Conoscere per ridurre sprechi di tempo e denaro, è questo il motto che guida l’applicazione dell’Internet of things agli ambiti residenziali e industriali. dopo le integrazioni funzionali, la frontiera è la manutenzione predittiva.
Il settore della domotica, nel 2015, ha registrato dati positivi: 440 milioni di euro di fatturato complessivo a livello nazionale. Il buon andamento dipende da una serie di fattori: l’Ecobonus esteso nel 2016 agli impianti di home automation, le novità tecnologiche, la ripresa delle nuove costruzioni e la conferma della centralità del mercato delle riqualificazioni per il business delle aziende. Buoni anche i dati che emergono dal panel di imprese associate a Hut, gruppo di lavoro aperto sulla domotica promosso da Assodel (Associazione Italiana Distretti Elettronica composta da circa 300 membri) e rivolto a fornitori di hardware, software e componentistica, home automation e smart solutions. Il fatturato consolidato del gruppo oggi conta 68 milioni di euro in crescita del 22,9% nel 2015 rispetto al 2014. Il business del ‘filato’ è ancora imprescindibile, con uno share del 55,5%, mentre il wireless, comunque in crescita, si attesta al 41,5 per cento.
SVETTA IL RESIDENZIALE
Tra i settori applicativi svetta il residenziale che copre l’88% del mercato di azione del panel Hut, rispetto al 12% del segmento retail. La percentuale di fatturato delle nuove costruzioni (47,2%) preannuncia un futuro più roseo per un comparto in crisi e, di conseguenza, un incremento di business per le aziende della domotica. Il fatturato legato al business degli installatori è al 59,7% confermando la sua figura professionale come padrona del mercato, mentre il system integrator genera il 23,3% del guadagno. A livello di canali di vendita, la distribuzione copre il 65,1% del fatturato, e la vendita diretta il rimanente 34,9 per cento. Tutti gli indici che segnalano la realizzazione di impianti integrati sono aumentati a conferma dell’affermarsi della convergenza digitale. Il 59,2% degli impianti domotici integrano smart lighting, il 46% integrano sicurezza e video sorveglianza, l’11,4% i servizi audio/video.
LA CASA DOMOTICA
Una casa domotica è una casa automatizzata, che controlla e gestisce tutto ciò che accade al suo interno, garantendo a chi vi abita più sicurezza e comodità. Esistono sistemi e app che permettono, anche da remoto, di controllare gli ambienti di casa, di collegarsi al proprio impianto e gestire luci, motorizzazioni, temperature, sistemi d’allarme. Ora l’automazione sta entrando in cucina. smart kitchen L’approccio smart si sta estendendo dal ‘building’ (un mercato in espansione che fra il 2016 e il 2020 avrà un volume di affari medio annuo in Italia che passerà da 1,9 a 3,4 miliardi di euro) alla cucina. La più evidente contaminazione tecnologica è la ‘manutenzione predittiva’ che entra nel mondo degli elettrodomestici, come i frigoriferi, garantendo un risparmio in termini di tempo e denaro. Si tratta di un tipo di manutenzione preventiva che viene effettuata a seguito dell’individuazione di uno o più parametri misurati ed estrapolati utilizzando appropriati modelli matematici allo scopo di individuare il tempo residuo prima del guasto. Un atteggiamento che rientra nella logica della domotica energetica. “La domotica è ancora un fenomeno marginale in Italia – commenta Paola Massobrio, titolare di Frigo 2000, società che distribuisce in Italia gli elettrodomestici altamente tecnologici di brand internazionali quali, tra gli altri, Bora, V-Zug, Sub-Zero e General Electric -. Il cliente italiano non è ancora pronto per avere una casa completamente domotizzata, ma si è già affermato il servizio di controllo da remoto relativo alla sicurezza con allarmi, sensori di movimento e di rilevamento di apertura delle porte, rilevatori di fumo e relativi al controllo del riscaldamento”. Nel settore della cucina, la richiesta di singoli elettrodomestici attivabili ‘in assenza’ comincia a risvegliarsi ora. Secondo la ricerca 2015-16 dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, di cui la società Philips Lighting (che applica l’iOs all’illuminazione Led) è partner, i numeri sono in forte crescita: a fine 2015 il mercato dell’Internet of Things in Italia ha raggiunto i 2 miliardi di euro, con un incremento del 30% rispetto al 2014. Nel contesto domestico cresce la consapevolezza e il desiderio di acquisto verso prodotti connessi e servizi destinati alla smart home (il 79% dei consumatori italiani è disposto ad acquistare prodotti e il 72% servizi). “L’Internet of Things è il necessario motore di sviluppo verso una gestione della quotidianità più intelligente e a minor impatto ambientale – commenta Paolo Recrosio, Vice President e General Manager Philips Lighting per Italia, Grecia e Israele -. Se adottassimo in modo strutturato tecnologie Led connesse, potremmo amministrarle da remoto con un enorme potenziale di risparmio sia energetico sia economico”. Esistono già modelli autonomi nella gestione degli alimenti: dal frigorifero che conserva per mesi il cibo grazie ad un sofisticato sistema ingegneristico messo a punto dalla Nasa, ai forni a scomparsa che supportano il cuoco inesperto nella scelta dei tempi e delle modalità di cottura dei cibi grazie a un pannello user-friendly. Ma i brand del settore vogliono andare oltre. “Sub-Zero e Wolf, ad esempio – prosegue Massobrio -, dopo aver effettuato dei focus per individuare le specificità tecnologiche richieste dal pubblico, ha messo a punto un frigorifero in grado di monitorare tramite diagrammi il cambiamento di temperatura e l’usura delle singole parti e che avvisa il proprietario in anticipo della necessità di un ricambio”. Le alte prestazioni offerte dagli elettrodomestici di nuova generazione non implicano, però, maggiori consumi energetici in quanto, per rientrare negli standard europei, ogni prodotto deve rientrare nella classe energetica A+. connessi con le app I grandi produttori di elettrodomestici sono impegnati a trovare soluzioni smart, dai sensori integrati di nuova generazione alle applicazioni che gestiscono le ricette, come MyMenu di Franke, o che controllano i dispositivi a distanza come la app di Siemens per la linea IQ700. E ancora Philips Hue, il primo sistema di illuminazione domestica Led controllabile direttamente dal web messo a punto da Philips Lighting, fino ad arrivare a progetti come la piattaforma aperta Miele at Home e Con@ctivity 2.0 sviluppato da Miele in cui gli apparecchi comunicano tra loro e con altri dispositivi elettrici della casa. “Con Con@ctivity 2.0 – spiega a Pambianco Design Carlo Busolin, senior product specialist manager del brand – la cappa DA 6700 D, che è a ricircolo, quindi aspira le fumane derivanti dalla cottura e filtra le particelle di grasso e i cattivi odori con filtri multistrato, può comunicare con il piano cottura, rilevando quanto accade e regolando di conseguenza il livello di aspirazione”. Miele at Home è un sistema di elettrodomestici integrati con un modulo (protocollo radio) che li mette in collegamento tra loro e con il cuore del sistema, il ‘gateway’ che permette il controllo da remoto tramite diversi device (smartphone, tablet, pc) grazie al supporto della app Miele Mobile. “Ad esempio – prosegue Busolin – se esiste un sistema fotovoltaico, lo si può mettere in comunicazione con la lavastoviglie, così quando l’energia disponibile è sufficiente la mette in azione automaticamente. Oppure un particolare modello di lavatrice Miele, che prevede i detergenti già installati all’interno, segnala il prodotto in esaurimento all’utente/cliente via app in anticipo così da poter procedere all’acquisto direttamente sull’e-shop dell’azienda”. C’è chi, poi, come Bosch attraverso la piattaforma aperta ‘Home Connect’, gestita via App su iOS e Android, consente il controllo di elettrodomestici, anche di brand diversi, da un unico punto di contatto, permettendo il dialogo tra i diversi apparati. “In Germania – afferma a Pambianco Design Eleonora Russo, project leader di Home Connect – abbiamo partnership anche con aziende diverse dall’elettrodomestico: con Nest che si occupa di termostati e Sma per i pannelli solari. In Italia, al momento, ad interagire sono i brand Bosch Elettrodomestici e Siemens, facenti capo entrambi a BSH Group”. La domotica applicata agli elettrodomestici non si limita all’accendimento/spegnimento a distanza, ma offre l’assistenza da remoto: rileva i guasti di software e hardware. Nel primo caso un tecnico da remoto prende il controllo dell’elettrodomestico e lo aggiusta, nel secondo caso viene inviato il tecnico già informato del tipo di guasto e con pezzi di ricambio adatti. Il tutto in funzione di un’ottimizzazione delle tempistiche. “Il mercato italiano – conclude Russo – è tecnologicamente avanzato, ma meno pronto di quelli europei, per un pregiudizio di fiducia, verso l’automazione delle macchine”. Entro la fine del decennio, comunque, si creeranno importanti opportunità di business per le aziende del settore. Si prevede, infatti, che circa 230 milioni di case in tutto il mondo saranno connesse.
di Paola Cassola