Da fibra nasce fibra: è una questione di chimica. E di impegno per salvare dalle discariche i filati dismessi e regalare loro una nuova vita. Una storia di successo dimostra che si può rendere più circolare la produzione.
Nome in codice: Nylon 6. Ma attenzione: non parliamo del nylon noto a tutti, la fibra sintetica che deriva dal petrolio e che, dal 1935, ha rivoluzionato la storia dei tessuti. Stiamo parlando di un prodotto rigenerato, una nuova materia prima, frutto di un processo complesso di raccolta e trasformazione chimica che oggi sta rivoluzionando l’idea stessa di riciclo. La sua storia inizia con il recupero di vecchi tappeti, moquette e reti da pesca trasformate attraverso un processo di sintesi in un materiale d’avanguardia. Una storia di rinascita, frutto del lavoro di Aquafil che, nata ad Arco, in provincia di Trento nel lontano 1965, nel 2011 ha sviluppato una tecnologia innovativa per creare nylon di alta qualità da materiali dismessi. Un lungo processo di crescita – come racconta il CEO Giulio Bonazzi – che continua a imporsi come alternativa alla discarica. L’azienda, quotata nel segmento STAR, nel primo semestre del 2023 ha generato ricavi per 311,1 milioni di euro, con una diminuzione dell’11,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ma, nonostante le sfide e i rincari, il CEO rassicura: “Guardiamo alla fine dell’anno con performance che si avvicinano ai livelli dello scorso anno e con ottimismo per l’anno a venire, nonostante le attuali sfide geopolitiche. E il nostro fiore all’occhiello rimane ECONYL®, un prodotto che può aiutare a chiudere il cerchio delle storie delle fibre sintetiche”.
Si tratta, in realtà, di una nuova materia prima, identica in ogni aspetto al nylon prodotto dal fossile. E la cosa straordinaria è che questo ciclo infinito di rigenerazione è possibile: un chilo di Nylon 6 di scarto resta dello stesso peso, ma rigenerato, senza compromettere la qualità. Un modo per chiudere il cerchio nella produzione di tappeti ed evitare definitivamente il cassonetto. Ma prima di raccontare questa case history tutta italiana, a che punto sono la raccolta e il riuso dei rifiuti tessili?
Obiettivo 2025: raccolta differenziata tessile a livello europeo
Il destino degli scarti tessili in Italia è a una svolta: niente più discarica a partire dal primo gennaio del 2022. Come previsto dal decreto legislativo n.116/2020, il fine vita dei tessuti deve seguire un percorso diverso, anticipando di fatto la direttiva a livello europeo, che stabilisce l’obbligatorietà del recupero entro il 2025. Si tratta di un passo importante visto che, secondo il Rapporto rifiuti Urbani 2022, la raccolta del tessile dismesso costituisce solo lo 0,8% dell’intero recupero, per un totale di 143.260 tonnellate e con una media di 2,42 kg per abitante all’anno: un dato rilevante anche se con una leggera flessione rispetto al 2019, quando erano state raccolte 157.700 tonnellate. Sembrano solo numeri, eppure mettono in evidenza l’importanza di affrontare in modo più sostenibile la gestione dei residui tessili nel nostro Paese. E se da una parte la strategia europea prevede l’introduzione dell’estensione della responsabilità del produttore (EPR) in questo settore, sono comunque necessari ulteriori sforzi per affrontare le sfide in attesa dei decreti attuativi. In risposta a questa situazione, Ecotessili, che fa parte del Sistema Ecolight, che comprende altri consorzi EPR e una società di servizi dedicata alla gestione dei rifiuti, il primo consorzio EPR del tessile in Italia – creato nel 2021 in collaborazione con Federdistribuzione con l’obiettivo di rivoluzionare la gestione di questi prodotti dismessi – ha lanciato una campagna di pre adesione per coinvolgere le aziende del settore: l’intento è quello di promuovere pratiche sostenibili, ridurre gli impatti ambientali, prolungare la vita dei tessuti, aumentare l’uso di materiali riciclati e migliorare la raccolta, il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti tessili.
Un lieto fine green per tappeti e moquette
Nell’ambito della gestione dei rifiuti tessili e sull’onda della spinta verso un’economia più circolare e sostenibile, il riciclo dei tappeti e delle moquette assume un ruolo fondamentale e straordinariamente promettente. Questi elementi di arredo per la casa, infatti, non solo possiedono un incredibile potenziale di recupero e rinnovamento, ma aprono anche le porte a un mondo di nuove opportunità per la creazione di materiali innovativi. Anche se a molti sembra impensabile, ha poco senso gettare in discarica un tappeto annodato a mano, come afferma anche Bonazzi: “Per noi, i prodotti del lusso non dovrebbero essere destinati al riciclo. Dovrebbero essere riutilizzati all’infinito, poiché non seguono il modello fast fashion. Per fortuna i pezzi di pregio prendono altre strade. Noi ci concentriamo principalmente sui tappeti economici provenienti da negozi, boutique e hotel e che raccogliamo quasi totalmente negli Stati Uniti e precisamente in California dove la legislazione sul riciclo (Extended Producer Responsibility, ndr) è all’avanguardia. L’obiettivo è riciclare i tappeti usati, separando il nylon dal resto. Il materiale ottenuto viene poi spedito nel nostro stabilimento in Slovenia, dove produciamo ECONYL®”. Proprio grazie alle quattro strutture di Aquafil Carpet Collection presenti negli Stati Uniti ogni anno si impedisce che circa 12.500 tonnellate di tappeti e tappetini finiscano nelle discariche delle Phoenix Valley e della California meridionale. Ma non è facile come dirlo: “Ci sono tre modi per recuperarli”, prosegue il CEO: “Quello più semplice, che però vale solo il 2/3 %, è attraverso un ente gestito dall’associazione californiana dei pavimenti tessili che colloca degli appositi contenitori per la raccolta fuori dai grandi centri. Un’altra soluzione che utilizziamo è quella di posizionare i container presso i rivenditori, dopo aver siglato accordi con i negozi. La terza è trattare con le piccole imprese di installatori, che per guadagnare tempo di solito preferiscono la discarica”. Ed è per questo che, spiega Bonazzi, “offriamo un servizio accattivante per i nostri fornitori, un modo per incentivarli a venire da noi. In più, ci sono i residui di lavorazione dei nostri clienti, che ci inviano già pronti per il processo chimico”.
Dalla discarica una nuova vita a basso impatto ambientale
Il processo di riciclo realizzato da Aquafil inizia con la macinatura dei tappeti usati, fino a ottenere pezzi di dimensioni tarate ad hoc. “Successivamente, questi frammenti vengono sottoposti a un trattamento con un cilindro per rimuovere il carbonato di calcio”, illustra Bonazzi, “un materiale che conferisce rigidità al tappeto, ma che ha scarso valore. Dopo questa fase, gli elementi vengono di nuovo macinati in modo più fine. Segue un’operazione di frizione con l’uso dell’acqua per separare ulteriormente le fibre. Il prodotto di questo processo viene ulteriormente elaborato in una macchina con forza centrifuga, usata per separare le fibre e il ciuffo, che spesso è costituito da nylon 6, un materiale complesso da riciclare”. Un’innovazione interessante nel processo di riciclo coinvolge anche un altro macchinario speciale che è in grado di identificare il tipo di fibra presente nel tappeto e di separarla in pile diverse. A questo punto, lo scarto a base di poliammide 6 si trasforma “nella la materia prima seconda che grazie a un apposito processo chimico, che avviene presso gli impianti di Lubiana, in Slovenia, trasforma il nylon attraverso un sistema di depolimerizzazione, che riporta il materiale alla sua purezza originale”. Il risultato finale è un materiale che ha le stesse proprietà di quello ottenuto dal petrolio, ma con un impatto ambientale nullo. E che piace soprattutto alla moda, visto come le collaborazioni con i brand sono cresciute negli ultimi anni. Oltre 2.000 marchi, tra cui icone del settore come Prada (che ha fatto il passaggio esclusivo al nylon di provenienza Aquafil a partire dal 2022), Gucci, Burberry e Stella McCartney, hanno scelto di utilizzare i prodotti ECONYL®. “E poi c’è Napapijri”, aggiunge Bonazzi, “che offre un’opportunità unica: la restituzione delle giacche per un futuro sostenibile attraverso il nostro rivoluzionario Sistema di Rigenerazione. Quando una giacca ha terminato il suo ciclo di vita, questo segna solamente un nuovo inizio”.
Non solo moda: il nylon virtuoso sbarca nel mondo dell’arredo
La ricerca di filati sostenibili da parte di Aquafil non riguarda solo il mondo della moda: “Pionieri della svolta sostenibile sono stati gli uffici americani, successivamente, la crescente domanda per soluzioni ecologiche ha convinto anche istituzioni di prestigio come il Parlamento europeo e il Pentagono a Washington”, conferma il CEO. E ora l’azienda sta puntando al mondo arredo: “Innanzitutto, Caimi quest’anno al Salone del Mobile ha impiegato questa tecnologia per sviluppare il tessuto fonoassorbente Snowsound Fiber. Aquafil è impegnata anche in una significativa espansione nel settore outdoor e, per raggiungere questo obiettivo, sta investendo in ricerche mirate a rendere le sue fibre più resistenti ai danni causati dai raggi ultravioletti. Allo stesso tempo, nel contesto contract, stiamo conducendo studi volti a potenziare la capacità dei filati di resistere al fuoco, garantendo così livelli superiori di sicurezza e durabilità”. La rivoluzione green dell’azienda di Arco, però, non riguarda solo i filati: lo dimostra la sedia noho move™ progettata e prodotta in Nuova Zelanda e realizzata in nylon rigenerato. E dopo aver consolidato la sua posizione nel mondo B2B, Aquafil sta ora ampliando la sua presenza e raggiungendo i consumatori finali attraverso l’inaugurazione dell’e-shop: la nuova piattaforma consente ai compratori di accedere a una vasta gamma di prodotti realizzati in nylon rigenerato ECONYL®.