Con il recupero dei Magazzini Raccordati, che complessivamente contano circa 10.000 mq di superficie suddivisi in 28 tunnel, nasce a Milano un distretto dedicato all’architettura e al design aperto alla città. Dropcity, ideato dall’architetto Andrea Caputo, è uno dei 9 progetti vincitori tutta Italia del bando pubblico ‘Festival Architettura – 2a edizione’, promosso dalla direzione generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e sviluppato da Nhood Italy. L’obiettivo è restituire vita agli ex depositi ferroviari di via Sammartini, un tempo luogo di stoccaggio delle merci, successivamente adibiti (alcuni tunnel), a locali notturni, poi in gran parte abbandonati: diventano oggi Biblioteca dei materiali e Laboratori accessibili agli studenti.
E ora, in occasione della Milano Design Week, producono e ospitano un ricco palinsesto di mostre, installazioni, conferenze e talk con la partecipazione di personalità internazionali architetti e designer. Il modello di sviluppo prevede infatti la compresenza di attività distinte ma complementari, quali co-working (circa 4.000 mq), laboratori (2.700 mq) che consentiranno l’utilizzo di macchinari e materiali innovativi oltre a strumenti di stampa 3D, spazi didattico-espositivi (quasi 1.300 mq) e servizi in grado di catalizzare l’attenzione anche durante eventi temporanei, come, appunto, la settimana del design.
Se l’anteprima del 2022 aveva svelato i tunnel e il progetto, raccontandone gli obiettivi e il processo di recupero degli spazi e del tessuto urbano circostante, ora, fino al 23 aprile, Dropcity Convention 2023 offre un’anticipazione della portata dell’apparato culturale che sarà prodotto dal Centro di Architettura e Design nel suo assetto definitivo nel 2024. In collaborazione con Reuse Italy, sono stati coinvolti architetti, ingegneri e studenti di architettura e design in Tunnel Evangelion, un concorso di idee sull’area: fra le oltre 200 candidature ricevute, la giuria composta da Federica Sofia Zambeletti, Manuel Orazi, Anneke Abhelakh, Fosbury Architecture, Luigi Savio, 2A+P/A ed Ekaterina Golovatyuk ha selezionato 10 progetti finalisti, che vengono ora presentati in un’esposizione.
Il tunnel 60, ospiterà ogni giorno conferenze di architetti internazionali, in un dibattito aperto al pubblico organizzato e moderato da Anneke Abhelakh su temi come ‘Cosa significa essere un architetto oggi? E qual è la posta in gioco?‘. Il medesimo spazio sarà dedicato anche alla presentazione dell’esercizio accademico Role Play, risultato di sei mesi di studi su Dropcity da parte degli studenti di SCI-Arc, Southern California Institute of Architecture. Gli studenti si sono interrogati su come lavoriamo oggi, come collaboriamo e sulla possibilità di reinventare l’ufficio. Il progetto finale è un esercizio corale che oscilla tra interni e scala urbana, identità personale e collettiva.
‘Aspen, the Italian Manifesto (tunnel 142)‘, installazione curata da Francesca Picchi e progettata da Studio Ossidiana di Rotterdam, è ispirata al congresso organizzato dall’International Design Conference in Aspen (Idca) nel 1989. In quella occasione, alcuni dei più visionari designer italiani, quali Achille Castiglioni, Ettore Sottsass, Andrea Branzi, Mario Bellini, Gae Aulenti, Italo Lupi furono invitati in Colorado per raccontare il proprio lavoro e pensiero al pubblico, fra cui c’era anche Steve Jobs, generando una serie di scambi ai quali presero parte anche esponenti dell’imprenditoria e della scena culturale italiane fra i quali Alberto Alessi, Aurelio Zanotta, Federico Zeri. In quella settimana presero forma alcuni temi chiave del design italiano: l’interdisciplinarietà, la costruzione (anche spontanea) di comunità di progettisti basate su ideali comuni, la visione umanistica, l’attitudine sperimentale che non ha mai fatto a meno della componente artigianale. L’installazione ‘Aspen, the Italian Manifesto’, viene introdotta oggi, 16 aprile, alle 16.00, da una conversazione aperta al pubblico con i protagonisti e testimoni del 1989, moderata da Michele Lupi a cui si uniranno Antonio Colombo, Alberto Saibene, Andrea Zagato, Elena Dellapiana, Giovanna Castiglioni, Giovanni Cutolo, Giulio Iacchetti, Francesco Dondina, Franco Raggi.
Spazio anche al ricordo di ‘Arrigo Arrighetti. Un architetto pubblico (tunnel 52 + 54)‘, dedicata all’architetto e urbanista dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune di Milano, il quale negli anni Sessanta e Settanta ha realizzato alcuni tra gli edifici pubblici più interessanti e innovativi in città (case popolari nel quartiere Sant’Ambrogio, scuole come l’Istituto Martin Luther King al QT8, la piscina Solari e iconici centri religiosi). Curata da Salvatore Porcaro, con un allestimento ideato dal giovane collettivo ferrarese HPO, la mostra racconta, attraverso materiali di archivio, disegni e un’esposizione fotografica di Pino Musi, la vita e le opere di un maestro dell’architettura italiana.