Cersaie e Marmomac sono i primi eventi mondiali del 2021 per ceramiche industriali, pavimentazioni in legno e pietra naturale. Per tutti questi comparti, l’anno è destinato a superare i livelli del 2019.
All’euforia per l’andamento del mercato dal maggio 2020 in poi, nel comparto delle superfici si aggiunge ora l’attesa per la ripartenza delle fiere in presenza, a Bologna con Cersaie (27 settembre- 1 ottobre) e a Verona con Marmomac (29 settembre – 2 ottobre). A livello fieristico, si ricomincia dunque dall’Italia e con un numero di espositori superiore alle previsioni della vigilia. Il risultato in termini di buyer non potrà certamente uguagliare i livelli pre-Covid, con i visitatori extra Ue bloccati nei propri Paesi di origine, ma quel che ora conta di più è dare un segnale di rinascita delle relazioni dirette, utile anche a consolidare un business tornato ai massimi livelli.
CERAMICA SOPRA IL 2019
Per la ceramica industriale, lo shock della pandemia è ormai superato. “Superati i timori iniziali, legati all’incertezza per le nuove ondate di contagio, il 2021 si è rivelato più che positivo. Il business è superiore al 2020 e possiamo già dire che, a fine dicembre, avremo dati migliori di quelli del 2019” afferma Emilio Mussini, vice presidente di Confindustria Ceramica. I dati dello scorso anno avevano evidenziato un calo del 4%, sostanzialmente causato dal lockdown primaverile, ma nel primo trimestre ‘21 le vendite erano già aumentate del 9% rispetto al 2020 e del 7% sul 2019. Nel settore operano 271 aziende per 6,2 miliardi di fatturato complessivo. La grande incognita è legata ai prezzi delle materie prime, partendo dalla componente energetica (il cui peso è rilevante per un comparto energivoro come quello delle piastrelle) per arrivare poi agli impasti utilizzati per la produzione delle ceramiche industriali e senza trascurare la componente dei costi di trasporto. “Ci auguriamo che questa spinta sia destinata a rientrare entro qualche mese, per non essere costretti a ulteriori incrementi nei prezzi di vendita. Già c’è stato un primo ritocco dei listini, non compensativo degli aumenti dei costi di produzione, da parte delle aziende produttrici di ceramica ed è stato comunicato alla distribuzione all’inizio dell’estate e applicato prima di Cersaie. All’aumento dei prezzi di acquisto si è poi accompagnata una certa difficoltà di reperimento dei materiali” avverte Mussini. Il quale però rassicura: “La tensione è legata alla forte domanda di prodotto ceramico e non la consideriamo un fenomeno durevole nel tempo”. In alcuni mercati trainanti, come ad esempio gli Usa, l’esportazione della ceramica made in Italy è stata certamente penalizzata dall’aggravio dei costi di spedizione, ma la scelta fatta da diverse aziende di investire in stabilimenti produttivi locali (in particolare nello stato del Tennessee) ha permesso di contenere l’impatto dei rincari. Cersaie 2021 sarà l’occasione per toccare con mano l’evoluzione degli ultimi trend legati alla ceramica. “In fiera – sostiene Mussini – avremo la percezione precisa di quella che è stata l’evoluzione degli ultimi due anni. In questo periodo, i produttori italiani si sono concentrati sulla profondità di gamma, offrendo disponibilità sempre più ampie di formati, spessori e finiture, alzando l’asticella del livello di cura del prodotto. Fare ceramica complessa è il nostro tratto distintivo”. Ed è sui contenuti cromatici che c’è più fermento. “Il colore – evidenzia il vice presidente di Confindustria Ceramica – è un tema sempre più forte, evidente e ormai recepito dal mercato, grazie anche alle nuove tecnologie sviluppate dalle imprese per ottenere complessità cromatiche tali da rendere protagonista la superficie. Questa ricchezza e capacità espressiva legata ai colori è destinata a rafforzare l’impiego delle ceramiche nelle superfici verticali”. A Cersaie ci saranno 15 padiglioni allestiti e totalmente pieni, con la novità del nuovo padiglione realizzato da Bolognafiere. Quanto ai visitatori, gli extra Ue rappresentavano una quota minoritaria delle presenze totali e di conseguenza le limitazioni ai viaggi intercontinentali avranno un peso relativo nel bilancio finale. “Ci aspettiamo un grande numero di visitatori italiani ed anche europei, grazie al protocollo estremamente rigoroso di Cersaie. Sarà una fiera con le massime garanzie di sicurezza e noi italiani daremo la dimostrazione che, anche in una situazione particolare come questa, si può organizzare una manifestazione importante e di successo” conclude Mussini.
PIETRA SOLIDA
Nei primi cinque mesi dell’anno, l’export di materiali lapidei italiani è aumentato di quasi il 30% e il mercato statunitense ha offerto il principale contributo in termini di crescita, confermandosi in vetta per destinazione e facendo segnare un balzo di poco inferiore al 39 percento. Subito dietro gli Usa si è piazzata la Germania (+17%) e poi a seguire Svizzera, Francia e Regno Unito, quest’ultimo protagonista di una crescita record dell’89 percento. Tanto da far dire a Marco De Angelis, presidente di Confindustria Marmomacchine, che: “Le economie più forti hanno continuato a far girare il mercato in maniera efficace. E in prospettiva ci aspettiamo una continuità della crescita, pur vivendo una situazione caratterizzata da una visione a breve termine: è una conseguenza della pandemia, che ha determinato la ripartenza del canale residenziale ma ha colpito settori importanti come il turismo, il cui rilancio non è ancora stato avviato. Tuttavia, per il settore della pietra naturale, il contract non si è mai fermato del tutto e ora ci sono ottimi segnali dall’Asia, dove non abbiamo mai interrotto le forniture per i grandi gruppi dell’hotellerie”. De Angelis evidenzia inoltre il punto di forza del marmo: “La pietra sta vivendo un momento positivo perché è un materiale naturale e il mercato apprezza sempre più questo suo valore aggiunto. E quando nel mondo si pensa al marmo, si pensa a Carrara, alla pietra italiana, alla nostra capacità di estrazione e alla nostra esperienza nella lavorazione. Inoltre, sempre di più, si pensa alla leadership acquisita dagli italiani nella meccanica applicata”. Quanto a Marmomac, De Angelis ha ottime aspettative dall’evento di riferimento mondiale per il comparto. “C’è un’ottima adesione di espositori e un connubio ormai consolidato con Veronafiere. Non ci facciamo troppe illusioni in merito alla presenza di visitatori asiatici e sudamericani, mentre potremmo avere qualche bella sorpresa dal fronte nordamericano. Ad ogni modo, considerando la risposta offerta dagli espositori, è chiaro che le aziende oggi credono alle fiere anche più di quanto ci credessero prima della pandemia. Gli operatori non vedono l’ora di potersi muovere e di tornare a Verona”.
LE ATTESE DEL LEGNO
Intanto, tra i materiali per la pavimentazione, il legno punta ad aumentare la propria quota che, dati alla mano, si può considerare ancora di nicchia ma con prospettive di forte sviluppo. “I numeri della Federazione europea dei pavimenti in legno parlano di un 40% del mercato continentale ancora in mano al tessile (moquette), di un 22% alle ceramiche, di un 17% al vinile e di un 12% ai laminati, mentre il legno non supera il 5% del totale” afferma Renza Altoé Garbelotto, alla guida del Gruppo Pavimenti di FederlegnoArredo, indicando peraltro il consumo pro capite per l’Italia pari a 0,13 mq contro 0,74 per l’Austria e 0,54 per l’area scandinava. Si parte dunque da una situazione di relativa debolezza per questo materiale, che però ha tutte le carte in regola per diventare un punto di riferimento anche grazie alle maggiori attenzioni del consumatore per le caratteristiche del legno da superficie. “I numeri dicono che in Italia il mondo ceramico è molto più forte rispetto a quello del parquet, ma oggi la gente passa più tempo in casa e ha compreso il benessere che deriva dall’applicazione di una pavimentazione in legno. E anche le istituzioni hanno compreso come l’utilizzo del legno possa trasformare una criticità degli immobili, che sono responsabili del 40% delle emissioni totali, in un punto di forza, proprio perché permette di trasformare la casa da fonte di emissioni in elemento di assorbimento delle stesse. Una casa in legno è una casa amica dell’ambiente”. A livello di mercato, dopo il calo del 2020 legato ai lockdown e stimato nell’ordine del 9% a livello europeo, il nuovo anno è stato caratterizzato da un inizio brillante. “Le aziende sono sommerse da ordini legati soprattutto alla ristrutturazione degli immobili esistenti. Ma non è solo il frutto degli incentivi statali. Il consumatore oggi appare più attento, orientato a scegliere aziende certificate e made in Italy. Nel 2021 il settore della pavimentazione in legno è destinato a superare i livelli del 2019”. Tra i problemi da risolvere, spicca quello degli acquisti di materia prima. In un comparto dove il legno di quercia e rovere domina il panorama dell’offerta, l’Italia mostra una spiccata dipendenza dal prodotto d’importazione, che proviene in particolare dall’est Europa dove esiste una radicata cultura della coltivazione forestale. Al di là del rilancio della filiera italiana, una delle questioni strategiche sul tavolo di FederlegnoArredo è la creazione di un gruppo d’acquisto per determinate tipologie di legname (tra cui la betulla certificata, uno dei supporti più utilizzati dalle imprese): “Così avremmo più forza rispetto ai leader europei ovvero le aziende tedesche o austriache, e potremmo rimediare alle attuali mancanze di reperibilità del prodotto contenendo al tempo stesso i costi” precisa Altoé Garbelotto.