I dati confermano che la Cina è entrata in una fase di consumo più domestico e anche più consapevole, in cui l’attenzione al prodotto ha definitivamente superato o almeno affiancato la notorietà del marchio, con un consumatore che va alla ricerca di caratteristiche più dettagliate. Non si parla più, insomma, di acquisti a occhi chiusi per ogni articolo che richiami uno status symbol di matrice occidentale, ma di una domanda con esigenze che diventano progressivamente più specifiche. Ebbene, quali sono queste esigenze? Le indicazioni degli operatori del design parlano di un momento particolarmente favorevole per il lusso ‘accessibile’. In particolare, per quella fascia di prodotto medio e medio-alto che sul mercato nazionale ed europeo è rimasto schiacciato, negli ultimi anni, dagli ambiti più bassi e più alti del mercato. Questo segmento presenta un ottimo livello manifatturiero ed è in grado di garantire l’origine made in Italy, fattori che stanno dimostrandosi un driver competitivo importante per un consumatore, quello cinese, che sta costruendo una propria cultura della qualità. La partita del lusso accessibile è già stata giocata dalla moda, ed è stata coperta da un’ampia offerta made in Italy che si è accompagnata, nel tempo, con il fenomeno dei marchi occidentali acquisiti da gruppi orientali e sviluppati in Cina. Quindi, seconda fase, con la nascita di una serie di nuovi marchi cinesi capaci di interpretare l’evoluzione della domanda nazionale. Sul fronte moda, insomma, i giochi sul mercato ‘accessibile’ sono fatti. Viceversa, il fenomeno appare ancora in fase evolutiva per l’arredamento. Su questo fronte, giocano a sfavore le strutturali debolezze delle pmi italiane: l’Italia vale appena il 5% degli investimenti totali extra Europa del Vecchio continente, il che lascia pensare a organizzazioni piuttosto ridotte nell’Ex Impero di mezzo. Per contro, giocano a favore le tendenze confermate nell’ultimo Salone del mobile a Shanghai. Le molte presenze italiane sono la prova che è stato definitivamente superato il timore di ‘copiatura’ cinese dei nostri modelli. Al contrario, le aziende parlano di un mercato in grado di riconoscere l’importanza di un prodotto realizzato nei distretti italiani. Insomma, la Cina appare oggi capace di valorizzare al massimo proprio quelle caratteristiche che sono sempre state intrinseche del ‘medio’ made in Italy. Facendone un top di gamma oltre la Muraglia.