La filiera del legno arredo gode di una solida salute. Nel 2017, i dati di preconsuntivo indicano un ulteriore segno positivo, dopo quelli di 2015 e 2016. Anche il particolare scenario socio-economico mondiale sembra giocare a favore. Internet e i social media accorciano i tempi e azzerano le distanze, giocando a favore di industrie, come quelle del made in Italy, con dimensioni inversamente proporzionali al know how artigianale. L’entrata in rete riduce le barriere d’entrata al mercato. Questo scenario favorevole alla pmi nazionale, tuttavia, contiene rischi verso i quali è bene iniziare a studiare gli anticorpi. La riduzione delle barriere d’accesso, infatti, vale per tutti. Anche per chi, fino al giorno prima, non era mai stato ritenuto un concorrente.Qualche segnale lo si intravede nei dati. Dopo l’esplosione delle esportazioni nel 2015, il sistema Federlegno Arredo ha segnato nei due anni successivi incrementi assai più contenuti. Per il 2017, per esempio, i preconsuntivi indicano un progresso attorno al 2 per cento. Una statistica che rappresenta un buon incremento, ma che è lontano dalle previsioni di crescita, per esempio, della moda, dove si ipotizza un +4 per cento. La sensazione è che ci siano opportunità ancora non completamente comprese dal sistema. Lo fa capire Claudio Feltrin, presidente di Assarredo, in un approfondimento all’interno di questo numero: se il web pareva la soluzione di tutti i problemi, anche per la distribuzione, nella realtà le cose sono assai più complesse. E la sfida a molteplici dimensioni (di canali, di filiere, di clientela, di culture) si intreccia con l’obiettivo di “sviluppare i mercati internazionali nella maniera più efficace”, senza arroccarsi “su posizioni acquisite”. “Attenzione alla concorrenza”, sottolinea Feltrin. Il messaggio, appunto, è che i competitor internazionali hanno acquisito forza, e che per blindare la propria leadership occorre saper gestire le complessità dell’industria 4.0. Questo significa strutture in grado di valorizzare al massimo il rapporto con fornitori e distributori, nonché con i propri negozi e i propri clienti. Significa mettere la fabbrica in connessione diretta con il proprio mondo di riferimento. “Le nostre aziende – conclude Feltrin – sono molto product oriented, ma devono ampliare la visione”. Le aziende del design made in Italy stanno oggi godendo di una ripresa importante dei consumi nazionali, grazie a una combinazione tra ripresa immobiliare e incentivi. Questa solidità interna è il patrimonio migliore da investire nella ricerca di nuovi approcci ai mercati. Perché è là, oltre frontiera, che le partite non finiscono mai.
David Pambianco