Contiamo in un assesto a partire da ottobre 2021”. Le conseguenze ricadono su tutti, dalla distribuzione agli installatori, poiché si fatica ad accettare che, preventivando di ordinare alcuni materiali ad un determinato prezzo, verranno invece ritirati con un aumento considerevole. “Si avverte da tempo difficoltà e tensione – confessa sempre Celin – Ma purtroppo non possiamo farci molto. L’unica alternativa possibile è concludere i lavori e incassare, come stanno facendo tutti del resto”. Azzardando un possibile cambio di rotta, per far fronte alla scarsa reperibilità di materiali e conseguenti ritardi su tutta la catena, si potrebbe forse pensare all’utilizzo o allo studio di soluzioni alternative, nuovi materiali, nuove dinamiche progettuali, ma Celin è prudente e dubbioso. “Di certo molti sistemi si sono evoluti con ingegnerie nuove, per tentare di far fronte alla problematica della scarsa reperibilità. Per citare un esempio su tutti, si sta studiando un composto chimico per sostituire l’agglomerato con cui si crea il cappotto termico, che non solo può fungere da barriera ma anche da compendio al fotovoltaico. Sono stati avviati studi in questo senso, ma dire che in questo momento possano rappresentare la soluzione al problema sarebbe un azzardo. Ad ogni modo non lamentiamoci, il momento per il settore è decisamente favorevole, e non parlo solo dell’impiantistica ma anche dell’edilizia. Gli studi per lo sviluppo prodotto e le migliorie in campo tecnologico sono in atto, ma si parla di cicli di circa 3 o 4 anni per poterle testare e mettere a punto. Di certo non possono essere considerate come alternative per compensare o risolvere la tensione tra domanda e offerta che stiamo vivendo”.
AnGaisa e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Angaisa lavora al momento per dare massimo supporto agli associati, in relazione al Pnrr, con piani di intervento molteplici. “Questo – precisa Celin – è un aspetto importante, che premia il contenimento del consumo di suolo e dello spreco energetico, sia dal punto di vista dell’energia elettrica e termica. Nonostante ancora oggi le case consumino molto, il piano d’intervento si inserisce perfettamente negli obiettivi e scopi del Pnrr, che prevede un considerevole contenimento dei consumi, passando dai carbon fossili alle energie rinnovabili. Questo innesca meccanismi che favoriscono lo sviluppo e il miglioramento della parte impiantistica, che ci vede coinvolti: il cambio da caldaia tradizionale a pompa di calore supportata da pannelli fotovoltaici o solari equivale a un valido contenimento di costo, di consumo energetico e di contenimento delle emissioni di CO2. Detto ciò, il nostro settore ne sta portando a casa benefici e vantaggi, si sta registrando una riqualificazione da parte degli installatori, impiantisti e di conseguenza in parallelo stiamo avvertendo un cambiamento anche nella distribuzione, che deve avere prodotti e soluzioni per imprese installatrici diversi rispetto a quanto veniva proposto sino a tre o quattro anni fa. Punto determinante è che l’impiantista assuma un impegno in parallelo alla distribuzione: l’associazione ora è coinvolta in un programma di consulenza, destinato anche ad altre associazioni (come Cna e Confartigianato, Assobagno e Federlegno, per citarne solo alcune) per tutelare tutta la filiera”. Il settore sta fortunatamente godendo di un incremento di fatturato inaspettato, vista la precedente stagione di stallo causata dalla pandemia. “Mi piace definirlo un momento di mercato ‘euforico’ – conferma – i numeri che si sono espressi con il primo semestre del 2021 sono molto positivi; questo rappresenta un momento importante per tutta la categoria dal punto di vista del consolidamento e per il riposizionamento di alcuni investimenti, che certamente torneranno utili in termini di processi evolutivi nei prossimi due anni. Sono certo che se manterremo questo trend sino alla fine del 2021, la crescita che registreremo sarà bel oltre il 10%”.