Il nuovo regolamento contro la deforestazione e il degrado forestale (EUDR) entrerà in vigore il 30 dicembre 2024 in tutti gli Stati membri dell’Unione europea abrogando definitivamente il Regolamento Legno (EU Timber Regulation del 2010). Sarà una data chiave per molte imprese italiane perché comporterà l’applicabilità degli obblighi stabiliti dal Regolamento UE 2023/1115 relativo appunto alla messa a disposizione sul mercato europeo di materie prime e prodotti associati alla deforestazione e al degrado forestale. Tali beni potranno infatti essere commercializzati solo e soltanto se a “deforestazione zero”, se fabbricati nel rispetto della legislazione del paese di produzione, e se oggetto di dovuta diligenza.
L’impatto di questo nuovo Regolamento interesserà anche la filiera italiana del legno-arredo e inizia a generare preoccupazione tra gli addetti a i lavori a causa della sua stessa complessità.
Ma cosa cambia in sintesi? Tutte le persone fisiche o giuridiche che immettono sul mercato comunitario o che esportano dall’Unione materie prime e prodotti regolamentati dall’EUDR, sono obbligate ad attenersi alle prescrizioni di tale regolamento. Tra questi rientrano a pieno titolo i componenti della filiera foresta-legno italiana che rivestono i ruoli di Operatore e Commerciante. Al pari di chi importa da Paesi extra UE, questi soggetti saranno pertanto tenuti ad effettuare la due diligence ed a presentare, all’autorità competente, la relativa dichiarazione di conformità dei prodotti che si accingono ad immettere sul mercato, anche se unicamente destinati alla vendita sul territorio nazionale.
In sostanza, oltre a vietare quindi l’immissione nell’UE di legno e prodotti da esso derivati non conformi alla legislazione applicabile nei Paesi di estrazione della materia prima, vieta l’importazione e l’esportazione dalla comunità di prodotti che hanno causato deforestazione o degrado forestale successivamente alla data del 31 dicembre 2020. Vengono aggiunte anche le merci di origine comunitaria, mentre prima la norma riguardava solo quelle di origine extra Ue. E ancora, le dichiarazioni di due diligence dovranno essere fatte anche per tutti i prodotti da esportare e quindi ricadranno sui mobilieri, costruttori di yatch o case in legno, che dovranno certificare e documentare l’intersa supply chain per ogni parte dei loro arredi. Un lavoro complesso perché la catena di fornitura è lunga da ricostruire. Dal 2025, il regolamento si applicherà anche alle piccole e micro imprese.