L’export ha salvato l’industria del mobile dalla crisi, ora è il momento della riscossa per il mercato interno. Al via il nuovo corso di FederlegnoArredo, con una governance orizzontale.
Il Salone del Mobile apre la cinquantaseiesima edizione (4-9 aprile) con molte novità, a cominciare dal nuovo corso di FederlegnoArredo Eventi che a inizio anno ha rinnovato i propri vertici. Sarà pertanto il primo Salone da presidente per Emanuele Orsini, l’imprenditore modenese entrato in carica a metà febbraio e che sta lavorando per il rinnovamento dell’associazione e della manifestazione organizzata dalla società controllata FederlegnoArredo Eventi. L’edizione 2017 del Salone, che quest’anno si tiene in contemporanea con Euroluce, presenta un nuovo format del settore classico e due eventi, visioni inedite del design contemporaneo e dello spazio lavoro, in aggiunta alle cinque manifestazioni ospitate nei padiglioni di Fiera Milano a Rho. Messe assieme, le cinque sigle del sistema (Salone Internazionale del Mobile, Salone Internazionale del Complemento d’Arredo, Euroluce, Workplace3.0 e SaloneSatellite) occupano più di duecentomila metri di superficie per oltre duemila espositori, di cui poco meno di un quarto sono aziende del settore illuminazione presenti a Euroluce. Milano intanto si prepara all’invasione pacifica di buyer e visitatori internazionali, con oltre 300mila presenze previste, per la sua Design Week, sicuramente l’appuntamento più importante dell’anno per la città, mentre il settore vive un momento economico forte concentrazione dei player, tra l’espansione dei gruppi industriali del mobile e le acquisizioni operate da fondi e società finanziarie. Nel 2016, secondo i dati di FederlegnoArredo, il settore ha superato quota 20 miliardi di euro di fatturato alla produzione, con una crescita del 2,3% rispetto al 2015. “Si tratta – spiega a Pambianco Design il presidente Orsini – di un settore trainato soprattutto da aziende medie e grandi, con il 90% del fatturato fatto da società di capitali, circondate da tante piccole realtà artigiane che ruotano intorno ad esse. Chi è riuscito ad affrontare la crisi, ha consolidato la propria posizione sul mercato e oggi sta guidando una transizione del settore per renderlo più solido e più competitivo”.
Qual è lo stato di salute del sistema?
In questi anni, molte aziende del settore sono riuscite ad affrontare la crisi soprattutto grazie ad una crescita delle vendite all’estero, in particolare in alcune aree emergenti. Nel 2015 abbiamo raggiunto il livello pre-crisi in molti Paesi. Durante lo scorso anno l’export ha continuato a crescere anche se ad un ritmo minore, ma al tempo stesso abbiamo consolidato le vendite sul mercato interno, tornato finalmente in crescita dopo tanti anni di sofferenza.
A livello internazionale, qual è il grado di competitività delle imprese e dove riescono a primeggiare?
I mercati esteri negli ultimi 5 anni hanno rappresentato per tanti un’ancora di salvezza o una nuova opportunità di crescita. Nel 2016 più del 50% del fatturato alla produzione del settore è stato generato da vendite oltre confine, per un valore complessivo di 10,3 miliardi di euro, ottenendo risultati molto buoni soprattutto in Francia, primo mercato di destinazione del settore, e poi Stati Uniti, Cina e Spagna. Su questi risultati ha certamente un peso determinante il Salone del Mobile di Milano, luogo per eccellenza per favorire i contatti e il business con i migliori operatori internazionali.
Dopo il successo del Salone di Shanghai, c’è la volontà di avviare iniziative in altri mercati?
Il Salone del Mobile di Milano a Shanghai è stato un successo davvero straordinario, che dimostra quanto possa essere recettivo il mercato cinese rispetto al nostro prodotto. L’obiettivo di quest’anno sarà consolidare questa partenza e magari allargare la presenza delle nostre imprese all’evento fieristico. Stiamo inoltre seguendo con grande attenzione il mercato statunitense, uno dei più recettivi in questo momento, e lì proseguiremo nel lavoro fatto in questi anni in particolare sviluppando le relazioni con il mondo della progettazione e del contract attorno ai centri decisionali più importanti. In Russia, data la difficile situazione, siete ancora convinti di sostenere la partecipazione italiana a Crocus? Assolutamente sì. Abbiamo fatto la scelta di presidiare questo mercato con un evento fieristico nonostante la situazione di difficoltà, e abbiamo fatto bene. Gli operatori russi hanno apprezzato molto la nostra fedeltà e continuano a considerarci gli interlocutori privilegiati per i loro lavori. Dal mercato russo si iniziano a vedere segnali di miglioramento, e ci auguriamo che l’edizione di quest’anno (11-14 ottobre 2017) possa rappresentare una svolta positiva per tornare a crescere. Certamente, se togliessero le sanzioni al Paese il nostro lavoro sarebbe più semplice.
Dopo solo un mese dalla sua nomina, la sua presidenza ha ridefinito la governance di FederlegnoArredo Eventi costituendo due diverse business unit, una dedicata ai servizi e una per il Salone. Qual è il passo che state facendo?
Vogliamo consolidare il lavoro fatto in questi anni favorendo un maggiore coinvolgimento degli imprenditori nelle scelte strategiche del gruppo. Per noi questo è solo un vantaggio, perché abbiamo molto da offrire alle imprese e pertanto sto spingendo a fondo per una maggiore trasparenza. La scelta di creare due business unit va in tale direzione. Del resto sono sempre stato convinto che un’organizzazione così complessa come FederlegnoArredo Eventi possa funzionare grazie a una governance più orizzontale, favorendo la delega delle decisioni, ovviamente dentro una prospettiva che è sempre unitaria e di gruppo.
Quali sono gli obiettivi prioritari per la sua presidenza per i prossimi mesi?
Per prima cosa, il rapporto con il territorio: è fondamentale ascoltare le aziende, coglierne le esigenze per poi farle diventare servizi. In tal senso, a marzo ho avviato in Sicilia un roadshow per l’Italia che mi porterà in tutti i distretti più importanti con l’obiettivo prioritario di ascoltare e dialogare con le aziende. Poi certamente la politica industriale: in questi ultimi anni, grazie al grande lavoro fatto dal presidente Snaidero, abbiamo creato ottime relazioni con la politica italiana ed europea, raggiungendo risultati importanti come le detrazioni fiscali o misure di semplificazione normativa, che rendono più semplice per le nostre imprese potersi proporre sul mercato. Dobbiamo proseguire in questa direzione perché di opportunità in Italia ce ne sono tante, e a volte basta semplificare le procedure per sbloccare tante risorse. Certamente il progetto di Industria 4.0 ci vedrà senz’altro protagonisti. Da ultimo, mi spenderò in prima persona perché si possa sviluppare il rapporto tra mondo delle imprese e mondo scientifico. Il nostro punto di forza è la capacità di innovare e per questo è fondamentale creare link virtuosi con università e centri di ricerca, per generare valore.
di Andrea Guolo