Continuano a crescere esponenzialmente gli investimenti nel mondo dell’hotellerie. Se il mercato immobiliare alberghiero italiano nel 2018 ha registrato un fatturato di 3 miliardi di euro di immobili scambiati con contratti di vendita o locazione, +9% rispetto all’anno precedente, questo trend è confermato dai risultati del primo semestre 2019 (anno per il quale si prevede un’ulteriore crescita del fatturato a 3,4 miliardi). I volumi degli investimenti complessivi nell’hôtellerie del nostro Paese da gennaio a giugno, riporta Il Sole 24 Ore, segnano un record a quota 2,3 miliardi di euro, in crescita del 310% rispetto al primo semestre 2018. Il Report realizzato da EY e ripreso da Sole 24 Ore, parla di 32 transazioni per circa 6mila camere con il 67% dei capitali di matrice americana ed europea.
A pesare sui volumi, l’acquisizione da parte del fondo americano Oaktree di 16 strutture di Castello Sgr, tra cui alcuni resort di lusso come Fonteverde, Bagni di Pisa e Chia Laguna. Solo negli ultimi giorni è stata definita la vendita, nota già da maggio, del Capri Palace, iconico albergo di Anacapri che il gruppo turco Dogus, in fase di ristrutturazione del debito, ha ceduto a un fondo di Dubai per una cifra che si aggira, secondo le indiscrezioni di mercato, sui 105 milioni di euro. Valore che secondo gli esperti di EY segnerebbe il record di 1,5 milioni di euro a camera.
Potrebbe cambiare proprietario entro la fine dell’anno anche l’hotel Bauer di Venezia. Il fondo Elliott, che a fine giugno è salito al 100% di Bauer Spa (affiancato dal gruppo finanziario londinese Blue Skye) avrebbe ricevuto, infatti, un’offerta, che sarebbe pronto ad accettare, per la parte alberghiera che si trova sull’isola della Giudecca, composta da tre strutture. A questo punto Elliott avrebbe deciso di sondare il mercato per cedere anche Bauer Palazzo affacciato su Canal Grande in Venezia città. Ci sarebbero quindi in corso trattative preliminari con due fondi internazionali, forse di matrice anglosassone. Elliott, secondo indiscrezioni riportate dal Sole 24 Ore, vorrebbe ricavare circa 300 milioni da questa seconda vendita. Valore al quale l’acquirente deve però aggiungere investimenti per almeno cento milioni di euro.
È certo, invece, che aprirà il prossimo agosto, dopo la ristrutturazione durata quasi un anno, il St. Regis Venice, hotel della catena Marriott che offrirà 40 nuove suite e un servizio personalizzato di alto livello. La struttura, composta da cinque edifici storici, sarà il terzo St. Regis in Italia dopo Roma e Firenze, abbandonando per sempre il nome ‘Europa & Regina’ che l’ha caratterizzato fino ad oggi. L’hotel sarà un nuovo indirizzo del lusso per Venezia, in zona San Marco, che ospiterà anche una collezione d’arte in via di definizione. Da agosto a Venezia, Marriott conterà dunque su quattro alberghi di alta gamma, in un periodo in cui è proprio la ricerca di location di lusso la tendenza in intensificazione per il settore dell’hotellerie. La catena prevede “presto” nuove aperture in territorio italiano a insegna W ed Edition.
Anche secondo la società di real estate JLL questo sarà un anno record per il segmento dell’ospitalità. Nei volumi JLL inserisce però solo il lusso e prevede per fine anno investimenti a quota 2,5 miliardi di euro.
Per quanto riguarda la provenienza degli investitori, secondo JLL, dal 2010 sono stati soprattutto gli investitori dal Middle East a contribuire al mercato con volumi pari a 1,6 miliardi di euro, con una componente degli investimenti domestici in ribasso del 30% negli ultimi dieci anni. Ad oggi è forte l’attrazione che l’Italia esercita nei confronti di investitori americani e asiatici, che cercano oggi portafogli con trophy asset posizionati in località chiave o destinazioni business, soprattutto però in ottica speculativa.