Ciarmoli queda studio rivisita le atmosfere classiche con un tocco contemporaneo. Per dare vita a progetti di respiro internazionale in cui il savoir faire artigianale si fonde con il design d’eccellenza.
Due personalità uniche e due abilità complementari, ma con un unico linguaggio: sono Simone Ciarmoli e Miguel Queda. Ogni loro lavoro crea “atmosfere” modellate da una creatività a tuttotondo, affinata nel tempo a fianco dei maggiori protagonisti della moda e del lusso tra cui, in particolare, Prada e Giorgio Armani. La loro avventura inizia nel 2009, quando fondano CQS Ciarmoli Queda Studio, che con un proprio team di designer e progettisti elabora progetti tailor made in tutto il mondo. Li incontriamo per scoprire i segreti di questa intesa vincente.
Quali sono stati gli incontri fondamentali lungo il vostro percorso professionale?
Sicuramente Tod’s, un’avventura durata tre anni che ci ha dato grandi soddisfazioni: per loro abbiamo creato una serie di allestimenti temporary, trasformando le loro vetrine in una sorta di ‘libro dei mestieri’ in cui abbiamo reinterpretato tutti gli strumenti dei lavori tradizionali, dall’architetto al giardiniere; abbiamo riprodotto i vari utensili in acciaio, legni pregiati e in quella pelle che in Tod’s chiamano vacchetta – il materiale con cui sono confezionati i famosi mocassini – ed è stato una grande successo, se si pensa che le clienti volevano addirittura acquistare la cazzuola o il tavolo da lavoro! Un altro incontro importante è stato quello con David Collins, con cui abbiamo progettato il negozio di Larusmiani in via Montenapoleone, punto di riferimento per l’eccellenza sartoriale milanese. Abbiamo messo a fuoco lo stile di David, che è stato uno dei decoratori più sofisticati del Novecento, e lo abbiamo tradotto a un livello più “commerciale”; oltre all’installazione su misura e alla progettazione dei mobili, realizzati tutti in Brianza, per Larusmiani abbiamo ideato anche una serie di eventi pensati ad hoc per lo spazio. Negli ultimi anni, poi, abbiamo collaborato anche con Agnona e abbiamo ridisegnato la showroom uomo di Jimmy Choo a Milano, oltre al concept di alcuni suoi punti vendita nel mondo.”
E sul fronte della committenza privata?
Abbiamo clienti con case in Grecia, Francia e Italia, ma ci dedichiamo anche al settore della nautica. Per un armatore greco stiamo terminando gli interiors di un’imbarcazione di 106 metri, da usare anche come abitazione. Abbiamo disegnato tutto su misura, coinvolgendo anche varie aziende italiane: Paola Lenti, De Padova, Flexform e, per i tessuti, Loro Piana. È una bella sfida, per la quale abbiamo messo a punto anche vari arredi personalizzati: ne è un esempio il tavolo della dining room privata dell’armatore, un pezzo unico con il top in marmo verde Venezia e dettagli in galuchat dello stesso colore.
Come si compone il vostro fatturato?
Il 70% arriva dall’estero, il 30% dall’Italia. E ciò che dei nostri progetti viene apprezzato a livello internazionale è soprattutto la presenza di materiali ed eccellenze del made in Italy con cui di volta in volta collaboriamo: i tessili di Loro Piana, Dedar e Rubelli, o gli arredi di Annibale Colombo, giusto per citarne alcuni.
Nell’era dell’esibizionismo e della sottomissione ai trend, voi siete conosciuti per la vostra estetica senza tempo, classica ed essenziale. Come risponde il mercato?
Per fortuna ci rapportiamo con clienti che hanno il desiderio di venire a contatto con spazi e oggetti veramente esclusivi, in cui l’arte e la tradizione s’imparentano con il design più visionario. Per dire: dovendo affrontare “carta bianca” un nuovo progetto, potremmo immaginare Marie Antoinette e Jean Michel Frank che discutono e che, a un certo punto, incontrano Jean Prouvé. Questa per noi è unicità.
Nel film “Before Design: Classic”, diretto da Matteo Garrone e presentato in occasione del Salone del Mobile Milano 2016, i bambini salvano dei mobili antichi dalle macerie di un mondo post apocalittico. È un invito a rileggere lo stile classico in chiave moderna?
Assolutamente si. Volevamo fare un cortometraggio d’autore e una mostra- evento sul mobile in stile, e la regia del filmato non poteva che essere di Matteo Garrone, per il suo modo di lavorare, per il suo sguardo e per il suo uso delle luci. È stato un ponte verso il futuro.
Annibale Colombo, dopo 200 anni ancora punto di riferimento nell’alta ebanisteria, Cantori, leader nelle decorazioni artigianali di pregio, Officina Ciani, dal 1939 caposcuola di una lunga tradizione nel campo del ferro battuto… Con quale spirito vi avvicinate a realtà di questo spessore?
Cerchiamo sempre di confrontarci con aziende che, grazie al loro patrimonio di esperienza, siano in grado di interpretare la nostra estetica. Al momento, per esempio, lavoriamo con delle carte artigianali che arrivano dal Nepal e con un artista con cui stiamo realizzando dei prototipi, in altri casi ci rivolgiamo alle industrie: per un progetto a Roquebrune-Cap-Martin, sopra la maison Chanel, abbiamo scelto Poliform, mentre per Billionaire, il marchio acquistato da Philipp Plein, abbiamo collaborato con Annibale Colombo, con cui abbiamo realizzato un travel trunk in galuchat con maniglie fatte a mano.
Come sta andando, in questo momento, il comparto del mobile classico?
Molte realtà del settore si stanno riconvertendo su produzioni di stile contemporaneo se non addirittura atemporale. In Italia, dal 2014 si è rilevata una diminuzione dei partecipanti al Salone del Mobile del settore classico nei confronti del contemporaneo. Diminuzione che si attesta intorno al 30% (dati confermati da Luciano Colombo, membro del CDA del Fla Eventi). È un mondo con uno stile e delle logiche d’impresa che purtroppo negli anni Novanta non sono stati rispettati, creando non pochi danni. Per rilanciare il comparto, servono dei direttori artistici capaci di captare i cambiamenti e di innestarli in maniera contemporanea nel Dna delle produzioni tradizionali.
Il vostro progetto di domani?
Stiamo lavorando su due importanti progetti residenziali in Grecia, uno ad Atene, l’altro a Mikonos e a Dubai per la catena alberghiera Kempinski. Filo conduttore, come sempre, l’emozione di un lusso confortevole.
di Monica Montemartini