Allargare il portfolio con nuove licenze nel lusso. Non solo nella moda. Ma anche ampliare i mercati di sbocco e puntare sul digitale. Questi gli obiettivi del gruppo guidato da Andrea Gentilini.
Chiari gli obiettivi di Luxury Living Group, azienda romagnola produce e distribuisce da oltre 30 anni arredi su licenza per conto di alcuni tra i più importanti brand del lusso (Fendi Casa, Trussardi Casa, Bentley Home e Bugatti Home) e passata a luglio scorso nella scuderia di Lifestyle Design, portando in dote un giro d’affari di circa 90 milioni di euro. A guidarla, da inizio dicembre, Andrea Gentilini. “Il nostro obiettivo è allargare il portfolio. Lo stiamo perseguendo. L’attività è iniziata da tempo e siamo in una fase di consolidamento di alcune ipotesi che abbiamo fatto all’inizio dello scorso anno. Stiamo per confermare l’ingresso di importantissime licenze che vengono dal mondo fashion e non solo” spiega Gentilini a Pambianco Design. Ma come muove le proprie pedine Luxury Living Group nella scacchiera del design italiano? Tutto parte dalla individuazione e dalla mappatura delle “aree di gusto” e dei “codici” più attuali che il mondo del design e soprattutto del lifestyle indicano, quindi “cerchiamo di comprendere quali possano essere i brand che incarnano quei tipi di valori. Selezionati alcuni tra i più importanti, cerchiamo di capire se sono interessati al nostro progetto, con l’obiettivo di popolare in modo attento e strategico il nostro portfolio, così che che possa rispondere a diverse tipologie di linguaggi, codici e stili in tutte le geografie della terra, che sono diverse e non tutte rispondono agli stessi elementi”.
LIFESTYLE? NON E’ PER TUTTI
Ma, sia chiaro, non basta riferirsi a un brand importante e pensare che possa avere naturalmente una declinazione lifestyle capace di creare interesse. “Non è così” chiosa Gentilini, evidenziando che “ci vogliono brand importanti e conosciuti nel mondo che abbiano una storia, una reputation fortissima legata al mondo del lusso. Questo nel fashion, nell’automotive, ma potrebbe riguardare anche il mondo della gioielleria, dell’orologeria. Ma poi questi brand devono anche incarnare valori capaci di riferirsi ad un’area stilistica di gusto che sia presente nel lifestyle, perché non è così consequenziale il ragionamento”. In sostanza, la precondizione è appartenere al mondo del lusso e godere della corretta reputazione. Poi però è necessario essere anche in grado di potere rappresentare un certo tipo di lifestyle. “Per questo la nostra attività consiste nel ricercare e individuare i cluster stilistici che andiamo a popolare con le offerte dei brand che entrano in famiglia”.
FOCUS SU NUOVE GEOGRAFIE
E che sia in corso un consolidamento del settore non è solo una evidenza, ma anche una necessità: “credo che il mercato oggi lo necessiti, come per esempio è accaduto nel mondo dell’occhialeria. Basti pensare all’operazione di cui si è resa protagonista Luxottica”. “Il nostro obiettivo è porci come un interlocutore capace di sviluppare e portare nel mondo del lusso il lifestyle. Ponendoci poi in una logica di mercato per soddisfare tutti i grandi clienti, sia retailer, sia finali. Credo che sia un modello di business vincente e che sempre di più il mercato lo richieda”. Certo, fare parte del colosso Haworth aiuta, in termini di vantaggio competitivo: “ci consente di valutare delle geo-opportunità in modo molto più efficiente, anche solo sul fronte dell’analisi”. Va detto che Luxury Living Group ha già una forte connotazione internazionale perché è presente in tutte le geografie da molti anni: Cina, Asia, Usa. Qui sono tre le location gestite direttamente, a New York, Miami e Los Angeles. Ora “stiamo investendo per aprire a Parigi a metà mese e operando per avere nuovo store a Londra. I mercati americano ed europeo sono dei riferimenti e, per motivi diversi, ci vedono operare con storicità lunghe”. Con Lifestyle Design è in corso “una valutazione di gruppo sulle geografie che stanno crescendo”. Intanto “ci accingiamo chiudere un 2020 allineato al 2019, con poche differenze. Ciò significa che i mercati principali, compreso quello americano, hanno continuato a dare il loro importante contributo. In Usa la contrazione è stata minima; l’Europa ha reagito in alcuni casi molto bene, in altri ha subito leggere contrazioni sui valori. Nel Far East asiatico contributi importanti e significativi sono arrivati da Corea e Vietnam. La Cina resta il primo mercato e il più reattivo”. E se pensiamo che, stando alle stime, nel 2050 il 50% dei consumi di lusso in Cina sarò domestico, vien da sé che si tratta di “un mercato importantissimo che fortunatamente lo conosciamo bene. Siamo il primo brand del lusso in Cina e lavoriamo per consolidare la nostra posizione”.
AVANTI SUL DIGITALE
Intanto Luxury Living Group punta necessariamente, come tutti oggi del resto, sul digitale. Con il vantaggio, ancora una volta, che fare parte di un grande gruppo ci “consente di accedere a risorse e competenze importanti”. Un percorso iniziato in particolare con la scorsa edizione del Salone del Mobile, tutta digitale. “Stiamo investendo molto in questo nuovo canale di vendita e di comunicazione. Vogliamo primeggiare. Nel 2021 fortunatamente si tornerà al salone fisico. Questo non ci preclude la possibilità, in altri momenti dell’anno, di ‘parlare in digitale’ ai nostri clienti, proprio come abbiamo fatto lo scorso aprile”. Anche perché “il concetto di normalità verrà recuperato più avanti. Il percorso del digitale è segnato”. Gentilini evidenzia infine che nel corso del 2020 “anche dal punto di vista valoriale abbiamo rafforzato il vissuto della casa. Con le nuove collezioni abbiamo cercato di catturare le emozioni e fare sentire protette le persone, avvolte da emozioni positive. Un ruolo che la pandemia ci ha consegnato”.
di Maria Elena Molteni