Il capitolo più importante riguarda l’hotellerie, con 18 ristrutturazioni in corso e altro in fase di studio. A far da volano sono stati i Mondiali 2021 e ora con le Olimpiadi aumenta la voglia di rinnovare l’offerta. Ma c’è anche il capitolo infrastrutture, tra cui spicca il nuovo ospedale.
C’è una similitudine tra Milano e Cortina e riguarda la continuità degli investimenti. Sotto il Duomo, l’arco temporale della trasformazione urbana è stato più ampio, considerando come primo appuntamento cruciale il 2015 con Expo per arrivare ai Giochi del 2026. Alle pendici del monte Cristallo, invece, il punto di partenza arriverà tra due anni con l’appuntamento dei Mondiali di sci del 2021. Ed è chiaro che l’uno-due sportivo internazionale in cinque anni rappresenta un volano per gli investimenti e al tempo stesso un’opportunità che la Regina delle Dolomiti, pur essendo ogni anno al centro dell’attenzione per i suoi mille appuntamenti – basti citare la Coppa del mondo femminile che fa tappa sulla pista Olympia ogni gennaio – attendeva da decenni. I risultati già si notano e per ora sono legati a Cortina 2021, mentre per le Olimpiadi ci sono ottime aspettative. Partiamo dal “quasi consolidato”.
RILANCIO DEL TERRITORIO
Alessandro Benetton è a capo della Fondazione Cortina 2021, comitato organizzatore dei giochi che si svolgeranno per due settimane a febbraio sulle piste di sci alpino. “Con 18 grandi alberghi in rifacimento, nuove piste e i lavori per nuovi impianti e collegamenti con le aree limitrofe, i campionati del mondo di sci costituiscono un prezioso moltiplicatore di presenze turistiche e di ricchezza – afferma – e possono fare la differenza nel rimettere in circolo entusiasmo ed energie positive. Per questo, noi che siamo comitato organizzatore dell’evento iridato, non abbiamo voluto fermarci alla semplice organizzazione delle gare, ma lavoriamo come facilitatori per il rilancio di tutto il territorio”. Una visione condivisa dal sindaco di Cortina d’Ampezzo, Gianpietro Ghedina, il quale già prima che la candidatura Milano-Cortina per le Olimpiadi 2026 prevalesse su Stoccolma aveva affermato: “Questi appuntamenti sono una grandissima opportunità per tutto il territorio, che ha necessità di ospitare grandi eventi per incrementare il proprio sviluppo economico, infrastrutturale e sociale”.
La prima “pista” degli investimenti porta dunque agli hotel. Roberta Alverà, imprenditrice del settore e presidente di Federalberghi Cortina, riconosce l’accelerazione in corso ma precisa: “L’impulso alla riqualificazione è arrivato dall’assegnazione del Mondiali 2021, che hanno dettato un effetto quasi virale tra gli albergatori: quando uno chiedeva l’autorizzazione ai lavori di ammodernamento, subito un altro iniziava a crederci. Un ulteriore incentivo è giunto dai bandi della Regione Veneto a favore della montagna e della ristrutturazione alberghiera, con contributi a fondo perduto nella misura del 40% delle spese complessive. Ora è naturale che le Olimpiadi abbiano rafforzato questa propensione all’investimento degli operatori attuali e anche l’interesse di gruppi esterni per eventuali acquisizioni”. Tuttavia, Alverà tende a escludere lo scenario di clamorose acquisizioni a breve termine, per un motivo piuttosto semplice: “Da qui al 2026, chi è presente sulla piazza avrà tutto l’interesse a rimanere”. E in realtà, sulla piazza ampezzana, non c’è molto su cui investire, anche perché il piano regolatore varato nel 1972 ha posto un blocco alle nuove edificazioni proprio per salvare la Regina delle Dolomiti da una potenziale sciagura: la colata di cemento in una località unica al mondo.
Ciò non toglie che alcune grandi manovre ci siano già state nel recente passato. Tra queste, spicca l’operazione che ha portato lo storico Hotel Cristallo nel possesso della famiglia bolognese Gualandi, attiva nel mondo della cosmesi con l’azienda Coswell che ha in portafoglio marchi come Bionsen, L’Angelica e Mister Baby. Dopo l’acquisizione, i fratelli Michele e Paola Gualandi non hanno lesinato sul capitolo investimenti, l’ultimo dei quali è rappresentato dalla spa inaugurata quest’estate e destinata, con un piano triennale, a diventare una struttura dotata di infinity pool e servizi su terrazza, in aggiunta agli spazi coperti destinati ai trattamenti, per un ammontare complessivo di 1,5 milioni. “Fu mio padre, negli anni Novanta, a optare per l’acquisizione del Cristallo – racconta Michele Gualandi – e risale al 2001 la ristrutturazione totale con ampliamento, un investimento corposo a cui ogni anno è seguito qualche ulteriore intervento”. Da tre anni, la famiglia Gualandi ha siglato con il gruppo Marriott un accordo di franchising che ha portato il Cristallo a far parte dell’offerta del colosso statunitense con marchio Luxury Collection, senza cessione di proprietà e con mantenimento gestionale. “Questo nuovo fatto – aggiunge Gualandi – ci ha permesso di allungare la tempistica della stagione estiva, aumentando del 10% il tasso di occupazione sfruttando la forza commerciale di Marriott e incrementando in maniera importante le presenze americane: a giugno avevamo un 55% di clienti dagli Stati Uniti…”. Proprio l’alleanza con Marriott sta portando la famiglia Gualandi sulle tracce di una seconda apertura a Cortina, con un brand diverso da Luxury Collection. “Non sarà facile ma neanche impossibile trovare qualcuno disposto a cedere la proprietà – conclude Gualandi – perché quello alberghiero è un comparto capital intensive, caratterizzato da investimenti a lungo ritorno e da un livello sempre più sofisticato di gestione. Inoltre, siamo in presenza di un boom di investimenti. Negli ultimi vent’anni, siamo stati in tre a ristrutturare, oggi invece ci sono 18 processi in atto. Indietro non si torna”. Perciò, in assenza di volontà di investimento o di risorse adeguate, conviene vendere.
INVESTITORI TOP
A comprare negli ultimi tempi sono stati in diversi, e compaiono anche bei nomi. Un ramo della famiglia Benetton si è assicurata l’Europa hotel, l’Ampezzo è finito in mani russe, l’Impero viene considerato una proprietà della famiglia Bulgari. Una circostanza, quest’ultima, non confermata (o meglio non commentata) da parte dello studio di architettura che sta seguendo l’importante ristrutturazione della struttura, destinata a diventare un boutique hotel di eccellenza, anche e soprattutto in termini di sostenibilità. Una volta ultimato, alla vigilia dell’appuntamento dei Mondiali, il nuovo Impero sarà la prima struttura alberghiera di Cortina e in tutta la provincia di Belluno a poter vantare la certificazione ClimaHotel, concessa a edifici che contribuiscono alla salvaguardia dell’energia termica ed elettrica e della produzione di anidride carbonica rendendo l’hotel molto competitivo in termini di consumi. Il progetto è stato affidato dalla “misteriosa” proprietà allo studio di architettura GrisDainese di Padova, che peraltro collabora con l’Università slovena di Primorska all’interno del programma di ricerca InnoRenew CoE: si tratta di un progetto avviato nel campo della percezione e delle suggestioni derivanti dallo spazio e indaga, attraverso approfondimenti neuropsichiatrici, il rapporto tra spazio, colori, luce, materiali, ergonomia e psiche. “I materiali dell’hotel Impero saranno tutti naturali, le proporzioni delle camere studiate per arrivare all’equilibrio perfetto, il ricircolo dell’aria sarà costante senza aperture di finestre, non ci saranno pelli di animali all’interno. Sarà un esempio di filosofia well being”, racconta l’architetto Stefano Gris. Dal rifacimento, gestito secondo criteri di “ruralità contemporanea”, emergerà un hotel da 22 suite e una maxi suite per un totale di 48 posti letto, oltre alla prima spa su piano attico dell’intera valle.
OSPEDALE GIOIELLO
Al di fuori degli hotel, le principali partite si giocano a livello di infrastrutture, in particolare con i collegamenti stradali, e di edifici a uso pubblico. Tra questi meritano di essere menzionate non solo la trasformazione della piscina comunale in spazio beauty e spa, ma anche e soprattutto l’intervento da oltre 50 milioni di euro avviato per riqualificare le due strutture ospedaliere esistenti ovvero il padiglione Codivilla e il Putti. La firma è recentissima: 1 ottobre 2019. Oltre a realizzare nuovi posti letto, reparti e ambulatori per le più importanti specialità, prevede l’abbattimento con ricostruzione parziale del Codivilla e un progetto di rifacimento e riorganizzazione degli spazi nel Putti. “L’Ospedale di Cortina vuole diventare il nuovo fiore all’occhiello della sanità veneta, un’opera che la Regione ha voluto per rafforzare la sanità a Cortina e in Cadore, con standard elevati per la località, in vista dei Mondiali di sci del 2021 e dei Giochi Olimpici del 2026”, affermano dal gruppo Gvm Care & Research, colosso ravennate da oltre 8mila addetti che ha la gestione del nosocomio ampezzano. “Si punta ad offrire alle delegazioni di atleti, sportivi e turisti in vista degli eventi internazionali un’assistenza sanitaria d’eccellenza, una best practice mondiale in linea con gli standard di Gvm. L’Ospedale di Cortina sarà un punto di riferimento d’eccellenza per la Chirurgia Ortopedica e la Medicina riabilitativa a livello nazionale”.