Novant’anni e non sentirli: è un traguardo all’insegna dell’ottimismo quello raggiunto da Boffi nel 2024. Un anno che, a detta di Roberto Gavazzi, CEO e Presidente del gruppo Boffi|DePadova, “guardando ai dati del primo trimestre sembra essere iniziato con una marcia in più nonostante una congiuntura complessa e aggravata da nuovi conflitti e da non poche incognite per l’economia europea. Credo comunque che ci siano tutte le condizioni per migliorare la crescita del 4% con cui abbiamo chiuso il 2023, continuando ad ampliare i nostri obiettivi di espansione internazionale, soprattutto negli Stati Uniti, ma anche in Cina”.
Oggi il gruppo Boffi|DePadova, brand sinonimo di una way of living d’alta gamma che dalla cucina si è allargata al bagno, ai mobili contenitori, agli imbottiti e a tutti gli ambienti della casa, incluso l’outdoor, realizza quasi l’80% dei risultati sui mercati overseas e il restante 20% in Italia (“nel 1989, quando sono approdato in Boffi, era l’esatto opposto”, ricorda il CEO). Il 2023 è stato archiviato con 125 milioni di euro di fatturato consolidato (quello aggregato è stato di 150 milioni), e per il 2024 Roberto Gavazzi spinge l’acceleratore sul contract d’eccellenza, sia per Boffi che per De Padova: “Si stanno avviando parecchi cantieri di fascia alta in Medio Oriente, a Dubai e in Arabia Saudita, ma stiamo lavorando anche a Montecarlo, a Miami, a New York e a Vancouver, dove è appena partito un progetto di altissimo livello con Westbank, leader fra i real estate developer del Nord America”.
Sul fronte retail, invece, gli Stati Uniti sono l’area sulla quale il gruppo scommette per il futuro: “Negli States abbiamo già sei negozi di proprietà, un nuovo monomarca sarà inaugurato a San Diego a maggio, apriremo a Houston e a San Francisco nella seconda parte del 2024, e la nostra storica location di Soho a New York verrà chiusa e ci trasferiremo in uno spazio di 1700 metri quadrati su Madison Avenue, che sarà pronto in autunno”. Un incremento dei punti vendita Boffi|DePadova nei prossimi mesi è previsto anche in Cina, testa di ponte per l’espansione in Asia, “con la nascita di un secondo store a Shanghai, di uno a Pechino e – sfidando ogni scaramanzia – con un nuovo negozio a Wuhan, proprio là dove si dice che si sia attivato il primo focolaio di Covid-19”, annuncia il CEO.
Dal suo ingresso in Boffi come socio di maggioranza ormai 35 anni fa, Gavazzi è riuscito a dare forma a un progetto-azienda in cui, oltre al rispetto per l’artigianalità, per gli altissimi standard estetici e di qualità e per il rapporto costante con l’heritage, il valore della partnership – con designer o altri imprenditori – è fondamentale. In effetti, già in passato, in Boffi, c’erano stati i sodalizi storici con progettisti del calibro di Luigi Massoni, Joe Colombo (autore nel 1963 dell’avveniristica cucina monoblocco Minikitchen) e Antonio Citterio; con Gavazzi sono arrivati Piero Lissoni (da 1990 e a tutt’oggi direttore artistico di Boffi), Patricia Urquiola, Norbert Wangen, Claudio Silvestrin, Zaha Hadid e da ultimo Elisa Ossino, oltre all’idea di aprirsi a una più ampia visione di gruppo che nel 2015 ha portato alle acquisizioni di De Padova, nel 2017 di Ma/U Studio, azienda danese specializzata in tavoli, scaffalature e librerie, e nel 2019 di ADL, che produce sistemi di apertura/chiusura. Cui si aggiungono, in anni più recenti, le collaborazioni esclusive con Bonacina, De Castelli, Inalco, Society Limonta, Nero Sicilia, ma anche le sinergie strategiche con l’azienda giapponese Time&Style ēdition di Ryutaro Yoshida, e con lo stilista Paul Smith.
Il successo del percorso di Boffi|DePadova fa leva sulla definizione di una proposta evoluta per il paesaggio domestico, in cui “si ragiona per progetto piuttosto che per prodotto e si abbraccia una narrazione dove uno più uno non fa due, ma molto di più”, sottolinea Gavazzi. Si entra così in un’ottica di ‘ambiente globale’ che ha fatto della coerenza di stile e di visione i pilastri di un successo italiano di respiro internazionale: “Il made in Italy è un tool che dobbiamo continuare a perfezionare, anche perché si tratta di un modo di intendere l’industria e il design solo ed esclusivamente italiano”, osserva il presidente. “Il legame fra imprenditori e designer che si è consolidato nel nostro Paese fra gli anni 60 e 70 rimane un unicum a livello mondiale, e di questo nostro approccio al design è simbolo anche il Salone del Mobile, una formula che continua a funzionare come uno straordinario polo d’attrazione”. Ecco perché l’anniversario di fondazione di Boffi, nata nel 1934 a Cesano Maderno per iniziativa di Piero Boffi e in seguito trasferita all’attuale sede di Lentate sul Seveso, nel cuore della Brianza, non poteva che essere festeggiato a Milano durante la Design Week con il risalto dovuto ai compleanni speciali e, in particolare, con un evento dal titolo Boffi 90-The banquet all’interno della Rotonda della Besana, dove il sistema cucina Novanta – disegnato da Piero Lissoni – è protagonista con le sue linee architetturali sotto la cupola dell’ex chiesa tardo barocca insieme agli spezzoni più celebri del film Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante, del visionario regista inglese Peter Greenaway. L’altro oggetto celebrativo è la nuova XO di Elisa Ossino: una cucina di fascia alta con un piano in Breccia Imperiale e una vasta penisola in legno massello aperta alla convivialità, che rilegge in chiave contemporanea il bestseller Xila, disegnato da Piero Massoni per Boffi nel 1972.