‘There is a crack in everything. That’s how the light gets in’, c’è una crepa in ogni cosa ed è da lì che entra la luce, cantava Leonard Cohen in Anthem. Non un raggio perfetto, ovviamente, ma un bagliore sussurrato e discreto che sembra nascere proprio da un’imprecisione che ci offre una prospettiva diversa e preziosa sulla realtà.

Una visione che sa guardare oltre allo standard della catena di montaggio e punta i suoi riflettori sul movimento delle mani di quegli artigiani, che lavorano con passione e dedizione e che riconosce il valore dell’arte artigiana e di quella creatività che muove i muscoli dell’essere umano.

È la luce di Catellani & Smith che sa giocare con le asperità della materia nella sua famosa Macchina della Luce e che si perde nei suoi dischi sovrapposti in alluminio interamente rivestiti di foglia color oro applicati da chi sa come si fa e che riesce a filtrare le emozioni tra riflessi dorati, caldi e rilassanti.

La bellezza si intreccia con l’immaginazione in un groviglio di fili, come nell’iconica lampada Fil de Fer. È come se l’emozione giocasse sempre con l’istante attraverso stratagemmi come la superficie irregolare di Stchu-Moon, che ‘rompe’ la luce per poi muoverla in direzioni diverse e creare un effetto di sospensione con il solo scopo di superare la materia.

O il gesto istintivo ma deciso della lampada Ensō, un cerchio che non si chiude perché rappresenta il tutto ma anche il niente. Un universo di luci che gira attorno a un saper progettare che ha radici in una lunga storia d’arte pratica e poetica, nata lungo il fiume Serio a Bergamo. Non si sa, se su quella riva, la luce abbia una valenza particolare, ma una cosa è certa, Enzo Catellani, ha saputo coglierla sempre in tutte le sue sfumature. E se oggi non si può rinunciare al piglio tecnologico, lungo quel corso d’acqua, il racconto continua con un’accuratezza che non sa lasciare indietro alcun dettaglio. Ogni pezzo è intriso di attenzione, e voglia di unicità. E di ricerca, in fondo il mondo dell’illuminazione ormai sa di futuro.
