La collaborazione tra lo studio Palomba Serafini e Ideal Standard apre un nuovo scenario per questo ambiente. Dove il concetto di “Togetherness” e il giusto mix tra tecnologia e cura estetica saranno gli elementi chiave
Le grandi rivoluzioni sono quelle che hanno portato l’innovazione alla portata di tutti. Quando negli anni Cinquanta si iniziò a ripensare la casa, trasferendo il bagno all’interno dell’appartamento, il cambiamento fu epocale. Nel 1948 in Italia, solo in 48% della popolazione disponeva di un proprio bagno in casa. Non si trattò solo di ridisegnare una nuova stanza, ma di cambiare, anzi di far evolvere le abitudini della popolazione con nuove modalità di fruizione di quegli spazi. E con nuovi prodotti, oggetti che sono entrati nell’iconografia del design e nei ricordi di gran parte delle persone. È il caso di Gio Ponti con Ponti Zeta. Ma anche di elementi ormai di uso comune, come il miscelatore di acqua calda, che ha spalancato le porte a un nuovo concetto di comodità. Negli anni settanta Achille Castiglioni con Linda fece il passo successivo: portò a riconsiderare il bagno non più come una stanza di servizio ma come un vero living. Dietro a entrambi gli esempi c’è Ideal Standard, nome storico nel mondo del bagno che ha accompagnato la storia del costume dei giorni nostri. Oggi, a distanza di decenni da quelle trasformazioni, per la multinazionale si apre un nuovo capitolo che ha come obiettivo quello di interpretare l’evoluzione del bagno di domani. Non è un’operazione da poco perché questa stanza sta raccogliendo buona parte di quella trasformazione della società moderna che passa per il mondo sensoriale. Interprete di questa nuova sfida sarà lo studio Palomba Serafini che è stato scelto da Ideal Standard per una collaborazione a 360° gradi sul marchio. “Non amo le definizioni – sottolinea a Pambianco Design Roberto Palomba – ma è importante precisare una cosa. Non siamo art director, il nostro ruolo prevede un lavoro più a fondo rispetto al canonico intervento in alcuni punti della strategia di prodotto e di comunicazione”. Per lo studio Palomba Serafini si è scelta perciò una definizione ad hoc: chief design executive. “I grandi marchi con una lunga storia ciclicamente si evolvono. Ideal Standard ha una lunga storia nel design. Negli ultimi tempi il gruppo aveva dato maggiore priorità alla parte tecnologica. Il nostro studio è stato chiamato per rimettere al centro il design, ma con un’ottica allargata: ci occupiamo infatti di design e di tutto ciò che sta attorno, progettazione, marketing e social”. Uno dei primi passi nella direzione della nuova strategia di Ideal Standard è stato capire quale sarebbe stato il pubblico del marchio e quali sarebbero state le aspettative sul brand. “Abbiamo ricodificato gli elementi tecnici lavorando insieme a una agenzia inglese”, spiega Palomba.
“Ci siamo chiesti: qual è il nuovo polo di fruizione con gli utenti di Ideal Standard? Cosa possiamo fare per sottolineare l’unicità del marchio e mettere in evidenza il suo punto di forza?”. Da qui è nato un nuovo concetto di bagno. “Il nostro focus è il tema della Togetherness, il senso di inclusività. È un concetto da sempre vivo nel marchio, basti pensare al senso di incisività ai tempi delle creazioni di Gio Ponti, Achille Castiglioni o Paolo Tilche”. Oggi questo concetto si declina in modi differenti. “Negli ultimi anni si è parlato molto del lusso, soprattutto per i consumatori dei Paesi emergenti. Oggi dobbiamo parlare di un nuovo mondo del bagno e di come viverlo. Ed ecco che emerge l’idea dell’inclusività: ogni prodotto deve essere inclusivo dal punto di vista sensoriale, per poter portare il maggior numero di persone a condividere questo spazio”. Primo esempio del lavoro dello studio Palomba Serafini sul bagno del futuro sarà un prototipo, che sarà presentato alla prossima edizione del salone Ish di marzo, ispirato al modello storico Conca. “Ripartiamo da una delle icone di Ideal Standard per ricostruire il lessico dell’azienda”, aggiunge Roberto Palomba. “È un po’ il gioco del ‘se fosse’. Ci siamo immaginati come sarebbe il Conca se fosse stato disegnato oggi”. “Ideal Standard – commenta Palomba – non è solo una azienda che produce bagni. È un marchio che ha partecipato alla storia del design moderno e sono sicuro che questo nuovo progetto arriverà molta energia positiva”. Per Eugenio Cecchin, AD di Ideal Standard Italia, è giusto parlare dell’“apertura di scenari inediti con questo nuovo progetto”. Scenari che coinvolgeranno sia il mondo del bagno, sia quello del futuro dell’azienda. “L’intenzione, ed è quello che faremo, è riprenderci il nostro spazio nel settore del bagno”. Le possibilità per arrivare all’obiettivo, secondo Cecchin, ci sono tutte. La forza di Ideal Standard è sempre stata quella di poter contare su una costante attenzione alla tecnologia e sulla produzione su larga scala. “Produciamo cinque milioni di pezzi all’anno. Un’azienda che ha questi volumi ha le carte in regola per fare dell’innovazione un qualcosa di democratico, alla portata di tutti. Penso ad Aquablade®, il sistema di scarico sicuro, silenzioso e che consente un utilizzo più responsabile dell’acqua. È una tecnologia di punta e, grazie alle nostre economie di scala, possiamo renderla fruibile non solo sui modelli di fascia alta”. Con l’ingresso dello studio Palomba Serafini, all’elemento chiave dell’innovazione si accompagna una rinnovata cura del design, che negli ultimi dieci anni era stato considerato meno strategico da parte dell’azienda. “Ora si ri-bilancia l’equazione tecnologia e design”, sottolinea l’AD Italia di Ideal Standard. “Proponiamo un design di un livello elevato unito a una tecnologia d’avanguardia, il tutto a un prezzo democratico. Sarà di sicuro un aspetto che scardinerà il mondo del bagno”. Altro aspetto importante è l’italianità del progetto. “Nonostante Ideal Standard sia una multinazionale, il nuovo corso testimonia la centralità dell’Italia”. Non solo lo studio prescelto è italiano ma anche il Design center, il centro stile che lo sta affiancando. “Il messaggio è chiaro: vogliamo contribuire allo sviluppo italiano, spostando il baricentro di Ideal Standard in Italia, patria del design mondiale”.