È partito da Milano il format digitale Together World Tour, realizzato da Ideal Standard per raggiungere la community internazionale dell’architettura e del design con una formula che unisce la presenza fisica del girato in un contesto cittadino con la diffusione globale in modalità digital. La prima tappa di questo viaggio è stata dunque la capitale italiana ed europea del design, dove peraltro la società belga leader nelle soluzioni per il bagno (con 8.500 addetti nel mondo e 11 stabilimenti produttivi) ha individuato il suo chief designer officer in Roberto Palomba, fondatore assieme a Ludovica Serafini dello studio Palomba Serafini Associati, punto di riferimento per l’innovazione nell’ambiente bagno, tanto da conquistare il primo Compasso d’Oro attribuito in tale ambito. Le prossime città in calendario saranno Berlino, Londra, Parigi, Dubai e Shanghai. Il passaggio milanese è stata l’occasione per la prima presentazione di Linda-X, reinterpretazione di un “classico” del marchio, progettato nel 1977 da Achille Castiglioni e reinterpretato da Ludovica+Roberto Palomba in chiave contemporanea e con materiali innovativi all’interno di Atelier Collections (progetto fondato proprio sui prodotti-icona di Ideal Standard disegnati dai Maestri italiani del design). La scelta di Milano come punto di partenza ha anche un altro significato. Il 2020 doveva essere l’anno del ritorno del gruppo – controllato dai fondi di investimento Anchorage Capital e Cvc Credit Partners – a cui fanno riferimento anche i marchi Armitage Shanks (Regno Unito), Porcher (Francia), Ceramica Dolomite (Italia) e Vidima (Est Europa), al Salone del Mobile. Poi la pandemia ha fatto saltare tutti i piani, ma a un anno di distanza da quell’atteso ritorno, il ceo di Ideal Standard, Torsten Türling, ha virtualmente incontrato la città e i punti di riferimento presenti nel capoluogo lombardo, tra cui il partner distributivo Habibath, ribadendo in quest’intervista la crucialità di Milano e del mercato italiano per il suo gruppo.
Quanto conta l’Italia per Ideal Standard?
Il mercato italiano è estremamente importante per noi in termini di business, rappresentando il terzo Paese del mondo dopo Uk e Germania. Al di là del giro d’affari che genera, l’Italia è fondamentale come riferimento culturale e come centro di creazione di prodotti destinati in tutto il mondo.
Come è stato il 2020 per il vostro gruppo?
Pur essendo stato un anno difficile per tutte le attività e per tutte le persone del mondo, come azienda siamo andati bene e abbiamo superato quello che potremmo considerare uno stress test molto impegnativo. Nel secondo trimestre abbiamo certamente subito una battuta d’arresto, con la chiusura dei negozi in tutta Europa, ma a partire dal secondo semestre 2020 c’è stato un boom di attività, confermata anche dai dati del primo quarter 2021. La gente è costretta a lavorare in mobilità smart e di conseguenza ha investito di più negli ambienti domestici: non soltanto negli arredi, ma anche nelle cucine e nei bagni.
Quali sono stati i mercati più dinamici?
L’impatto del Covid nel 2020 è stato a macchia di leopardo. La Germania e i Paesi confinanti come Olanda, Svizzera e Austria hanno continuato a crescere nonostante la pandemia e i lockdown, mentre i Paesi del sud Europa come Italia, Francia, Spagna e Grecia hanno subito perdite secche raggiungendo addirittura la doppia cifra in negativo. Nel mezzo c’è la Gran Bretagna dove la sovrapposizione di due problematiche, pandemia e incertezza legata alla Brexit, ha provocato un rallentamento del giro d’affari. Quest’anno, invece, osserviamo un deciso rimbalzo nei Paesi più sofferenti nel corso del 2020, come Francia e Italia, che appaiono in fortissima ripresa. E i mercati in crescita nel 2020 ora risultano stabili.
E i canali di distribuzione più brillanti?
Non sorprende, visto che non si poteva uscire di casa, che il canale più cresciuto nel 2020 sia stato l’online. E questo è valso per tutta l’Europa. Inoltre, sono andati molto bene gli investimenti nella casa che io chiamo “istituzionali” ovvero non da parte dei singoli acquirenti bensì dei grandi costruttori o degli immobiliaristi, particolarmente attivi e favoriti dai tassi di interesse molto bassi. Ora notiamo invece un rimbalzo per quei canali che avevano sofferto nel 2020, come ad esempio il residenziale privato e il cosiddetto “pubblico non residenziale” (ospedali, istituti scolastici etc), dove progetti e commesse erano stati temporaneamente congelati. Il nostro canale di riferimento resta comunque quello dei grandi costruttori. Ideal Standard si propone infatti come parte integrante attiva per tutto quell’universo costituito da architetti, sviluppatori, costruttori e urbanisti.
I dati del 2020 sono comunicabili?
Il processo di revisione contabile non è stato ancora concluso e non sono in grado di commentare il risultato finale. Sono invece pubblici i dati del 2019, esercizio concluso con 730 milioni di fatturato e 85 di ebitda.
Che futuro si profila per Ideal Standard?
Il nostro obiettivo è lo sviluppo a lungo termine. Vogliamo crescere, confermando e aumentando la nostra leadership nel campo del design. E lo faremo attraverso le nostre Atelier Collections, il cui primo tassello è la collezione di Linda-X presentata nel primo incontro del nostro tour mondiale, a cui altre ne seguiranno. È un progetto che guarda al mondo, grazie alla vena creativa del nostro chief designer officer Roberto Palomba. L’altra strategia di sviluppo, oltre al design, è l’espansione extra Europa, in particolare Asia e Medio Oriente.