Come giganti vuoti, i grattacieli di Milano, che hanno modificato lo skyline della città e ne sono stati orgoglio e vanto degli ultimi anni, fanno i conti con l’imprevisto. Il caso di PwC a CityLife.
di Maria Elena Molteni
La diffusione della pandemia da Covid-19 ha in gran parte svuotato i grattacieli nei quartieri del business, a seguito dell’adozione del lavoro a distanza. Al netto di lockdown più o meno stringenti, gli ‘abitanti’ delle due city milanesi, Porta Nuova e City Life, cuori del business downtown, devono ripensare le modalità di occupazione e di utilizzo degli spazi, mettere a fuoco nuovi processi. Immaginare e programmare il futuro. Il Curvo di Daniel Libeskind è l’ultima torre costruita in ordine di tempo, quartier generale del ramo italiano della società di consulenza internazionale Pwc, all’interno del Quartiere di City Life. Ultimata di recente e costruita in gran parte proprio durante la chiusura dei mersi scorsi.
IL ‘CURVO’ DI LIBESKIND OCCUPATO AL 50% DELLA CAPACITA’ TOTALE
“Al momento è ancora in corso il trasloco che prevediamo di concludere entro la fine del mese”, spiega a Pambianco Design Marco Sala, partner e Coo di PwC. “A regime, la torre potrà includere circa 2420 postazioni di lavoro e 75 sale riunioni e 175 aree di supporto (Chat sofa/ Phone booth, Focus room, incontri informali, Touch down, etc.)”. Attualmente, “per le restrizioni previste dai protocolli Covid, prevediamo un utilizzo del 50 % della capacità totale. Il tutto in modo molto flessibile in quanto gestito da un software sviluppato ad hoc”. I 28 piani dell’edificio, saranno così strutturati: due piani di accoglienza (Hall Bassa + Hall Alta), 25 adibiti a uffici, altri due dedicati alla ristorazione (il 15esimo e il 28esimo). E ancora, un piano parzialmente dedicato a sale modulabili (sale agile), il 27esimo dedicato a Sala eventi e sale executive. Infine la Hall Bassa verrà utilizzata come per il training e per gli informal meeting.
POSTAZIONI E SALE MULTIPURPOSE
Importanti gli investimenti in tecnologia per “facilitare un’esperienza digitale sia ai colleghi sia ai visitatori della torre. Ogni postazione di lavoro e le sale multipurpose (che si trasformano da uffici singoli a sale riunioni) hanno a disposizione schermi e supporti avanzati per fare in modo che il tutto avvenga in modo semplice, immediato e con grande qualità” sottolinea Sala, che chiarisce anche che non si sono resi necessari interventi specifici per rendere fruibili gli spazi, “se non qualche accorgimento per gestire i flussi in entrata ed in uscita. Come detto, la flessibilità del software di supporto ci consente di prendere in poche ore decisioni in merito alla occupancy”.
UN PROGETTO NO BOUNDARIES
Ciò che è più complesso è immaginare il futuro. Avere oggi chiara una visione di come saranno i modelli di lavoro di domani, a emergenza conclusa, è un esercizio difficile ma necessario. “Per come ci siamo immaginati il nostro ufficio sarà una vero spazio di condivisione tra i team e con i clienti. Abbiamo voluto fin dall’inizio fare un progetto ‘no boundaries’. L’accesso sarà molto facilitato dalla tecnologia, con badge virtuale e senza tornelli, tutto comunque con una gestione attenta della security”. In tutti i casi, la messa in smart working di una parte della popolazione lavorativa, pur con modalità differenti, diventerà strutturale. E questo, di conseguenza, libererà alcuni spazi, la cui destinazione deve ora essere ripensata. E’ ancora presto però per immaginare esattamente come. L’urgenza della salute e della messa in sicurezza dei dipendenti diventa prioritaria per le società. “Nell’ultimo periodo siamo stati concentrati sul progetto di moving e, malgrado abbiamo ricevuto molteplici interessi esterni a trovare delle modalità di collaborazione e condivisione degli spazi, abbiamo preferito concentrarci sull’utilizzo sicuro ed efficiente della torre. A partire da gennaio faremo valutazioni più attente e complete in merito all’utilizzo di alcuni spazi” confida Sala. Quel che è certo è che qui come altrove non mancheranno spazi di coworking: In particolare, il 15esimo piano della torre Libeskind, “ha una parte dedicata alla caffetteria e una parte che abbiamo chiamato ‘sale AGILI’, proprio per facilitare il processo di condivisione e di lavoro in team; tale spazio è adatto anche per progetti con start up e giovani studenti”.