All’edizione appena conclusa della Design Week iDogi si è presentato a Rho Fiera con un doppio spazio espositivo, uno al Salone del Mobile e l’altro al Salone del Bagno. Attraverso queste due scenografiche installazioni il visitatore ha potuto venire in contatto con un marchio storico presente da un anno anche a Milano con uno showroom di fronte al Castello Sforzesco: uno scorcio di Venezia nella città meneghina. Creata nel 1968 nel capoluogo veneto e oggi specializzata nella realizzazione di soluzioni d’illuminazione in vetro di Murano, l’azienda ha saputo fare del made in Italy e della customizzazione di progetto la sua cifra caratterizzante.
iDogi – che sull’isola lagunare ha una propria fornace, pensata come hub di sperimentazione – negli anni ha iniziato un percorso che l’ha portata a focalizzarsi sulla progettazione di lampadari di grandi dimensioni, dal design sia classico sia contemporaneo. Ogni elemento in vetro è lavorato da maestri artigiani che fanno vivere tecniche secolari creando pezzi unici che si trasformano in architetture luminose. Il dipartimento di design sviluppa infatti esclusivamente progetti custom made che nella quasi totalità dei casi parte per l’estero. L’export rappresenta infatti il 98% del fatturato, con Medio Oriente, India, UK, Usa e Canada quali mercati principali. Il 2023 è stato un anno particolarmente significativo per il brand, il cui fatturato ha raggiunto i 5,8 milioni di euro, raddoppiando quello dell’anno precedente.
Forte di questi risultati, l’azienda non smette di guardare al futuro, sia in termini di visione creativa che di attenzione all’innovazione e alla sostenibilità. “Tra i prossimi progetti – ha dichiarato il presidente Domenico Caminiti – c’è la nascita di un laboratorio creativo per giovani talenti attrezzato per sperimentazioni che oltre al vetro artistico, cifra dell’azienda, potranno indagare altri materiali. Un progetto ambizioso che punta a riconvertire una vecchia fornace a Murano, già proprietà dell’azienda e in attesa di restauro, attraverso la sperimentazione che ibrida l’alimentazione a metano e idrogeno. Il progetto si basa sull’idea che l’idrogeno venga prodotto in loco tramite un processo di elettrolisi alimentato da un adeguato impianto fotovoltaico realizzato su un terreno adiacente alla fornace stessa. Nella seconda fornace a Murano, dove attualmente ospitiamo gli eventi, vorremmo infine creare un hub artistico per creativi emergenti”.