Una “rivoluzione culturale che metta al centro il lavoro creativo italiano”, ma anche un collegato che verrà presentarto in occasione del prossimo Consiglio dei Ministri per la valorizzazione la tutela del marchio, oltre a tutte le iniziative volte alla defiscalizzazione delle imprese per favorire l’occupazione. E, non da ultima, la formazione con corsi ad hoc per sostenere la filiera del legno-arredo. Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in occasione dell’inaugurazione del Salone del Mobile di Milano, interviene a tutto campo su quelle che sono le criticità e le potenzialità del settore. “In questo evento – afferma – sono raccolti alcuni dei principali filoni strategici sui quali questo Governo intende lavorare”. E dunque: imprese, fisco e lavoro. Serve, evidenzia Meloni, “un ecosistema che sia favorevole al mondo della produzione. Tasse giuste, una giustizia efficiente, una burocrazia che sia al servizio dei cittadini e che non pretanda che i cittadini siano al suo servizio. La prima di queste riforme è già sul tavolo: è la delega per la Riforma Fiscale, con la quale noi ci poniamo l’obiettivo di abbassare la pressione fiscale con attenzione anche alle imprese e al mondo del lavoro. Perché uno degli obiettivi della delega fiscale – ricorda – è reivestire ciò che si risparmia in innovazione e posti di lavoro”. Quindi l’obiettivo del Governo, che si può riassumere in ‘più assumi e meno paghi’, “è un modo per favorire il lavoro, perché il lavoro consente a ogni cittadino di partecipare alla crescita della sua comunità, garantisce dignità ed è l’unico e vero ammortizzatore sociale, la nostra scala nella crescita delle persone. Non mi rassegno a una società nella quale abbiamo come modello di riferimento quello di favorire il reddito di cittadinanza. Il nostro modello di riferimento è come si fa a garantire e a favorire il lavoro ed è su questo che il Governo continua a lavorare”.
Meloni fa poi cenno a “un altro elemento fondamentale per la nostra economia: il marchio, l’eccellenza, la cosa più preziosa che abbiamo, a patto che siamo in grado di difenderlo e valorizzarlo”. Quindi l’annuncio che “siamo in arrivo con il ministero delle Imprese e del Made in Italy per portare in CdM nelle prossime settimane un collegato alla manovra finanziaria che ha come obiettivo il tema della valorizzazione del marchio. Una sorta di legge quadro per valorizzare le nostre eccellenze puntando su tre pilastri: la lotta senza quartiere alla contraffazione e alla concorrenza sleale, con tutela di brevetti e marchi; strumenti finanziari per fare crescere le pmi particolarmente nei settori dell’eccellenza; fomazione e competenza”.
A valle di tutto una “rivoluzione culturale”, la necessità di “rafforzare le competenze che mancano e allineare domanda e offerta di lavoro. Non possiamo accettare che mentre continuiamo ad accapigliarci sul reddito di cittadinanza, le imprese dichiarino che in quattro casi su dieci hanno difficoltà a trovare manodopera qualificata per lavori che sono ottimamente retribuiti. Bisogna lavorare per riallineare quelle competenze. E allora sì. La sifda di un ‘liceo del made in Italy’, cioè una rivoluzione culturale che dica quanto è legata la nostra identità anche ai settori che sono connessi al nostro marchio è in realtà, secondo me, una delle soluzioni a questo problema. Come anche il tema degli Its, che secondo noi devono evolversi ed essere focalizzati sempre di più sulle tecnologie digitali e favorire la trasmissione di saperi tra chi è prossimo all’età pensionabile e le nuove generazioni che a quel sapere possono aggiungere innovazione”.
Il premier fa cenno infine alla necessità di innovare rispetto alla tradizione e alla sostenibilità. Un tema, quest’ultimo, “molto sentito dalla filiera legno-arredo. In Italia abbiamo un patrimonio boschivo utilizzato solo in minima parte. Manca una strategia forestale e pesa la solita burocrazia, con la conseguenza che, in molti casi, il legno si compera all’estero. Credo si possa fare qualche cosa in più. Stiamo lavorando con i ministeri competenti per disegnare una cornice che renda il settore indipendete coniugando sostenibilità ambientale e sostenibilità economica. Il processo è lungo: ma noi vogliamo una filiera del legno arredo 100% made in Italy e questi sono obiettivi sui quali siamo già al lavoro”.