L’azienda, grazie al suo brevetto per la pietra sinterizzata a tutta massa, ha retto l’impatto della pandemia e continua a investire in ricerca di prodotto, sostenibilità e ammodernamento dei processi produttivi.
Pietra sinterizzata a tutta massa, è questo il materiale tecnologicamente avanzato ‘core business’ dell’azienda veneta fondata nel 1989 dall’idea imprenditoriale del Cavaliere Marcello Toncelli. Il Lapitec è frutto di una lunga e attenta ricerca scientifica durata vent’anni e seguita da test e certificazioni. Risultato: un materiale composto da una miscela di minerali naturali, prima fusi a 1.580°C e poi sottoposti a una tecnologia brevettata di vibro-compressione sottovuoto. Disponibile in lastre di grandi dimensioni, combina le migliori qualità e i vantaggi di ceramica, grès porcellanato, quarzo, marmo e granito. “Lapitec è un materiale ‘a tutta massa’ – spiega Gino Sartor, Country Manager Italia di Lapitec – il che significa che esterno e interno sono identici, senza smalto e stampa digitale sulla superficie. Una caratteristica che gli consente di essere facilmente lavorabile e trovare impiego nei settori dell’architettura, dell’interior e del product design”.
L’unicità della sua proposta ha permesso all’azienda di reggere l’impatto della pandemia e, dopo un temporaneo stop imposto dal lockdown, di veder ripartire con slancio le attività. “Siamo rimasti sorpresi – confessa Sartor – dalla forza con cui è tornata la richiesta per il nostro prodotto subito dopo la riapertura. La forzata permanenza in casa ha risvegliato nei consumatori il desiderio di investire per migliorare gli ambienti domestici. In Italia, il nostro prodotto ha avuto un notevole riscontro in architettura nel residenziale, dai piani cucina alle applicazione per interni, sebbene siano ripartiti anche i progetti nel settore hospitality”.
Dopo aver chiuso il 2019 a 10 milioni di euro di fatturato, Lapitec, oggi presente in oltre 70 Paesi, è riuscita ad attraversare il 2020 con performance a 12 milioni e una previsione di ulteriore incremento per l’anno in corso che si stima raggiungerà i 18 milioni. “La nostra volontà guardando al futuro – afferma il manager – è presidiare in modo sempre più capillare i territori con partner locali o con presidi diretti gestiti da ‘product specialist’ in grado di raccontare il materiale ai clienti e ‘advisor’ per dialogare con gli architetti”.
VOCAZIONE SOSTENIBILE DEI PROCESSI PRODUTTIVI
Per aggiornare i processi produttivi e migliorare le performance di sostenibilità dei prodotti e dell’impianto produttivo, grazie alla capogruppo Breton, l’azienda tra il 2018 e il 2022, con un piano pluriennale ‘industry 4.0’, ha investito 20 milioni di euro, dimostrando di voler ulteriormente innovare un impianto produttivo, inaugurato nel 2013, che nel settore è già tra i più avanzati al mondo. In termini di sostenibilità, inoltre, Lapitec sta lavorando per gestire l’approvvigionamento delle materie prime con un processo brevettato, che già caratterizza le colorazioni ‘bianco assoluto’ e ‘nero assoluto’, in grado di togliere la silice dal materiale rendendo più sicure, per gli operatori, le fasi di lavorazione. “L’obiettivo è portare l’approccio silica-free a tutta la gamma”, aggiunge Sartor. Silica-free è, infatti, la nuova collezione 2021 Musa, selezionata da Adi Index e in lizza per il Compasso d’Oro 2022, che valorizza la pietra sinterizzata con sottili venature, presenti in tutto lo spessore del materiale. Sviluppate su una base di Bianco Assoluto, le tre proposte Bianco Elettra, Bianco Vittoria e Bianco Aurora, presentano differenti variazioni cromatiche: la prima è caratterizzata da una trama con linee dritte e angoli acuti; la seconda ha una venatura spessa, con forma sinuosa; la terza, infine, presenta un pattern delicato. Le tre opzioni sono disponibili in finitura Lux, Satin e Lithos. “Abbiamo, inoltre, lanciato sul mercato il lavello Orion – prosegue il manager -, la nostra proposta per creare superfici in soluzione di continuità, in cucina e in bagno, in laboratori e progetti navali. Possono essere installati complanari al top o al di sotto di esso e la loro finitura è identica rispetto a quella del piano”. Il prodotto è disponibile in diversi colori tra i quali il Nero Assoluto, nuance adatta per l’integrazione con la nuova finitura Velluto, introdotta quest’anno, dall’effetto morbido e corposo che si presta in modo particolare per l’impiego negli ambienti cucina e bagno: in quest’ultimo, le tonalità scure dei rivestimenti e dei top degli arredi, realizzabili in Lapitec, e l’aspetto simile alla pietra naturale del materiale, permettono di ricreare la sensazione avvolgente di una Spa.
REBRANDING ED ESTENSIONE DI GAMMA
L’azienda ha attraversato dal 2019 un rebranding verso l’alto di gamma, aprendosi dal mondo delle cucine e dell’arredo, indoor e outdoor, a settori diversificati come il navale, per yacht e grandi navi, e il medicale che richiede performance estreme. Per il riposizionamento l’ufficio tecnico ha caratterizzato il materiale per l’applicazione a rivestimento, così da vederne la declinazione in progetti e mercati differenti: dall’applicazione a rivestimento plastico fino alle facciate ventilate. Per comunicare il nuovo approccio, infine, Lapitec ha rivisto la sua immagine reinterpretando il logotipo, affinché ne rappresentasse il percorso: dal background di competenze di una realtà storica come Breton allo stile minimale e contemporaneo di Lapitec oggi, e introducendo un nuovo magazine al posto del catalogo tradizionale, una sorta di case history di raccolta di referenze suddivise per applicazione. “Una panoramica dei migliori progetti e dei ‘plus’ del nostro materiale, così versatile – conclude Sartor – da non parlare più solo all’arredo ma all’architettura stessa”.
di Paola Cassola