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La giovane italia

La giovane italia

by Redazione
27 Febbraio 2018

L’ultima edizione dei Rising Talent Awards a Maison&Objet, il contest organizzato dal salone francese che ogni anno premia la creatività di un paese, ha visto protagonista lo Stivale, che sta vivendo una nuova rinascita grazie alla capacità di dialogare con l’artigianato locale.

Federica Biasi, il talento è donna
Selezionata da Andrea Branzi, Federica Biasi, classe 1989, laurea all’Istituto Europeo di Design, è l’unica donna tra i 6 premiati. “Sembra che sia un lavoro da uomo – ha dichiarato a Pambianco Design – ma le donne del design sono straordinarie!” Dopo un breve periodo in Olanda ad Amsterdam, torna in Italia dove comincia a lavorare come Art director per Mingardo e consulente creativo con molte aziende, tra cui anche Fratelli Guzzini. Il suo lavoro si concentra sui colori, i materiali e le finiture spesso ricercate e profondamente segnate dalle linee semplici del design nordeuropeo. Le piace costruire una storia dietro ai suoi progetti, perché è convinta che solo così possano essere apprezzati appieno. A Parigi ha raccontato la sua storia con una selezione di prodotti già presentati, tra questi un tappetto progettato in collaborazione con la CC-TAPIS, ispirato da una notte trascorsa nel deserto nord africano.

Antonio Facco, tutto nasce da un’indagine
Nominato da Giulio Cappellini. La laurea all’Istituto Europeo di Design di Milano gli ha aperto la porta per una strada costellata da diverse collaborazioni con realtà importanti, nazionali e internazionali. Spicca il lavoro fatto con Cappellini, culminato nel 2017 in un’intera collezione disegnata da Facco per il brand. A questa si aggiungono Antolini, Bolon, AgustaWestland e Mohm che gli hanno permesso di spaziare tra product design, design di mobili, interior design, graphic design fino alla fotografia. “Il design per me vuol dire libertà – ha detto a Pambianco Design – ho un imprinting umanistico e per questo il mio processo creativo è prima di tutto una questione di indagine che viene poi declinata in una multidisciplinarità.”

 

Marco Lavit Nicora , “Amo cuoio e metallo”
Architetto a tutti gli effetti, si avvicina al design gradualmente. Dopo gli studi all’École Spéciale d’Architecture di Parigi e alla Royal Melbourne Institute of Technology, il designer nominato da Rosita Missoni inizia una proficua collaborazione con Riccardo Blumer e nel 2014 fonda il suo studio d’architettura a Parigi. Nel 2017, ha progettato una casa sull’albero per il parco del Castello de Raray, così come le piccole cabine galleggianti per un hotel a Châteauneuf-du-Pape. La sua attenzione, che sia su larga scala per l’architettura o su piccola per il design, è rivolta all’importanza del dialogo con gli artigiani, in particolare quelli italiani. “Il cuoio e il metallo sono i due materiali che mi stanno più a cuore e con i quali lavoro” ha affermato a Pambianco Design. In mostra a Maison&Object, tra gli altri progetti, ha presentato nuovamente la sua lounge chair, Venezia, ispirata alle gondole, già mostrata durante l’ultima Biennale e al Centre Pompidou per la retrospettiva dedicata a Le Corbusier.

Kensaku Oshiro, il Giappone in Italia
Originario di Okinawa, in Giappone, Oshiro, classe ‘77 e nominato da Piero Lissoni, ha un forte legame con l’Italia, che ha inizio con la laurea alla Scuola Politecnica di Milano nel 1999 a cui segue il Master in Industrial Design. Rimane per otto anni a Milano da Lissoni Associati, si sposta a Londra da Barber & Osgerby, ma resiste solo tre anni. Decide infatti di tornare a Milano dove apre il suo studio e inizia a lavorare con marchi come Boffi, De Padova, Gan, Glas Italia, Kristalia, Ligne Roset, Poltrona Frau, Viccarbe e Zanotta. “Mi sono accorto che ho imparato a conoscere davvero la cultura giapponese da quando sono in Italia – ha detto a Pambianco Design – e che lavoro con un processo mentale che parte dal concetto per arrivare alla forma, seguendo proprio la filosofia giapponese dell’essenzialità delle cose.”

Guglielmo Poletti, alla ricerca di equilibrio
Dopo aver terminato i suoi studi a Milano, Poletti, nominato da Rossana Orlandi, si trasferisce a Eindhoven dove segue un Master in Contextual Design alla Design Academy, durante il quale apprende un approccio sperimentale e costruisce una mentalità molto aperta e internazionale. “L’Academy mi ha insegnato molto, non solo come fare progetto, piuttosto come pensare e trasferire un’idea in un oggetto, che sia di design, d’arte o altro.” Attualmente vive in Olanda dove continua ad affermare il proprio linguaggio, concentrato sulla ricerca dei materiali e sulle loro limitazioni. In mostra la collezione Equilibrium, di cui il Design Museum di Gent ha recentemente acquisito un prototipo dello sgabello come parte della collezione permanente.

Federico Peri, dal marketing al design
Dopo la laurea all’Istituto Europeo di Design, una borsa di studio a Parigi segna lo stile e la carriera di Peri. Incontra Erwan Bouroullec e Matali Crasset, che si riveleranno due grandi fonti d’ispirazione che lo aiutano a costruire la sua passione per la sinergia dello storico con il contemporaneo. I maestri del passato per lui sono ispirazione e piacere: Carlo Scarpa e Franco Albini sono solo due dei nomi ai quali fa riferimento. “Credo di avere un approccio emozionale per questo ho lasciato la laurea in marketing per seguire la passione per il design.” ha affermato a Pambianco Design il designer nominato da Luca Nichetto. Rientra in Italia, dove lavora inizialmente per Vudafieri Saverino Partners fino poi a fondare il suo studio specializzato in architettura d’interni e interior design. Oggi collabora con FontanaArte, rivisitando in chiave contemporanea la loro storia, oltre a lavorare su progetti dal design polifunzionale e polimaterico.

 

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