L’intramontabile stella di Gio Ponti continua a brillare: lo scorso Salone del Mobile ha celebrato la sua eredità con numerose proposte delle sue creazioni più iconiche, testimonianza del suo genio poliedrico.
Architetto, designer, ma anche pittore, poeta e saggista, Gio Ponti ha fatto della poliedricità la chiave del suo successo. Successo che a 45 anni dalla sua scomparsa non accenna a diminuire. Anzi, l’edizione del Salone del Mobile di Milano appena conclusa ha visto il riproporsi di numerose riedizioni delle sue più celebri creazioni. “Il lavoro di Ponti – dichiara a Pambianco Design Stefania Cretella, docente dell’Università di Verona e curatrice della mostra “Gio Ponti. Ceramiche 1922-1967” al MIC Faenza – richiama molta attenzione ancora oggi per via della sua attività multiforme. Nell’arco della sua carriera si è dedicato al vetro, alla ceramica e all’arredamento creando dei prodotti ricchi di fascino e innovativi, ma anche – e soprattutto – dotati di un occhio per la funzionalità. Ponti è stato un designer duttile, capace di lavorare con persone e in settori profondamente diversi: dagli artisti agli artigiani fino alla grande industria. Il suo successo si deve inoltre alla capacità di muoversi su una “doppia linea”, ovvero di elaborare progetti di design alto, come nel caso di quelli realizzati nell’ambito del gruppo Labirinto, e allo stesso tempo di ideare prodotti per la media borghesia, come nel caso del progetto Domus Nova, una linea di arredi creata per La Rinascente nel ’27 assieme a Emilio Lancia”. Ponti ha contribuito a rendere il design un elemento della nostra vita quotidiana e non a caso è stato soprannominato il “padre del Made in Italy”. “Parafrasando lo stesso Ponti – dichiara Luca Marin, AD di Mamoli – un’opera di design è davvero bella quando viene percepita come tale anche 50 anni dopo la sua creazione. E questo è il motivo per cui tre anni fa abbiamo deciso di rieditare la rubinetteria disegnata nel 1953 dal designer per il nostro marchio. Non solo per la funzionalità, tratto distintivo delle sue creazioni, ma anche e soprattutto per la bellezza di un design senza tempo, che erroneamente viene definito retrò. Quando la linea di rubinetteria è stata creata i modelli sono stati disegnati interamente a mano, dando vita a un prodotto d’uso quotidiano davvero artistico. Dopo la rubinetteria, anche a fronte di un grande successo di pubblico – resta infatti una delle nostre linee più vendute – abbiamo deciso di riproporre anche il lavabo Montecatini, che, sebbene sia stato creato nel ’49, non smette di affascinare per le sue linee stondate e la sua semplicità così contemporanea”.
Le riedizioni di Venini: design e funzionalità
La volontà di apportare un rinnovamento stilistico, pur mantenendo un approccio funzionale, costituì la base su cui si fondò la collaborazione tra Ponti e Paolo Venini. Per rendere omaggio a questo sodalizio creativo, Venini ha scelto di presentare quest’anno una collezione di riedizioni – ma anche di inediti – disegnati dall’architetto sul finire degli anni ‘40. Come per esempio il Servizio APEM – composto da bicchieri e una bottiglia –, disegnato nel 1946 ed esposto l’anno successivo al Palazzo dell’Arte di Milano, in occasione della partecipazione del marchio all’VIII Triennale insieme all’Associazione APEM (Artigianato Produzione Esportazione Milano), creata per assistere gli artigiani italiani nella vendita e promozione all’estero. Lo spirito ironico tipico delle creazioni del designer caratterizza invece le bottiglie Donna Campigliesca e Vecchia Dama, parte della serie delle Bottiglie con Crinoline presentate negli anni ’50 all’esposizione itinerante Italy at Work. Le lampade e le lastre decorative della serie Vetrate Grosse ripropongono le sperimentazioni nate a partire dal 1963-64 dalla collaborazione di Ponti con Toni Zuccheri. Mentre asimmetrie di colore, che danno ritmo ai vari elementi, contraddistinguono i bicchieri e la bottiglia del Servizio Pezzente, una collezione di inediti realizzati a partire da disegni originali del 1946-47 il cui nome deriva dalle “pezze” di vetro colorato applicate a caldo. Così come inedito è Lumen, un lampadario a sospensione composto da due elementi che si incontrano: un braccio centrale in metallo, dalla silhouette ondulata, che accoglie i diffusori in vetro colorato dalla forma conica o quadrata.
L’eterno charme di Villa Planchart
Nel 1953, in Venezuela, Anala e Armando Planchart commissionarono a Ponti la costruzione di una villa all’avanguardia caratterizzata da una disposizione degli spazi non convenzionale. Ancora oggi questo progetto colpisce per la sua attualità e il suo fascino senza tempo. Molteni&C, in collaborazione con gli Archivi Gio Ponti, ha avviato una ricerca approfondita sugli arredi della villa, riproponendoli nella collezione Heritage. Uno dei pezzi recentemente rieditati è Due foglie, un divanetto dal volume curvo che si appoggia su una struttura leggera, che lo rende come sospeso nell’aria. La sua forma a baccello, ispirata alla flora tropicale dei giardini della villa, si accompagna all’iconica poltrona Lotus (rieditata da Molteni&C con il nome D.154.2), anch’essa ispirata nel nome e nella forma ai fiori locali. La poltrona Mariposa si ispira invece alla struttura architettonica della villa, che Ponti amava descrivere come una farfalla posata sul Cerrito, la collina che sovrasta Caracas. Nella scelta dei complementi d’arredo della villa, Ponti si avvalse della manifattura Richard-Ginori, azienda di cui era stato direttore artistico dal 1923 al 1933. Progettò un set di piatti in porcellana decorati con i simboli e i motivi della villa: il sole, la luna crescente, la stella polare e la lettera “A” – un omaggio alle iniziali dei nomi dei due proprietari. In occasione dello scorso Fuorisalone, Saint Laurent Rive Droite, in collaborazione con Ginori 1735, ha deciso di rieditare dodici piatti della collezione originale. Dipinti a mano e frutto anche della collaborazione con gli Archivi Gio Ponti e la Fundación Anala y Armando Planchart, sono stati presentati in una suggestiva installazione nei Chiostri di San Simpliciano.