La ripartenza dei consumi è stata una manna per le aziende a monte della filiera delle cucine. “L’andamento di questi mesi è stato sorprendente”, conferma Paolo Fantoni, CEO di Fantoni specializzato nella produzione di pannelli, con un 50% circa di business generato dai clienti delle cucine. “Le aspettative iniziali erano catastrofiche, poi è arrivata l’inversione di tendenza, che ha quasi messo in difficoltà il sistema, dando origine a fenomeni di sold out nel breve periodo. Tutti hanno dovuto correre, con notevole entusiasmo, per alimentare le produzioni in atto. Le chiusure ad agosto sono state mediamente limitate a una settimana, scelta necessaria per rimpinguare le scorte”.
CORSA ALLE FORNITURE
Spostandoci in Brianza, Cleaf osserva un trend positivo senza particolari distinzioni legate a mercati o a clienti di riferimento. “Il Covid ha certamente cambiato il mondo, ma ha anche riacceso la passione per la casa, la voglia di pensare all’arredo. E questo ha spinto la richiesta di cucine”, racconta Roberto Caspani, direttore commerciale dell’azienda di Lissone, che recentemente ha avviato una partnership commerciale Egger il cui frutto è stato l’inserimento di 27 prodotti Cleaf all’interno della Egger Decorative Collection 2020-22 in sei Paesi europei. “Ora – continua Caspani – il trend della domanda è superiore al 2019. E se da un lato è vero che questa ‘corsa’ alle forniture, da parte delle aziende dipende da necessità di restocking, perché in precedenza il livello di scorte in magazzino era tenuto basso per contenere i costi, dall’altro è altrettanto vero che c’è fermento più o meno ovunque, dall’Italia all’Europa e anche negli Stati Uniti. Il mercato che ci ha sorpreso di più è quello nordeuropeo. In Germania e Olanda, le famiglie hanno dedicato il periodo estivo a ‘rifare’ la casa, cambiando l’arredo o intervenendo su singole parti. Tutti ne hanno beneficiato, dai mobilieri agli artigiani fino ai produttori di elettrodomestici, senza dimenticare il canale specifico dei fai da te, nel quale i consumatori hanno acquistato le singole parti da sostituire”. Il mercato italiano pesa per il 58% nel business di Cleaf, e sull’Italia Caspani afferma che: “Tutti i cucinieri stanno lavorando. Certo, la corsa di questi mesi difficilmente durerà a lungo, e dall’autunno in poi è probabile che assisteremo a un assestamento della domanda”. Oltre all’Italia e all’Europa, Cleaf fornisce anche territori più lontani con le sue superfici e soluzioni innovative per l’arredo. “Siamo ben inseriti in Giappone e in Cina, grazie alla nostra capacità di fornire operare in maniera trasversale per fasce di prezzo, dal medio al top di gamma. I produttori cinesi, in particolare, si rivolgono a noi per prodotti di posizionamento alto”. Quanto agli Usa, i numeri sono scesi sensibilmente, soprattutto a causa del rinvio dei programmi nel contract. “Ma gli Stati Uniti, così come la Cina, continuano a essere per Cleaf un mercato che funziona”, conclude Caspani. Il quale, per il 2020, punta a contenere a una cifra la diminuzione del fatturato rispetto al 2019, chiuso da Cleaf con 136 milioni di ricavi.
MATERIALI ANTIBATTERICI
La ripartenza di Arpa Industriale è stata brillante. “Dopo il lockdown, i produttori di cucina hanno risposto in modo positivo all’impiego dei nostri materiali (Felix e Hpl) per i loro progetti”, racconta Filippo Manetti, direttore marketing e innovazione dell’azienda con sede a Bra (Cuneo), per la quale il mondo cucina incide per circa un terzo sul fatturato complessivo. “Il nostro Hpl continua ad essere apprezzato per la matericità delle finiture che ben si armonizzano con i decorativi soprattutto per applicazioni orizzontali come i piani cucina. I materiali Fenix vengono interpretati sia in progetti total look sia abbinati a materiali naturali, come legni e e pietre”, precisa Manetti. Distinguendo per mercati di destinazione, in Italia, forse proprio per il periodo trascorso forzatamente all’interno delle abitazioni, c’è stato un incremento di uso dei materiali di Arpa Industriale in ambito cucina. “Le performance dei nostri materiali sono state soddisfacenti in mercati come Scandinavia, Russia, Olanda, Germania e Svizzera”, aggiunge poi il direttore marketing. Le richieste dei produttori di cucine ad Arpa sono state rivolte a materiali più sostenibili e che soddisfino le caratteristiche di igienicità. “Come è prevedibile, una delle linee di prodotto che sta crescendo è Silverlam, il laminato Hpl antibatterico che Arpa ha introdotto sul mercato sin dal 2011. Si tratta di un materiale microbiologicamente testato che, grazie a ioni d’argento, inibisce la crescita e riduce il numero di batteri sulla superficie del materiale. Secondo lo standard industriale giapponese Jis Z 2801, Silverlam ha una riduzione dell’escherichia coli e lo stafilococco aureo del 99.9% dopo 24 ore. Inoltre sono richieste finiture che esaltino la tridimensionalità superficiale, l’effetto tattile e che, allo stesso tempo siano resistenti e durevoli”, afferma Manetti. Il 2020 ha offerto un’importante novità. Da fine settembre Arpa Industriale ha aperto Fenix Scenario, un nuovo hub di creatività e design in Brera, concepito come uno stimolante spazio aperto dove progettisti e architetti possono trovare ispirazione e interagire con materiali e oggetti di design. Il Fuorisalone Design City è stata l’occasione per visitare in anteprima assoluta lo spazio.
SFIDA DIMENSIONALE
Cosa è cambiato nella filiera delle cucine dopo il lockdown? Paolo Fantoni sottolinea naturalmente il ricorso alla digitalizzazione, sia tra addetti ai lavori sia da parte del cliente finale, almeno per tutta la fase di avvicinamento all’acquisto e di conoscenza dei prodotti. E poi c’è la consapevolezza che siano necessari dei processi di ulteriore concentrazione. “Le aziende si stanno rendendo conto – sottolinea – che occorre raggiungere determinate masse strategiche per affrontare gli investimenti organizzativi, commerciali e finanziari necessari per operare a livello globale. È un percorso difficile, ma che il settore ha iniziato a affrontare con maturità, affinché possa essere costruttivo e non traumatico”. E il modello da seguire, dal punto di vista organizzativo e tecnologico, è sempre più quello emerso a nordest, dove i gruppi specializzati nella componentistica, soprattutto nella realizzazione delle antine da cucina, “sono diventati il punto di riferimento europeo e forse anche mondiale del settore”, conclude Fantoni.