La spinta alla ripresa del canale progettuale arriva dal residenziale. Le novità più rilevanti riguardano gli uffici e l’hotellerie. I progettisti non si sono mai fermati, essendo stati chiamati a individuare soluzioni adeguate al cambiamento. E ora riparte l’arredo.
I segnali di una ripartenza del canale contract sono evidenti a tutti i livelli. Li osservano i progettisti, che peraltro non avevano mai subito un rallentamento dell’attività, essendo stati chiamati dai committenti a sviluppare soluzioni adeguate per gestire la vita ai tempi dell’isolamento sociale. Li notano i contractor, impegnati a seguire mega-progetti in ambito residenziale e tutti i lavori di ristrutturazione, particolarmente in ambito turistico-ricettivo. Li riscontrano le aziende, perché ora i progetti entrano in fase di esecuzione e i benefici si avvertono anche per le forniture di arredi. Il ritorno ai livelli del 2019 non è ancora stato completato, ma la via è ormai tracciata.
BOOM NEL PRIMO SEMESTRE
Il “colpo” pandemico è stato certamente pesante, perché i due filoni principali del contract europeo sono stati i più colpiti dalla crisi. Secondo i dati Csil (Centro studi industria leggera) basati sul fatturato del 2019, hotellerie e ristorazione (chiusi per lockdown) valevano poco meno del 30% del business complessivo e precedevano nella classifica il comparto ufficio (25%), dove a regnare è stato il lavoro da remoto. A seguire compaiono retail (20%), residenziale (7-8% circa) e poi le specializzazioni legate al settore pubblico (scuole, sanità, edifici pubblici), il navale e l’intrattenimento (cinema, teatri etc). Mauro Spinelli, partner di Csil, racconta: “Nel 2020, in Europa, il contract per ufficio ha perso il 15% del giro d’affari, ma retail e hospitality hanno fatto anche peggio. Nel frattempo, le commesse legate agli ospedali e alle scuole hanno preso il volo, mentre il comparto aeroportuale si è pressoché fermato. La situazione è cambiata totalmente nei primi sei mesi dell’anno in corso, in forte ripresa rispetto al 2020. Tuttavia, per arrivare a un recupero totale delle perdite e ai livelli di fatturato del 2019, dovremo attendere fino al 2022 o al 2023 in base alle singole specializzazioni”. In particolare, Spinelli stima tempi più lunghi per la ripresa completa del comparto office. “Tutto ruota attorno alla mobilità delle persone nei luoghi pubblici, perché questo è fondamentalmente il significato del contract. E negli uffici, dove comunque la progettualità non si è mai fermata, i numeri delle presenze stentano a recuperare, protraendo i tempi della ripartenza dei progetti già in fase di realizzazione e poi stoppati dalla pandemia”. Antonio Catalani, docente di Sda Bocconi e Iulm, precisa: “Alla situazione pandemica, ogni ambito della progettazione ha reagito in maniera diversa e comunque, essendo quello del contract un processo lungo, chi vi opera non è mai stato fermo. Il fatto nuovo è che lo sblocco dei cantieri ha dato impulso all’attività e che ci sono segmenti usciti rafforzati dalla pandemia”. Gli esempi di Catalani sono le case di riposo di alto livello, le cliniche ospedaliere e le scuole. Ora il docente si aspetta un rimbalzo forte dall’hotellerie (“Solo in Riviera romagnola ci sono 3-400 alberghi in vendita”) e dal residenziale a seguito del lavoro ibrido, perché Catalani afferma: “Lo smart working continuerà e nel nostro Paese dovrà essere normato. Alle aziende conviene il lavoro ibrido, perché costa meno e riduce gli investimenti in superfici d’ufficio. Le famiglie, di conseguenza, andranno alla ricerca di case più grandi, contribuendo al rilancio delle periferie”.
RETAIL ESPERIENZIALE
Tra gli specialisti della progettazione, c’è la chiara percezione della ripresa in atto e la cartina di tornasole è rappresentata dall’incremento delle commesse. “Il ritorno ai livelli del 2019 potrebbe concretizzarsi abbastanza velocemente, perché noto una crescita impetuosa partendo dalla parte residenziale, e che si sta riversando su tutte le altre specializzazioni” afferma Franco Guidi, partner e CEO di Lombardini22, gruppo leader nell’ambito del progetto e dell’architettura, con circa 300 professionisti coinvolti. La casa è stato il punto di partenza di questo rimbalzo perché, precisa Guidi: “Sono cambiate le regole del gioco e le esigenze dei clienti finali. Si cerca di risparmiare tempo, limitando la parte ‘hobbistica’ delle scelte di arredo, e il contract si presta molto bene perché mette a disposizione soluzioni già coordinate e disponibili a prezzi più attraenti. Inoltre, oggi la casa è diventata anche luogo di attività professionale, con conseguenze favorevoli per le vendite di arredi. Ma poi ci sono tutti gli altri ambiti in fare di ripartenza: dall’hotellerie, che ha utilizzato la pausa per avviare importanti progetti di ristrutturazione, alla ristorazione e al retail. Negli uffici, poi, sta accadendo qualcosa di assolutamente fantastico, con la trasformazione dei luoghi di lavoro in spazi destinati a favorire l’incontro tra persone e la creatività. È in piena diminuzione la richiesta di uffici destinati al lavoro di routine, che potranno essere svolti da remoto: la pandemia ha segnato un punto di svolta e indietro non si torna”. Tra i progetti realizzati da Lombardini22 in chiave “new normal” spiccano la nuova sede EY di Roma, gestita attraverso il brand Degw, dove è presente un wavespace definito come “laboratorio di intelligenza collettiva”, e la Innovation Factory di Electrolux a Porcia (Pordenone), impostata sull’idea di condividere e accelerare l’innovazione attraverso alleanze aperte tra tutti i player che collaborano con la multinazionale degli elettrodomestici. Inoltre, passando al retail, sono state inaugurate di recente la food hall della stazione di Napoli Centrale, progetto di L22 Retail per Grandi Stazioni Retail, e il restyling di Valmontone Outlet con l’inserimento di una forte componente di servizi al cittadino (assistenza medica, certificati comunali e altro). “La risposta alla crisi del retail parte dalla progettazione, che deve poter rafforzare la componente leisure legata alla visita del centro commerciale da parte delle famiglie. Questi luoghi diventeranno sempre più esperienziali e multichannel, superando la contrapposizione tra acquisto fisico e online” precisa Guidi. In conclusione, secondo il CEO di Lombardini22, la crescita è ormai realtà. “Il contract non solo seguirà l’andamento generale, ma è destinato a svilupparsi a velocità superiore rispetto a quella del mercato. E questo avverrà ancor più se continuerà l’effetto benefico del governo Draghi per il sistema-Paese e se l’Italia sarà in grado di portare avanti tutti i progetti messi in campo, utilizzando al meglio le risorse disponibili con il Pnrr”.
HOTELLERIE, SVOLTA EPOCALE
“La parte di progettazione non ha avuto blocchi, semmai è stata accelerata dalla pandemia” afferma Federico Spagnulo, fondatore dello studio di architettura Spagnulo & Partners, basato a Milano e specializzato in progetti per l’hospitality (tra i clienti compaiono il gruppo Baglioni Hotels e Four Seasons) e il residenziale. Tra gli hotel, in particolare, le chiusure e le limitazioni all’accesso iniziate nel 2020 hanno spinto le proprietà a rinnovare gli spazi e i concept. “Per noi è stato un periodo di forte attività, continuata quando poi gli hotel hanno riaperto le porte con un numero di presenze superiori alle aspettative: ora ci chiedono costantemente preventivi per coinvolgerci in nuovi progetti. È un momento di grande fermento” precisa Spagnulo. I cambiamenti avvenuti post covid? “Sta avvenendo una svolta epocale nell’hotellerie. L’albergo non è più soltanto un luogo dove si svolgono determinate funzioni, come dormire e a mangiare, ma un elemento collegato alla città e che cerca di animarsi di contenuti più profondi”. Spagnulo fa l’esempio di Palazzo Portinari Salviati a Firenze, luogo importante per la storia della città del Giglio, convertito in dimora storica con appartamenti, spa e ristorante stellato: ogni camera è dedicata a un personaggio della famiglia che lo abitò e presenta dei rimandi che inducono l’ospite a ripercorrere la storia della città. “L’albergo quindi diventa il luogo dove vivere un’esperienza culturale, un hub che interagisce in rete con altri mondi. È quel che l’ospite oggi si aspetta da un hotel ed è quel che dà un senso a strutture simili”. Un altro esempio arriva dalla recente realizzazione del Baglioni Resort Sardinia, per il quale Spagnulo ha trasformato un limite – la difficoltà, durante i lockdown, di gestire i lavori coinvolgendo fornitori e personale qualificato proveniente dai distretti italiani del mobile, essendo peraltro il progetto basato in un’isola come la Sardegna – in opportunità per conferire al complesso e alle suite un dna fondato sul genius loci, coinvolgendo maestri locali della tradizione come Mariatonia Urru (tessuti e tappeti in lana), Walter Usai (ceramiche) e Cerasarda (cotto artigianale).
LA SPINTA DALLA PROVINCIA
MilanoCrea è una newco nata come contractor per il mondo residenziale e dell’hotellerie. Fondata da Gianluca Colombo (25 anni di esperienza come manager nell’arredo) e Giuseppe Sacchetti, ha immediatamente ottenuto commesse di rilievo per la realizzazione di circa 60 appartamenti su Milano e una quarantina in provincia di Varese; ora sta trattando altri contratti legati a ristrutturazioni di alberghi 5 stelle lusso a Portofino, Milano e Roma. “La ripartenza è consistente. Stiamo assistendo a investimenti ingenti da parte dei fondi di investimento in ambito residenziale e all’ingresso di catene internazionali di hotel in Italia” racconta Colombo. “In questa fase, stanno prendendo il via progetti destinati all’apertura nel biennio 2022-23 e il fermento è molto alto soprattutto sul target di fascia alta e lusso”. I referenti di MilanoCrea sono il committente finale e/o l’investitore. Il modello di business ideato da Colombo e Sacchetti si basa sulla elasticità del modello di business, capace di adattare la propria offerta per soddisfare le necessità dei clienti relative a budget, tempi e condizioni di intervento, integrando le richieste di prodotti da catalogo con la gestione diretta di soluzioni custom. Nell’ambito residenziale, la società milanese opera con partner esclusivi come Marazzi per ceramiche, Zucchetti per la rubinetteria, Duravit per i sanitari e l’arredo bagno, Kaldewei per i piatti doccia e le vasche in acciaio, Woodco per le pavimentazioni in legno. MilanoCrea non opera attraverso showroom ma ha scelto la modalità delle “station” situate in prossimità dei cantieri di riferimento e che diventano una sorta di sales center esperienziali per gli acquirenti potenziali, che vi si appoggiano per costruire il proprio personale capitolato. “Abbiamo avviato la station one in provincia di Varese per gestire i progetti acquisiti in zona e nei prossimi sei mesi prevediamo altre tre aperture” precisa Colombo. Nel contract residenziale, Milano sta trainando il mercato con un impatto positivo anche per la provincia, perché avviene uno spostamento verso l’esterno dettato dalla ricerca di maggiori spazi, di un prezzo più accessibile e di collegamenti rapidi (laddove presenti) con il centro città. “Si assiste a una rivalutazione del patrimonio immobiliare presente in provincia e a una nuova maturità da parte dei costruttori presenti in zona. Anche in provincia, ormai, inizia a imporsi il modello del contract, un tempo sostanzialmente assente”. Quanto all’hospitality, Colombo sostiene: “Siamo già nel pieno nella ripartenza. I progetti devono essere consegnati entro il 2023 e di conseguenza, per il comparto, si può parlare di piena fase di rilancio”.
UFFICIO IN TRASFORMAZIONE
Le trasformazioni più rilevanti? Secondo Mauro Spinelli riguarderanno l’ufficio. “Il lavoro in modalità ibrida – racconta il partner di Csil – porterà a una maggiore alternanza tra la presenza nelle sedi di lavoro e in casa, a una riduzione delle postazioni fisse e di conseguenza all’aumento esponenziale dei consumi di sedute ergonomiche per uso domestico. L’incremento della domanda è già stato evidenziato dai dati del 2019, con il +40% di export per le sedute made in China verso l’Europa. Sono poi in atto operazioni di forte concentrazione tra i leader del mobile legato agli ambienti di lavoro: basti pensare alla fusione tra Herman Miller e Knoll, che ha dato vita al primo gruppo mondiale nell’arredo per uffici, e al leader svedese nell’arredo dei supermercati, Itav, che ha acquisito l’imolese Cefla”. I big del settore si stanno quindi attrezzando, con le m&a, per affrontare la nuova situazione e stanno investendo in tecnologia per arrivare a una migliore gestione degli uffici, che si presenteranno sempre più come luoghi sottoposti a rotazione. Si va dai software per la prenotazione dei posti fino al potenziamento della produzione di scrivanie regolabili in altezza e in grado di riconoscere l’utente: “In Germania, scrivanie di questo tipo costituiscono già ora la metà del mercato complessivo e adesso si stanno diffondendo nel nostro Paese” precisa Spinelli. Si aggiunge poi il filone della sostenibilità, che spinge i committenti a ordinare prodotti da ufficio di lunga durata, con la richiesta di servizi quali riparazioni e la realizzazione di “pezzi di ricambio” che possano determinare il superamento della visione “usa e getta”. Il contributo della tecnologia è destinato a trasformare anche gli ambiti del retail e dell’hospitality. Negli hotel, per esempio, check in, check out e relativi pagamenti sono destinati a passare su smartphone, determinando di conseguenza la riduzione degli spazi di reception e l’aumento delle aree di condivisione all’interno delle strutture alberghiere. E tutte queste trasformazioni, destinate a ridurre i tempi morti semplificando la vita all’utilizzatore, avranno un impatto inevitabile sull’impostazione degli spazi interni e sugli arredi degli stessi.