L’ultimo dato è il fatturato 2021 che si attesta a 33,5 milioni di euro, dei quali il 90% di export, e un 19% di Ebitda, in crescita sui 24 milioni del 2020 e sui 22,5 milioni registrati sia nel 2019 che nel 2018. Ma la storia di Ilve parte dalla fine degli anni 60 quando l’azienda, fondata dalle famiglie Berno e Illotti, entra nel mercato dei piani cottura per casa ed elettrodomestici. “Negli anni l’azienda si è sempre focalizzata sul prodotto – spiega a PambiancoDesign Gianluigi Freschi, CEO di Ilve dal 2018 – che oggi conta cinque linee ognuna con un suo carattere: Proline, entry level Ilve, Professional in stile industriale, Nostalgia di ispirazione classica, Majestic, dalle linee pulite e nostro fiore all’occhiello, Panoramagic rivisitazione in chiave tecnologica della cucina economica anni Settanta”.
Sebbene l’attenzione al prodotto sia rimasto un valore fondante per l’azienda, nel tempo è emersa la consapevolezza della necessità di implementare un approccio marketing oriented, per comunicare, anche digitalmente, i contenuti dell’offerta: “un prodotto funzionale e performante”.
Il rebranding avviato dall’azienda, dal pay off “Live cook love” che conferma come vision quella di realizzare sistemi di cottura professionali di alta qualità dedicati al mercato domestico, ha innescato un trend di crescita anno su anno che ha portato Ilve, grazie a importanti investimenti in macchinari, a registrare un aumento della capacità produttiva del 40% e un delivery time, considerando che l’azienda lavora su commessa, che punta a incrementare la performance del 20 per cento. “Abbiamo investito principalmente nei macchinari per implementare da quattro a sei le linee di produzione dei blocchi cottura, passando da 10mila a 16mila pezzi prodotti all’anno ma anche nell’inserimento di nuovo personale specializzato“, chiosa il manager che aggiunge quanto le alte prestazioni dei prodotti Ilve, grazie all’elettronica, non siano in contrasto con un approccio sostenibile all’ambiente in tema di risparmio energetico, favorito anche dalla durabilità dei prodotti.
L’azienda si è riposizionata sul mercato verso un target medio-alto testando il nuovo approccio sulla piazza italiana, per poi estenderlo a livello internazionale cercando di mantenere una coerenza comunicativa del marchio Ilve tra tutti i distributori. “Per farlo ora pianifichiamo una presenza diretta, rispetto al precedente approccio che prevedeva la delega dei mercati a distributori o importatori, affiancando una selezione di distributori e entrando nei mercati con controllate o joint venture“.
A dicembre 2021, l’azienda ha, infatti, costituito negli Stati Uniti una società controllata di Ilve spa, Ilve North America Inc., che comprende uffici, showroom e magazzino e vede la collaborazione con distributori partner. È, inoltre, in fase di valutazione una joint venture sul mercato australiano. Strategia che punta a sviluppare ulteriormente i mercati principali di Ilve, ovvero quelli anglosassoni, come Inghilterra, Australia, Stati Uniti e Sud Africa, che da sempre utilizzano maggiormente i blocchi cucina freestanding.
Per l’anno in corso Ilve punta a incrementare la produzione fino a 20mila pezzi, a portare il fatturato a 36 milioni e l’Ebitda al 20% attraverso l’espansione sui mercati internazionali tramite presenza diretta e sviluppando la gamma prodotti. La stima al 2023 è di salire a 38 milioni.