Dopo due anni di crescita eccezionale, il mercato italiano registra un andamento negativo, ma fisiologico, come l’ha definito Claudio Feltrin. Nel 2023 la filiera del comparto casa si è fermata a 52,7 miliardi (-7,8%).
L’appuntamento con il Salone del Mobile di Milano, è, come sempre, il più importante momento di business del settore e l’occasione per tutta la filiera del legno-arredo di mostrare la qualità della sua produzione. “Rappresentiamo un comparto che nel 2023 ha fatturato 52,7 miliardi di euro con un calo complessivo del 7,8% sul 2022”, così ha spiegato Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo, illustrando i dati 2023 del comparto elaborati dal Centro Studi FederlegnoArredo. Il risultato è sviluppato principalmente dal mercato interno a 32,8 miliardi di euro (62% del totale) che registra un andamento negativo (-9,6%) ma che tocca anche l’export (-4,6%) con un fatturato che sfiora i 20 miliardi di euro (38% del totale). Sono circa oltre 66mila le imprese che compongono la filiera italiana del legno-arredo e occupano quasi 300mila addetti totali. Oggi la filiera rappresenta il 4,2% del fatturato manifatturiero italiano, il 14,8% delle imprese e l’8% degli addetti.
Fatturato sopra i livelli del 2019, incide l’inflazione
“Rispetto al 2019 – l’anno precedente il biennio 2020-2022 in cui l’abitare e la casa sono stati prepotentemente al centro dei capitoli di spesa delle famiglie – il fatturato di quest’anno registra una performance superiore, con circa 10 miliardi di scarto (erano 43 nel 2019). Un risultato apparentemente positivo – spiega Feltrin – ma che nasconde il peso inflattivo registrato già a partire dalla fine del 2022. È sufficiente guardare i dati Istat della produzione industriale: nei primi undici mesi del 2023, la produzione dei mobili registra un -5,3% e quella del legno un -14,8%. Si produce meno e i fatturati sul ’22 rimangono comunque più alti rispetto al 2019 per l’aumento dei prezzi (mobile +6,5%) e i margini delle aziende si riducono. È bene comunque evidenziare che uno dei fattori che ha causato la flessione della filiera nel suo complesso è anche il calo fisiologico della domanda interna, dopo due anni di crescita eccezionale, dovuta soprattutto al venir meno della spinta che i vari bonus edilizi hanno dato al settore e il cui progressivo ridimensionamento continuerà a incidere negativamente sui risultati della nostra filiera. Per il 2024 la buona notizia è sicuramente il rallentamento dell’inflazione che fa prendere fiducia ai consumatori. Se come molti analisti prevedono a maggio-giugno caleranno i tassi di interesse, il secondo semestre del 2024 potrebbe portare ad un’inversione di marcia del trend industriale attuale, con anche qualche segno di positività”.
L’arredamento si ridimensiona, il legno soffre
Dopo aver sfiorato i 29 miliardi di euro nel 2022, il fatturato del macrosistema arredamento nel 2023 si ridimensiona leggermente arrivando a 27,8 miliardi di euro con una flessione totale che si attesta al 3,8% e una differenza molto contenuta tra mercato interno (13,2 miliardi) con un -3,2% ed export (circa 15 miliardi) a -3,6%, ma la cui quota sul fatturato totale rimane stabile al 53%. Per quanto riguarda il macrosistema legno si registra un calo del fatturato ancora più marcato, -10,5%, che tocca così quota 21,6 miliardi di euro, mentre le esportazioni calano del 7,3% raggiungendo poco più di 5 miliardi di valore, il mercato interno sfiora i 16,3 miliardi e arretra addirittura del 12,8%. A questo si aggiunge il commercio legno che nel 2023 raggiunge i 3,3 miliardi di euro di fatturato con una variazione percentuale pari al -20%.
In una filiera particolarmente votata all’export come quella del legno-arredo, le guerre in corso, gli equilibri geopolitici in divenire e la recente crisi del canale di Suez – ammonta a circa 2,5 miliardi il valore dell’export della filiera legno-arredo sulla rotta del Mar Rosso mentre l’import è pari a circa 1,9 miliardi – incidono profondamente su più fronti. Dai costi triplicati dei container, che ricadono a valle sul costo dei prodotti finiti, all’energia che nei primi mesi del ’24 è tornata ad aumentare, il prezzo del legno invece dopo aver raggiunto un picco a ottobre 2022 ha iniziato a calare, anche se molto lentamente. Gli ultimi dati a disposizione evidenziano infatti che nel periodo gennaio-novembre’23 l’aumento del legno risulta ancora dell’1,2% sullo stesso periodo del ‘22.
Export: in calo Germania, USA e Cina
Gli Infodata, realizzati dal centro studi evidenziano che per l’export la Francia risulta ancora in testa (2,7 miliardi) a +0,6%, seguita dalla Germania, (1,8 miliardi) alle prese con una pesante crisi interna, a -6,4%. Gli Stati Uniti (1,7 miliardi di euro) scendono al terzo posto dopo due anni di crescita sopra la media nei quali aveva superato la Germania, con un pesante -13,2%. La Cina ancora salda al settimo posto (458 milioni) registra un -19,1%, la peggiore performance tra le prime 10 destinazioni della filiera. Per trovare un segno positivo dopo la top ten si deve scendere alla 12esima posizione degli Emirati Arabi Uniti (307 milioni di euro) a +3,3%; segue la Russia (246 milioni) a -7,4% e il Canada, 15esimo (221 milioni) a -14,5%, mentre l’Arabia Saudita (185 milioni) è a -1,9%. “Un puzzle complesso – ha concluso Feltrin – in cui mercati entrano, mercati escono in lassi temporali brevi a cui non eravamo abituati solo fino a pochi anni fa. La nostra filiera fatta soprattutto di piccole e medie imprese, come abbiamo sempre detto, ha proprio in questi fattori la flessibilità e la velocità per adattarsi ai cambiamenti. Ma questo non significa che sia facile, che non richieda sforzi, investimenti e visione”.