Giunta alla sua terza edizione, Lake Como Design Fair da quest’anno diventa Festival, inaugurando un formato diffuso che coinvolge tutta la città: dopo due anni di manifestazione fieristica nasce Lake Como Design Festival, un’esperienza immersiva nel centro storico della città di Como e del suo lago. Tre le esposizioni principali: History Repeating nelle sale del Ridotto del Teatro Sociale, 20/21 a Palazzo Valli Bruni e infine Re-Editions a Palazzo Mantero.
Aperto al pubblico dal 6 al 10 ottobre, il festival organizzato dall’associazione culturale Wonderlake, con la direzione artistica di Lorenzo Butti, ha come intento quello di aprire al pubblico le porte di luoghi solitamente non accessibili o non conosciuti, coinvolgendo aziende del territorio e designer per narrare un racconto che si dispiega all’interno delle diverse location coinvolte. La lettura e l’interpretazione della storia sono il filo conduttore che accompagna il visitatore, tema individuato dal direttore artistico insieme a Marco Sammicheli, curatore della mostra History Repeating al Ridotto del Teatro Sociale. “Como e la piattaforma del Lake Como Design Festival sono un luogo ideale dove riflettere sul potere della storia e sulle molteplici direzioni generative del suo agire – commenta Sammicheli – Il design, più di ogni altra disciplina, ha nel presente un rapporto costante con la storia attraverso la pratica dei suoi attori principali: i designer e le aziende”.
Per la mostra al Teatro Sociale sviluppa una mostra collettiva nella quale dialogano insieme i pezzi di alcuni tra i più importanti designer internazionali: Francesco Faccin, Riccardo Sarfatti, Gino Sarfatti, Marco Dessì, Valerio Sommella, Cristina Celestino, Chiara Andreatti, Pierre Paulin, Gio Ponti, Ettore Sottsass , Giulio Ridolfo, Ico Parisi, Ferruccio Laviani, Piero Portaluppi, Gatti Paolini Teodoro. “Il tema History Repeating è emerso da una conversazione con Lorenzo Butti, direttore artistico della manifestazione – continua Sammicheli – che avrebbe voluto lavorare sulle ri-edizioni. Da lì è venuta l’idea di mettere in mostra come designer e aziende affrontano la storia. Il tema si inserisce nelle tante riflessioni del momento sul contemporaneo, in un Paese come il nostro che ha una grande tradizione alle spalle”. Ci si è chiesti quale sia l’eredità della storia e come sia stata trasmessa e assimilata sino ai giorni nostri. “Ho iniziato a catalogare come aziende e professionisti si relazionano con il passato. Oggi, si vede un adeguamento di materiali, un adeguamento magari al comfort contemporaneo, e si rilevano citazioni e idee di rincorsa, partendo dalla storia per poi lavorare sull’interpretazione che dona ai nuovi progetti vita autonoma rispetto al passato”.
Un percorso espositivo attraverso le sale dello storico Palazzo Valli Bruni apre una finestra sulla scena attuale, con 20/21: un dialogo tra il Ventesimo e il Ventunesimo secolo attraverso l’esposizione di una selezione di progetti e oggetti in vendita, realizzati da designer contemporanei indipendenti che in fase di creazione si sono ispirati al secolo scorso. Partner dell’iniziativa è Catawiki, il mercato con curatela più visitato in Europa per oggetti da collezione, arte e design, con 10 milioni di visitatori mensili unici da 60 paesi. Tutte le opere presentate dagli espositori saranno vendute attraverso un’asta online che terminerà il 10 ottobre.
Infine, Questa terza edizione vede l’apertura al pubblico di un gioiello della città, Palazzo Mantero, nato nel 1923 con l’intento di farlo diventare abitazione privata di Riccardo Mantero e successivamente sede storica dell’omonima società, dedita alla produzoine serica ancora oggi nota a livello internazionale.
All’interno del palazzo, Lake Como Design Festival presenta ReEditions, un progetto che ri-arreda alcune sale del palazzo mettendo in scena una serie di riedizioni del vasto scenario del design del ‘900: le aziende coinvolte sono Alias, Azucena, Amini, Molteni&C, Ginori 1735, FontanaArte e Somma 1867, i cui prodotti sono accompagnati da litografie alle pareti firmate da Sottsass, Branzi, Parisi, De Lucchi e altri creativi che negli anni hanno collaborato con Lithos Edizioni, realtà preziosa che parla dell’identità della città e del territorio.