Come evolve il “senso di casa”, questo è il focus del Life at home Report 2018, ricerca internazionale firmata Ikea che esplora le tendenze legate alla vita domestica nel mondo e l’evolvere del concetto stesso dell’abitare (//lifeathome.ikea.com/it/). Un’indagine quali-quantitativa che ha coinvolto, da marzo ad agosto, oltre 22mila persone di diverse fasce d’età, in 22 Paesi, attraverso conversazioni online, incontri e ascolto dei social media: Australia, Asia, Europa, Medio Oriente e Stati Uniti.
“Da cinque anni, grazie al Life at Home Report, abbiamo la possibilità di guardare da vicino come le persone vivono la loro vita in casa e come cambia nel tempo il concetto di abitare, in Italia e nel mondo – dichiara Alessandro Aquilio, Country Communication Manager di Ikea Italia – Questa conoscenza è per noi fondamentale perché ci permette di essere sempre più vicini ai bisogni reali delle persone e di trovare ogni giorno nuove soluzioni per stare al passo con i cambiamenti che attraversano la nostra società”.
Il report rileva come cambiamenti globali significativi quali variazioni demografiche, la rivoluzione digitale e tecnologica, l’urbanizzazione, insieme all’imporsi di nuovi stili di vita, abbiano un impatto sul “senso di casa” e contribuiscano a definire una nuova geografia della vita domestica, dentro e fuori le quattro mura di casa. Negli ultimi due anni nelle grandi città si è registrato un notevole aumento di chi afferma che ci sono luoghi dove si sente più a casa rispetto alla propria abitazione principale. Dal 20% del 2016 al 35% del 2018.Un sentimento diffuso non solo tra chi vive in città. In Italia, oggi, questo vale per 1 italiano su 4, un valore che sale a quasi 1 persona su 3 fra coloro che vivono in città. L’effetto è più evidente fra chi condivide gli spazi con coinquilini che non conosce, tra i quali oltre la metà (54%) afferma di sentirsi più “a casa” fuori dalla propria abitazione: 1 millennial su 4 (25%) ad esempio, percepisce un maggiore ‘senso di casa’ nel suo bar preferito.
Obiettivo della ricerca è quindi capire e approfondire il vero significato di sentirsi a casa oltre le ‘quattro mura’.
La ricerca mostra che il concetto di casa si fonda su 4 dimensioni: la relazione, lo spazio, il luogo, gli oggetti. Per gli italiani la dimensione che conta di più è quella della relazione, (61%) quella dei rapporti personali che si instaurano con le persone con cui si vive. Per il 45% degli intervistati è lo spazio fisico a determinare il senso di casa, seguito dal luogo in cui si vive, inteso come quartiere e comunità (26%) e, in ultimo, dagli oggetti che vanno a riempire la casa.
Ma il ‘senso di casa’ è generato dall’interazione fra queste 4 dimensioni con 5 bisogni emozionali: sicurezza, privacy, comfort, proprietà e senso di appartenenza. Le nostre case sono spesso percepite come limitanti: la mancanza di spazio o di proprietà, l’assenza di privacy o di affinità con le persone con cui viviamo ci spingono a cercare altrove il senso di casa. Numerose sono le occasioni per soddisfare i propri bisogni emozionali fuori casa: 1 italiano su 3 ritiene inoltre che la comunità sia un’estensione della propria casa, comunità che con l’ampliamento digitale e fisico degli spazi dove viviamo, ci permette di incontrare persone nuove, creare una rete di amicizie ed espandere le nostre case oltre il quartiere, la città o addirittura il nostro continente.
Il report rileva come tante delle attività una volta considerate tipicamente domestiche, si siano spostate fuori casa: rispetto ad altri Paesi europei ad esempio in Italia è più frequente trascorrere fuori casa del tempo con i figli (51% vs 33% tot. Europa) o rilassarsi e, addirittura, farsi una doccia (40% vs 36% tot. Europa). Si registra così l’inizio di una nuova era per la vita a casa, quella oltre le quattro mura.