Alessi apre le porte di Palazzo Borromeo d’Adda e invita i visitatori in un percorso espositivo che ruota intorno all’arte della lavorazione del metallo. Ars Metallica, un’installazione a cura dell’industrial designer Giulio Iacchetti, propone quattro progetti creativi che segnano per l’azienda un ritorno alle origini, o meglio a un materiale, il metallo, che da sempre fa parte della storia produttiva del brand ma che in occasione della Milano Design Week assume forme e lavorazioni inattese, per lanciare Alessi in un nuovo capitolo della propria storia. Negli ultimi anni il marchio “ha esplorato diversi altri materiali come il legno, il vetro e la plastica quindi ho pensato – dichiara Alberto Alessi, Presidente dell’omonima azienda – che fosse giunto il momento di ricordare che noi siamo quelli che io chiamo ‘metallari’ nel profondo”.
Tra le collaborazioni e le opere d’arte esposte, tuttavia, la vera protagonista della mostra è la prima collezione de ‘Il Tornitore Matto’, nuovo brand che, sotto la guida di Alberto Alessi e coordinato dallo stesso Iacchetti, riconsegna la lavorazione del metallo a un macchinario che storicamente ha rappresentato il punto di partenza per Alessi: il tornio. “Questo strumento è stato l’origine del nostro mestiere, quello del tira-lastra. Nei primi del Novecento mio nonno Giovanni – commenta il Presidente, nipote del fondatore dell’azienda – era un bravo tornitore, e fino agli anni Quaranta la tornitura in lastra è stata la lavorazione tipica della Alessi, poi sostituita gradualmente dall’imbutitura con pressa orizzontale”. Il progetto nasce dunque dal desiderio di valorizzare un materiale e la sua peculiare versatilità produttiva. Per la realizzazione della prima gamma di prodotti, Alberto Alessi ha chiamato nove designer e artisti, tra cui anche Iacchetti, Michele De Lucchi, Paolo Ulian e Naoto Fukasawa, sfidandoli a immaginare e creare una serie di prodotti per la casa e per la tavola utilizzando l’antica tecnologia della tornitura dei metalli.
“Mi colpisce la dimensione umanizzante e intima di questo lavoro: ogni operatore ha infatti un ampio set di strumenti per accompagnare il disco di metallo contro lo stampo e questi strumenti sono stati appositamente fatti per lui, per la sua corporatura e per la sua forza. Sono suoi, gli altri non potrebbero usarli con pari efficacia”, continua Alessi. Fulcro dell’intera esposizione, oltre alla lavorazione al tornio, è dunque la questione che dal secolo scorso interessa la relazione tra il prodotto artigianale, o l’opera d’arte, e il prodotto industriale. Per primo Alberto Alessi individua un dialogo tra arte e design, diventato poi elemento distintivo del brand, quando negli anni ’70 propone a Salvator Dalí di realizzare un prodotto in collaborazione con l’azienda. ‘Obget inutile’ non vede la luce nel 1973 ma brilla oggi per la prima volta, e in edizione limitata, nell’installazione specchiata di Ars Metallica.
In mostra è presente anche la seconda e ultima collezione che Virgil Abloh ha realizzato per Alessi. Il progetto, dal titolo ‘Conversational Objects‘, vuole riportare la semplicità, estetica ma anche pratica, a tavola. “Al giorno d’oggi – dice Alberto Alessi – mangiamo spesso in modo semplice, quasi brutale, dove non si fa differenza tra un cucchiaio da tavola o un cucchiaio da dessert, o tra una forchetta da tavola, una da pesce o una da torta”. Ispirandosi al mondo dell’officina, Abloh compone un set di 16 posate che ricordano nell’aspetto e nel materiale, acciaio inossidabile con finitura opaca, gli strumenti che vengono utilizzati in ambito meccanico.
A completare il quadro multidisciplinare pensato da Alessi per la Milano Design Week, Poêle, la nuova collezione disegnata da Philippe Starck, storico collaboratore del marchio. Ancora una volta il materiale è il protagonista del progetto, e la semplicità il punto di partenza. La sedia, che si accompagna a uno sgabello e a un’appendiabiti, si ispira infatti alla classica e umile padella d’acciaio.