Simile a una spada d’argento che attraversa un paesaggio incontaminato di mare e deserto, The Line è l’avveniristica metropoli verticale che sorgerà a Neom: la nuova zona economica che sta prendendo forma in Arabia Saudita nella provincia di Tabuk, nell’area settentrionale del Paese, fra le coste disabitate del Mar Rosso e le montagne dell’Hejaz. Per questa utopia urbana, destinata a ospitare 9 milioni di persone, l’unico studio italiano coinvolto dei nove a oggi incaricati è quello degli architetti Massimiliano e Doriana Fuksas.
Una volta terminata – la fine lavori è prevista per il 2030 – The Line si presenterà come un monolite lungo 170 chilometri, largo solo 200 metri (per minimizzare lo spreco di suolo) e con un’altezza massima di circa 500 metri sviluppata su soli 34 chilometri quadrati: una scommessa ambiziosa ma anche virtuosa, che darà vita a una città a zero emissioni e del tutto autonoma dal punto di vista energetico, proprio perché le monumentali pareti a effetto-specchio che rivestono l’immenso building servono a produrre energia 100% rinnovabile e, in più, riflettono il paesaggio circostante, riducendo l’impatto visivo dell’edificio. Anche le risorse idriche di The Line saranno ottenute dalla desalinizzazione delle acque del mare.
A Massimiliano e Doriana Fuksas, al timone di uno dei più prestigiosi studi di architettura internazionale con sedi a Roma, Parigi e Shenzhen, all’inizio è stato chiesto di occuparsi di una serie di spazi abitativi singoli, ma in seguito la commessa si è ampliata fino ad abbracciare tre moduli della nuova città (i numeri 48, 49 e 50), che fanno parte della prima tranche del master plan. Per ognuno dei tre blocchi, denominati Rocce (distretto residenziale), Nuvole (ambienti speciali, come per esempio i centri congressi) e Coralli (aree pubbliche come negozi, uffici e scuole), i progettisti italiani hanno scelto un tema che trae ispirazione dall’ecosistema circostante e dal background concettuale che ha contraddistinto alcuni dei loro lavori più noti, come la Nuvola di Roma, la Fiera di Milano e l’aeroporto cinese di Shenzhen. Ma con una differenza rispetto al passato: per The Line, infatti, il progetto nasce da un nuovo approccio alla lettura dello spazio, che fa leva sulla meccanica quantistica, sulla teoria dei frattali e sugli algoritmi e, attraverso l’espansione verticale, declina in maniera organica il principio del Zero Gravity Urbanism, la stratificazione che permette ai cittadini di muoversi nell’ambiente metropolitano nelle tre dimensioni (in alto, in basso o attraverso), limitando gli sprechi di tempo, evitando i rischi d’ingorgo e, di fatto, preservando il 95% del territorio su cui si svilupperà la città.
Un ruolo di primo piano all’interno di The Line è poi riservato ai polmoni di verde e natura, organizzati in una tassonomia di parchi urbani, parchi di quartiere e giardini tascabili; nella fascia centrale del blocco Corallo sono stati previsti anche un Biotech Innovation Park, un Medical Wellness Resort e altre strutture destinate al benessere e alla salute. Non ultimo, a The Line verranno bandite le auto: tutti i servizi saranno raggiungibili in 5 minuti a piedi e i residente potranno spostarsi utilizzando The Spine, la linea ferroviaria sotterranea ad alta velocità che collegherà i due estremi della metropoli in circa 20 minuti.
Neom, la prima zona speciale autonoma del Regno dell’Arabia Saudita dove sono stati avviati i cantieri di The Line, occupa circa 26 mila chilometri quadrati in una regione che si estende dai confini con l’Egitto alla frontiera con la Giordania, e nei prossimi anni è destinata a diventare un nuovo polo di riferimento mondiale per l’economia, l’innovazione, la progettazione e il real estate sulla scia di “Saudi Vision 2030”, il piano di investimenti voluto dal principe ereditario Mohammed bin Salman: il valore stimato dell’operazione per la megacity si aggira intorno ai 500 miliardi di dollari.